Resoconto su “Il rischio vulcanico nei mari di Sicilia”.

ritratto di Nicola Pizzillo

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Conferenza tenuta sabato 30 aprile presso la Villa dei Melograni. [infra servizio con n° 5 VIDEO]

Promossa dal Rotary Club di Cefalù, il Presidente prof.ssa Rosalinda Brancato, presenta i due relatori chiamati ad affrontare l’argomento ovvero il dott. Mimmo Macaluso Responsabile Nucleo Operativo Subacqueo della Lega Navale Italiana, di cui la prof.ssa Flora Rizzo traccia una breve biografia, ed il dott. Giuseppe D'Anna, Dirigente Tecnologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Gibilmanna, nostro concittadino.

Il tema trattato dal dr. Mimmo Macaluso verteva su "RICERCHE PETROLIFERE E RISCHIO VULCANICO NEL CANALE DI SICILIA”; temi di grande attualità per i risvolti sulla sicurezza delle nostre coste che infatti potrebbero essere sottoposte al rischio di “tsunami”, le altissime e distruttive onde anomale venute tragicamente alla ribalta a seguito del terremoto in Giappone.

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Nella prima parte del suo intervento egli ha parlato della mitica Isola Ferdinandea, situata al largo della costa agrigentina, che apparve improvvisamente nel 1831 a seguito di una eruzione di un vulcano sottomarino e che dopo pochi mesi si inabbissò nuovamente, mentre era già nata una disputa internazionale sul possesso tra Inghilterra, Francia e Regno delle Due Sicilie.

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Questa isola fa parte di un complesso vulcanico con diverse bocche che è stato rinvenuto nel Canale di Sicilia a seguito di una ricerca effettuata dalla Lega navale di Sciacca per conto dell’Istituto di Vulcanologia di Catania, sulla nave scientifica Universitatis. L’imponente vulcano scoperto è stato battezzato “Empedocle” ed ha dato luogo anche ad un documentario trasmesso su National Geographic.

Nella seconda parte il dr. Macaluso rivela che quell’area presenta fenomeni di attività vulcanica in corso, poi attenziona che sono state richieste concessioni alla Regione Sicilia per la ricerca di petrolio mediante trivellazioni dei fondali, molto pericolose per il danno ambientale sottomarino ma anche per la possibilità di generare onde anomale.

“SEAMOUNTS DEL TIRRENO E RETI DI MONITORAGGIO SOTTOMARINE” è invece il tema trattato dal dott. Giuseppe D'Anna, in questa prima parte egli parla di queste montagne sottomarine, spesso di origine vulcanica, in particolare di quelle situate nel nostro Mar Tirreno. Questi monti possono generare terremoti, attività eruttiva, o frane e quindi provocare maremoti, tra di essi il più temibile è il Marsili, i più grande vulcano europeo, di cui esiste una fantomatica profezia che lo vedrebbe protagonista di un maremoto per giorno 21 maggio che dovrebbe sommergere l’Europa. Uno di questi maremoti lo ha provocato il vulcano Stromboli, che non ha fatto vittime solo perché è avvenuto in inverno. Per poter dare l’allarme di evacuazione è necessario quindi effettuare un monitoraggio dei fondali marini in tempo reale (real time) attraverso stazioni sismiche posizionate sul fondo mare.

Nell’ultima parte della relazione il dr. D’Anna illustra le tecniche di installazione e costruzione di questi sofisticati sistemi di monitoraggio dei fondali marini, che lui stesso ha posizionato utilizzando navi attrezzate per lo scopo e talvolta semplici pescherecci della marineria cefaludese.

Da quanto sentito azziardiamo una considerazione: il rischio indubbiamente esiste ma è incoraggiante il fatto che qualcuno vigili, affinchè in caso di maremoto possa essere dato tempestivamente l'allarme alle popolazioni rivierasche.

ritratto di Gianfranco D Anna

A proposito del Vulcano Marsili

Nel suo intervento Giuseppe D’Anna - Primo Tecnologo presso l’I.N.G.V. - C.N.R. e Responsabile dell’Osservatorio di Gibilmanna - ha sottolineato che tra i motivi per cui studiare i seamounts del Tirreno vi è anche la possibilità di sfruttamento dell’energia geotermica ed ha fatto riferimento al “Marsili Project” della società Eurobuilding.
Casualmente, senza ancora sapere di questa conferenza, qualche giorno primo ne avevo scritto in “Geotermia sottomarina: dal mare un tesoro energetico, pulito e rinnovabile” (http://www.laltracefalu.it/node/4363).
Se da una parte il rischio tsunami è un rischio reale che va tenuto in giusta considerazione, è altrettanto importante puntare al corretto sfruttamento di una fonte di energia sostenibile e rinnovabile quale è l’energia geotermica proprio in un momento in cui tutto il mondo, alla luce di quanto accaduto in Giappone, sta ripensando seriamente alle proprie strategie energetiche ed al proprio rapporto con l’energia nucleare.