Il potabilizzatore

ritratto di Rosario Lapunzina

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L’evolversi della vicenda potabilizzatore di Cefalù, con l’annuncio di cessazione del servizio a fine marzo p.v., unito alla minaccia di un contenzioso con il Municipio, è il frutto di scelte politiche assurde, che vedono pienamente responsabili sia il precedente che l’attuale Sindaco. Nel lontano marzo 2003, fu, infatti, l’Assessore Guercio, nella qualità di delegato del Sindaco Vicari, a proporre, in seno all’assemblea dei Sindaci dell’ATO Idrico, il mantenimento di una “gestione autonoma” per la potabilizzazione della risorsa idrica, in capo alla Società Sorgenti Presidiana, “ …con ogni onere derivante dai contratti in essere fra le Amministrazioni e i concessionari a totale carico del Gestore”, ossia di APS Spa.

Con la aberrante conseguenza, sin’ora accettata dal Comune di Cefalù, che sia APS a riscuotere i proventi della tariffa, mentre sarebbe il Comune di Cefalù a dover pagare, salvo rimborso da parte della stessa APS, le fatture per la potabilizzazione. Ora, con APS sull’orlo del fallimento, tutti i nodi vengono al pettine. Tre milioni di euro, già pagati con le bollette dai cittadini, che il Comune, ossia gli stessi Cittadni, dovrebbero pagare daccapo. Gli strenui sostenitori di questa geniale trovata, che allo stesso Sindaco non appare più sostenibile, abbiano il coraggio di assumersi le responsabilità di una scelta nefasta, che rischia di causare un danno incalcolabile alla nostra Città.