L'asino di Buridano: né sì né no.

ritratto di Angelo Sciortino

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Se fossi un consigliere comunale, come mi comporterei, posto di fronte alla mozione di sfiducia, che nei prossimi giorni sarà dibattuta e poi votata in Consiglio?
Premesso che l'avrei sottoscritta, come hanno fatto nove consiglieri comunali, ora non sarei certo di votarla.
A considerare il fatto superficialmente, l'accusa d'incoerenza avrebbe molte ragioni dalla sua; ma se si va più a fondo e si ascoltano le ragioni della mia posizione, allora queste ragioni spariscono. L'avrei sottoscritta per ragioni molto diverse da quelle che la fanno considerare soltanto una sfiducia al Sindaco.
L'avrei sottoscritta, innanzitutto, perché essa rappresenta, secondo me, uno strumento per fare chiarezza all'interno del Consiglio: chi sta con la maggioranza e chi con l'opposizione, visto che dal giorno dopo l'elezione del Sindaco la sua larga maggioranza si è dissolta come neve al sole e ha provocato non poche valanghe. L'apparato burocratico senza controllo si trascina in un disperato agitarsi da naufrago e lascia che, per sue omissioni, si prendano decisioni deleterie per la Città o prepara farneticanti “equilibri di bilancio”, mentre i debiti continuano ad aumentare per le voci “fuori bilancio”. Il territorio continua a essere mortificato e vi si costruisce sopra senza la parvenza di un piano generale. Le ordinanze e le determinazioni sono scritte come compitini delle elementari e non è raro che spesso s'inciampi se non in errori, certamente in anacoluti e ossimori, per non dire altro. Il commercio, in crisi per le vendite, annaspa e dal Comune non esce la benché minima proposta per imporre almeno il rispetto di regole igieniche.
L'avrei sottoscritta, pure, per spingere i cittadini a partecipare più attivamente alla vita amministrativa della loro Città e per sapere, finalmente, da che parte stanno i consiglieri che hanno eletto.
Quanto a votarla, però, sarei perplesso. Non tanto per colpa dei consiglieri, quanto per colpa di quella maggioranza di cittadini che ne parla come di una partita di calcio e che in questi giorni ha dimostrato che, supposte la caduta del Sindaco e nuove elezioni e superata l'emozione del primo momento, essa tornerebbe a mormorare e a dare la propria fiducia alle persone sbagliate.
Non sento, infatti, una sola proposta costruttiva. La sola cosa che importa è che cada questo Sindaco, ma non chi dovrebbe sostituirlo e con quali appoggi politici. E nemmeno che cosa si vorrebbe per questo Paese e come lo si vorrebbe. Quel che conta è distruggere, ma a questo ci hanno pensato degnamente le amministrazioni degli ultimi tredici anni, la loro burocrazia e qualche finto imprenditore più o meno edile o alberghiero. Lasciamo che continuino tranquillamente, non disturbiamo questi macchinisti velocemente lanciati verso un abisso.
Ecco perché non la voterei, anche se non potrei votare contro. Mi asterrei per non partecipare a una farsa ed essere trascinato in un inganno.

ritratto di Giuseppe Aquia

infatti caro amico, non la

infatti caro amico, non la voteranno per un progetto grandioso per il paese, preservare lo stipendio da sindaco per altri 3 anni povera cefalù.

ritratto di Giuseppe Aquia

comunque io penso che qualche

comunque io penso che qualche giornalista dovrebbe chiedersi come mai non è stato molto incisivo nei confronti del sindaco!!!!
Penso che vi fossero tutti presupposti, per poterlo quanto meno mettere alle corde invece niente solo domande compiacenti complimenti. Infatti tutti quelli presenti non sono d'accordo con la sfiducia come mai viste le condizioni del paese? e non dite un salto al vuoto più vuoto di cosi non si può arrivare!.

ritratto di Angelo Sciortino

Ring o intervista?

Solo per precisare: in un'intervista si fanno domande e si prende nota delle risposte, ma non si fanno polemiche. E' permesso soltanto dichiararsi più o meno soddisfatti della risposta avuta e insistere nella domanda, se questa risposta non è soddisfacente. Se, poi, l'intervistato insiste nella sua evasività o persino mente, allora il giornalista commenterà nella sede giornalistica quanto gli ascoltatori, comunque, hanno valutato e confermato da se stessi.
A meno che non si voglia considerare la sede dell'incontro un ring e a suon di cazzotti, spero metaforici, si mette allora alle corde o anche al tappeto l'intervistato.
Preciso che non sarei mai andato ad intervistare il sindaco per far polemiche, togliendo spazio ad altri che come me avevano pari diritti di rivolgergli domande.