Solo una buona occasione

ritratto di Gaetano Lapunzina

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Nella notte tra il 14 ed il 15 maggio di due anni fa, il dottore Guercio festeggiava la sua elezione a Sindaco della Città di Cefalù. Lo faceva assieme ai tanti suoi sostenitori, coloro che gli avevano consentito, con oltre 5.000 voti, di chiudere la partita al primo turno. Tra questi, tantissimi cittadini che avevano riposto nel progetto “Cefalù al di sopra di tutto” una speranza di cambiamento rispetto all’esperienza Vicari.
Anche ieri, dopo lo stop alla mozione di sfiducia, era evidente una surreale atmosfera di festa, permeata, per i pochi partecipanti, da una soddisfazione ancor più grande, giacché, come viene riportato “è la prima vera elezione del Sindaco, perché quella del maggio del 2007 è stata offuscata da quel ricorso che ci ha tenuti con il fiato sospeso fin da quando dovevamo gioire per l’elezione”.
Quella di ieri sera, però, non era una festa di piazza, ma un semplice privè: svanite le moltitudini speranzose, accanto al Sindaco si sono raccolti nove Consiglieri comunali che, assieme a Lui ed ad un gruppetto di Assessori, si rallegravano per il raggiungimento di un obiettivo assai nobile: salvare la poltrona.
Due anni e mezzo fa era come se si stesse festeggiando un nascituro dalle belle speranze. Quello di ieri sera, viceversa, somiglia al sospiro di sollievo di pochi intimi per lo scampato pericolo. Salvi grazie al battito incerto di un ammalato assai grave (questa Sindacatura), già da tempo in prognosi riservata, dal quale la società poco ha da attendersi e di cui si appresta, prima o dopo, a presenziare, tra la generale indifferenza, le esequie.
Un battito giunto dopo un’ennesima trasfusione di assessori, la quinta in due anni, e, cosa assai più significativa, grazie ad un trapianto di organi vitali “donati” da altro soggetto politico: cuore è cervello del progetto, se mai sono esistiti, non sono più quelli originari ma appartengono, adesso, alla Senatrice Vicari.
La mozione di sfiducia non è passata. Era prevedibile, ed è in evidente malafede chi oggi vuol fare apparire ciò come una sconfitta per l’opposizione. Non abbiamo mai covato una illusione e non proviamo, pertanto, delusioni. Per molto tempo su quell’atto vi erano apposte solo tre firme, quelle dei consiglieri PD; poi la quarta, del consigliere Gattuso. La caparbietà con la quale abbiamo rincorso le ulteriori sottoscrizioni, necessarie a porre l’atto in discussione, non ci ha mai fatto perdere la consapevolezza circa la difficoltà, o meglio l’impossibilità, di raggiungere il risultato agognato da tutta la Città: tornare al voto. Troppe le mediocrità, le doppiezze. Troppi coloro che mai avrebbero rinunciato alla poltrona. I nomi oggi sono ben noti a tutti i cittadini.
Il fine che ci eravamo posti è raggiunto: fare chiarezza. Stanare i doppiogiochisti alla Corsello e stilare la lista di coloro cui graverà la responsabilità di questa lenta agonia.
In fondo, era solo una buona occasione per dare a questa Città, stanca e disillusa, nuovo entusiasmo.
Ma, le buone occasioni difficilmente si presentano e facilmente si perdono.
Festeggiare tra la delusione dei cittadini li renderà ancora più ridicoli.

Gaetano Lapunzina
Segretario cittadino PD