Il Palazzo di tutti: il palazzo di nessuno

ritratto di Saro Di Paola

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Quello nella foto non sembra, ancora, il muro della fortezza della Madonna degli Angeli di Savona davanti al quale, nel Natale del 1943, vennero fucilati 11 antifascisti savonesi.

Tra non molto, però, potrebbe sembrarlo.

Quello nella foto è il muro della facciata del Municipio di Cefalù, tra le due porte d’ingresso all’ottagono di Santa Caterina.
Quel muro sul quale vengono “affissi” i manifesti, ogni qual volta il Comune concede l’ottagono medesimo per mostre, esposizioni e manifestazioni di ogni genere.

Manifesti, tutti, orrendi perché, tutti, in orrenda tela plastificata.
Manifesti, tutti, di dimensioni diverse.
Manifesti che vengono, tutti, fissati al muro con rudimentali tasselli o chiodi che, dopo ogni manifestazione, vengono divelti.
Rudimentalmente.
Sicché, per ogni manifesto, o quasi, nel muro del PALAZZO DI CITTÀ restano quattro buchi.
Ma non solo buchi.
Sul muro del PALAZZO DI CITTÀ restano, anche, strappi all’intonaco e quelle incisioni che, nello stesso intonaco, provocano le estremità delle aste in legno che tendono i manifesti medesimi.

Fosse stato, e fosse, il muro della facciata di un edificio condominiale o di un PALAZZO DI PRIVATI non sarebbe avvenuto e non avverrebbe.
L’amministratore del condominio, il proprietario, o i proprietari, non lo avrebbero consentito!
Avrebbero predisposto un idoneo e decoroso supporto per il fissaggio dei manifesti.
Avrebbero imposto e preteso dimensioni e qualità standard per i manifesti medesimi.
Avrebbero concesso la sala a condizione che i concessionari non avessero lasciato
ALCUN SEGNO ALL’ESTERNO ED ALL’INTERNO DELLA STESSA.
Sì, perché, anche all’interno dell’ottagono, negli anni, ai concessionari è stato consentito di fare di peggio e di più.

Invece, quel muro di piazza Duomo è il muro della facciata del PALAZZO DI TUTTI.
Perciò del PALAZZO DI NESSUNO !
E, nel muro del PALAZZO DI NESSUNO, tutto è consentito.
Purtroppo!