La Rottura delle acque

ritratto di Partito Democratico

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Comunicato stampa

LA ROTTURA DELLE ACQUE…

Nell’aprile del 2009, l’Amministrazione Guercio, con una scelta incurante dell’indirizzo contrario unanimemente espresso dal Consiglio comunale e irrispettosa della volontà di oltre tremila partecipanti al Referendum promosso dal Circolo del Partito Democratico, consegnava gli impianti alla Società Acque Potabili Siciliane.
Dopo gli aumenti per la potabilizzazione applicati dalla Giunta Vicari (da € 0,11 a € 0,71 per MC.), la cessione delle reti ha comportato il quasi raddoppio della tariffa media (da € 0,71 a € 1,30 per MC.), senza portare nulla di più alla Città, non essendosi realizzato nessuno degli investimenti sperati. Piuttosto, è sotto la gestione APS che si sono verificati (o sono proseguiti?) i disservizi che hanno portato al sequestro del depuratore di Presidiana, i cui reflui, com’è stato accertato dalle indagini, venivano scaricati direttamente a mare.

Ma, la scelleratezza della cessione degli impianti appare di tutta evidenza solo in questi giorni.
Se, dal luglio 2010, Acque Potabili Siciliane (che pur riscuotendo gli importi delle fatture non ha mai versato ai Comuni dell’ambito il canone di concessione pattuito in convenzione) era stata posta in “liquidazione” per l’eccessiva massa debitoria, è dello scorso 28 gennaio la notizia secondo cui la Società ha presentato al Tribunale di Palermo la richiesta per essere ammessa al “concordato preventivo”. Una procedura con cui APS, avendo contratto debiti per oltre 50 milioni di Euro, tenta di evitare il fallimento, proponendo ai creditori di parte pubblica (Provincia, Comuni, AMAP, EAS, SOGESID) di entrare in società, scambiando i loro crediti con azioni della NUOVA APS SPA.
Tra i maggiori creditori, vedi caso, vi è proprio il Comune di Cefalù, che (sembrerà assurdo ma è proprio così) avanza da APS oltre due milioni di euro, cifra pretesa dalla Società Sorgenti Presidiana, la quale ha continuato a inoltrare al nostro Municipio le fatture per la potabilizzazione.
Insomma: abbiamo un debito “liquido” e un credito che rischia di volatilizzarsi o di trasformarsi in azioni!

Un autentico dramma per un Comune già inguaiato e in crisi finanziaria come il nostro; una difficoltà del tutto evitabile, se solo avessimo scelto di non consegnare le reti, alla pari di altri trenta Comuni della Provincia.
Mentre il progetto di privatizzazione è miseramente fallito, naufragato, abortito, qualcuno cerca disperatamente di farlo resuscitare, con la nascita della Nuova APS, un carrozzone con capitale pubblico – privato, funzionale ad assunzioni, sprechi, clientele.
Martedì 22 febbraio è convocata l’Assemblea dei Sindaci e del Presidente della Provincia dell’ATO Idrico Palermo 1, per valutare l’adesione alla proposta presentata da APS, ossia per decidere se entrare nella nuova società di gestione.

Il Partito Democratico è fermamente contrario a una siffatta ipotesi, e chiede all’Amministrazione Guercio di non pronunciarsi a favore, ricordando che, comunque, ogni decisione appartiene, per legge, al Consiglio comunale.

CITTADINI, LE ACQUE SI SONO ORMAI ROTTE !!!

Non è possibile impiegare risorse pubbliche per salvare dal fallimento la Società APS, e gettare così le basi per nuovi aumenti tariffari, necessari a ripristinare gli equilibri nei bilanci degli Enti.
Non abbiamo alcun bisogno di diventare azionisti per gestire ciò che già ci appartiene.
Il Comune di Cefalù respinga al mittente le fatture per servizi riguardanti periodi per i quali non ha gestito le reti (potabilizzazione). Sono altri a doverle pagare!
La Società APS sia lasciata al proprio destino, e i Comuni, in attesa degli sviluppi normativi e dell’indizione del Referendum abrogativo, si riapproprino della gestione delle reti.

L’ACQUA E’ UNA RISORSA PUBBLICA SU CUI NON E’ CONSENTITO SPECULARE

Partito Democratico
Circolo di Cefalù

ritratto di Pino Lo Presti

Così anche noi a Cefalù

avremo, non certo le ben più famose "azioni Parmalat", "Cirio" e &, ma le più modeste "azioni A.p.s."!