La Barbarie! (1° parte)

ritratto di Pino Lo Presti

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Per quanto abbiamo in questi giorni, completamente rimosso che quanto sopravvenuto di recente al bastione dipendesse in gran parte anche dalla incuria della amministrazione pubblica, abbiamo tuttavia sfogato un giusto risentimento, covato da tempo, verso la pericolosa stupidità del vandalismo giovanile.
Per quanto seguirà ora sotto i vostri occhi di non meno “vandalico” contro chi ci dovremo sfogare?

- (le foto ingrandibili risalgono al 2005)

Guardando lontano nel fondo di detti locali come “fai e lassa fari”, “a me casa sugnu patruni”, attraversando lo spessore di una loro indubbia saggezza storica, è possibile scorgere alcune radici di una cultura civica che - con termini odierni - si può credo definire “di centro-destra”, come caratteristica della nostra città.

-diffusa a tutti i livelli

Qualcuno dice che a Cefalù, a muoverne lo storia, dal dopoguerra, sia un certo numero di famiglie, altri invece più o meno organizzate consorterie, addirittura alcuni - amanti delle tinte fosche - parlano di “branchi” di predatori - di varia provenienza - che si scannano tra loro per cercare di mettere i denti su ciò che rimane dell’ “osso” che poi sarebbe il “bene comune”.

-come si può sfruttare il plus-valore offerto da un luogo privilegiato, nello stesso tempo "offendendolo" con tanta disinvoltura? E' questa imprenditoria che farà il futuro di cefalù?

Già perchè almeno una cosa è certa, a Cefalù - proprio per la sua estrazione culturale - pare mancare l’idea stessa di un “ bene comune” da, tutti insieme, difendere nell’interesse di tutti, e invece prevalere quella di un “bene pubblico” piuttosto come “bene di nessuno” davanti al quale non esitare - pena essere scavalcati da altri - nel perseguire i principi del “cchiù pisca, cchiù puorta a casa”, o “cu cchiù può, cchiù fà”!

L’idea stessa di norme, regolamenti, della stessa legalità, sono vissuti con insofferenza in quanto limitanti il predominio del diritto individuale sulle possibilità del “proprio avere ed agire”.

E’ chiaro che c’è una “destra” legalitaria, con valori etici, immateriali, e una libertaria da “far west” che mette in cima a tutto solo il profitto e il godimento privato, ma è questa quella che qui è sembrata negli anni e sembra ancora prevalere.

Il tema di un bene comune fatto di valori immateriali e materiali da difendere e sviluppare (valorizzare) si è posto negli ultimi anni però anche dall’interno delle mere logiche della estrema destra imprenditoriale.

Le necessità di una riqualificazione del turismo cefaludese ha infatti posto in maniera chiara l’utilità di un “Marchio” ossia di un insieme di qualità distintive del “prodotto Cefalù”.
Si è posta e si pone dunque la necessità di una individuazione e definizione di una “Identità” collettiva distintiva, sia in termini antropologico-culturali che storico-architettonico-urbanistici, che paesaggistico-ambientali.

-occorrerebbe creare una manod'opera qualificata che sappia trattare beni tanto preziosi e non, come in questo caso (vedi mastice e cemento su una preziosa lumachella)

Si è sulla strada di comprendere che vi è un “capitale” materiale ed immateriale la cui responsabilità di cura è di tutti (e che quindi - in questo senso almeno - “appartiene” a tutti), se si vuole che questa città abbia un futuro turistico (ma anche civile) degno di questo nome.

Se può risultare difficile e sempre opinabile l’individuazione delle caratteristiche identitarie “immateriali” - in un contesto in cui si stenta a riconoscerne persino lo stesso “senso” -, vi è tuttavia sufficiente ricerca storico-architettonica per una individuazione “scientifica” di quelle “materiali”, come la forma delle strade e delle piazze, i volumi degli edifici, i loro materiali e colori, nonchè tutta quella serie di elementi architettonici “minori” che definiamo di “arredo”: porte, finestre, canalette dell’acqua etc...

Non credo che sia voler “bloccare lo sviluppo” - essere addirittura “comunisti” o “giustizialisti” - chiedersi perchè - se mai esistesse - non viene applicata, ad esempio, nel Centro Storico una normativa che prescriva minutamente come mettere mano ad ogni manufatto architettonico dello stesso o ad ogni intervento negli spazi urbani.
Ciò mi sembra sia una cura che dovrebbe interessare prima di tutto, proprio chi, imprenditore, voglia fare un “sano” business su Cefalù e non invece un semplice sfruttamento “ad esaurimento” delle risorse!

-manca la statua di "paperino"!

-a quando un vero e completo restauro delle mura della citta antica, quando si comprenderà che la complicità con l'interesse spicciolo e spesso frutto di ignoranza dei singoli è un danno, da tutti i punti di vista, per la città?

Intanto

(all’attenzione dei visitatori: poichè domani mattina seguirà la seconda parte pregherei di non fare eventuali commenti su questa prima parte, ma di riservarli nella seconda in modo da poterli avere poi tutti nello stesso “luogo”)

Leggi la seconda parte.