Il Museo archeologico di Kephaloidion presso Himera (parte III)

ritratto di Nicola Pizzillo

Versione stampabile

Con l'auspicio che essa possa essere ospitata in uno spazio museale cittadino

LA NECROPOLI ELLENISTICO-ROMANA DI KEPHALOIDION


immagine della Necropoli rinvenuta nel 2008 ad Himera durante i lavori per il raddoppio ferroviario

Nel 1976 l’Istituto di Archeologia dell’Università di Palermo conduce, su concessione della Soprintendenza, una serie di scavi e ricerche i cui esiti hanno dato consistenza alle scarse notizie storiche sull’antica Cefalù. La città è nominata per la prima volta, solo incidentalmente, da Diodoro (Siculo, storico) il quale riferisce che, nel 396 a.C., Imilcone (generale Cartaginese) si alleò con gli abitanti del frourion o phrourion(fortificazione) di Kephaloidion. Fu quindi coinvolta nell’ambito del conflitto greco-punico e infine nel 254 a.C. fu conquistata dai Romani e, con il nome di Cephaloedium, ridotta allo status di civitas decumana.
Il sito dell’antica città è al di sotto del centro storico dell’attuale Cefalù , intorno al quale sono consistenti i resti delle mura di fortificazione (fine V inizi IV sec. A.C).

Dell’originario impianto urbano si conoscono scarse vestigia tra cui, importantissime, due strade accuratamente pavimentate, venute alla luce con i saggi effettuati nella’area del Duomo, nell’ambito di un programma di studi preliminari al restauro (1980-81).
L’esplorazione della necropoli, che è oggetto della presente mostra (nel museo di Himera), è valsa a confermare non solo l’ubicazione dell’antico centro ma anche la sua cronologia.
La ricerca si è svolta proprio al centro della zona di espansione edilizia (sic!) dove, in un’area non molto estesa si sono individuati oltre trecento seppellimenti. Lo strato archeologico, affiorato a soli 15-20 centimetri, arriva a 5 metri, mostrando un’interessante stratificazione delle successive fasi di utilizzazione del terreno sfruttato intensivamente. Si sono potuti distinguere nettamente ben quattro strati sovrapposti senza soluzione di continuità.
In quelli più recenti (I e II) sono segnacoli monumentali (epitymbia) costruiti al di sopra di fosse ad incinerazione in piena terra.
Nel I strato questi segnacoli sono costituiti da un unico blocco di calcare a lumachella spesso contrassegnato da un caratteristico rilievo emisferico (una testolina), al di sopra, presso l’estremità orientale. Vi è un epitymbion particolare a profilo umanizzato che, proprio per questa sua caratteristica, è stato riassemblato in una saletta del museo Mandralisca di Cefalù.
I segnacoli del II strato sono, invece, a forma di piramide gradinata a ciottoli parzialmente sbozzati. Tra questi ne segnaliamo alcuni di architettura povera realizzati con materiale eterogeneo opportunamente intonacato.
Negli strati inferiori si è riscontrata l’adozione simultanea di inumazioni in piena terra e di incinerazioni in anfore, alcune di tipo punico.
Tutte le tombe sono orientate in senso E-O, mentre le deposizioni dei primi strati sono inserite negli spazi rimasti libere.


altra immagine della Necropoli rinvenuta di recente ad Himera

I corredi rinvenuti non differiscono molto da quelli caratteristici delle altre necropoli siciliane contemporanee; una menzione a parte meritano le terracotte figurate, che si segnalano per la freschezza e la varietà dei tipi e alcuni rari, ma significativi, vasi a figure rosse.
La cronologia, allo stato attuale della ricerca, comprende un lungo periodo dalla metà del IV al I secolo a.C.
[Didascalia Antiquarium di Himera, in loc. Buonfornello SS.113 Km.206]
_________________________________________________________________________________________
Per coloro che volessero approfondire l’argomento suggerirei l’acquisto della pubblicazione: “Cefalù. La necropoli ellenistica” - • Autore: Tullio Amedeo • Editore: L'Erma di Bretschneider • Collana: Studi e materiali di archeologia greca • Edizione 2009
_________________________________________________________________________________________

Tra i reperti di Kephaloidion ospitati nell'Antiquarium di Himera, particolarmente notevoli le terracotte figurate che presentano una varietà di tipi, dalle consuete figurette femminili, alle vivacissime rappresentazioni di personaggi comico-realistici, ad alcuni oggetti anomali. Segnaliamo: la bella tanagrina esposta nella vetrina 38, l’“attore comico” dalla Tomba 41 (vetr. 37), la grande figura di Socrate-sileno ed i clipei fittili con teste femminili dalla Dep. 226 (vetr. 38), un pestello a testa di cane (vetr. 39) e uno splendido bruciaprofumi (?) a forma di fiore (vetr. 40).
Tra le ceramiche segnaliamo, a parte i consueti e ricorrenti unguenta¬ri e piatti a vernice nera, due lekanai a figure rosse (vetr. 36) una della cerchia del "Pittore di Lipari" e l'altra (Dep. 196) del "Gruppo dell’Etna" (330-300 a.C.), nonché un cratere a colonnette (Dep. 201, vetr. B) della prima metà del IV sec. a.C.
Tra i vasi configurati, infine, un askos a forma di protome taurina (Tomba 153, vetr. 39) e una vivacissima raffigurazione, a tutto tondo, di Herakles in lotta con il leone (Dep. 76, vetr. 36).
[Fonte: Istituto Comprensivo "G.B. Cinà" progetto "Le storie nascoste"]

ritratto di Pino Lo Presti

Ciò che accade in quegli anni

a partire dalla fine degli anni '50, di cui non c'è traccia nè storica nè giornalistica, ma solo nei ricordi di tanti e in molte case cefalutane e non, è una macchia che non bisognerà scordare, che non possiamo scordare perchè l'ignoranza e l'avidità che la procurarono sono le stesse che ancora oggi agiscono indisturbate nella nostra città.
Chi poteva portava a casa quello che si trovava, quello che non veniva metodicamente distrutto sul posto per non attirare l'attenzione. Diversi amici miei, adolescenti, andavano a tarda sera, o di notte, a prendere o a scavare quello che potevano.
In molte case di Cefalù ci sono dei veri e propri piccoli musei.
Attorno alla via, oggi, Roma si sono distrutti ettari di necropoli nella indifferenza e nella complicità di una città intera, di un cultura collettiva cieca, tutta protesa al "moderno" incosciente del valore della propria storia (vedi anche le case di campagna con la loro architettura povera e organica, sotituite da, quasi sempre squallidi, "villini").
Certo ha avuto pure il suo gioco quel "complesso di inferiorità" (della propria identità e storia) di cui, a proposito dei siciliani - già secoli fa - parlava Goethe negli appunti dei sui viaggi!

ritratto di Nicola Pizzillo

RESTITUIRE I REPERTI ARCHEOLOGICI

della necropoli, che si trovano attualmente nelle case dei cefaludesi (rinvenuti non si sa come!!!) potrebbe essere un atto encomiabile e nello stesso di amore verso la propria città, che in questo modo verrebbe parzialmente risarcita dello sfregio infertole dalle colate selvagge di cemento degli anni '60.

Questa attività potrebbe intestarsela la/le PRO LOCO il tutto finalizzato alla creazione di un Museo dove poi poter esporre i reperti, tra cui anche quelli custoditi ad Himera.

Chissà se, quando inizieranno a scavare per la nuova stazione in metropolitana, non affiorino altri segreti del nostro passato (la zona è proprio quella del FROURION)!
Questa volta però vigiliamo attentamente, non si deve più ripetere quello scempio.

ritratto di Salvatore Solaro

Intanto grazie per l'opera

Intanto grazie per l'opera di sensibilizzazione fatta nei confronti dei cefaludesi che, numerosi, sconoscono la storia della loro città. Privati, da sempre, di un "luogo" dove poter conoscere l'altra Cefalù, quella prima delle colate di cemento. La storia di Cefalù é esclusivo patrimonio dei pochi che l'hanno studiata. Gli ignoranti - quelli che ignorano la storia di Cefalù - producono quegli effetti distruttivi che Pino Lo Presti ha mostrato nelle sue foto "porte e portali". In fondo, queste sono le conseguenze di precise scelte politico-amministrative ancora oggi operanti che, a partire dagli anni '60, hanno fatto di Cefalù un continuo cantiere, cancellando la storia visibile di questa città.
Perchè poi stupirsi se qualcuno nel centro storico, da illustre ignorante, trucca porte e portali?
Ci accorgiamo della pagliuzza, senza vedere la trave; sentiamo la puzza della pipì del gatto, mentre non ci preoccupiamo del turista scaricato a 20 metri dalle vasche del depuratore quando mette piede a Cefalù, con il pericolo che qualche attempato turista possa di colpo perdere i sensi, non tanto per le meraviglie del paesaggio, ma per l'aria fetida che circola da quelle parti. Ottimo biglietto da visita!
A proposito del museo archeologico, cosa ne pensate dell'Osterio Magno? Credo sia il luogo migliore. Cosi finalmente potrà essere ridato alla città.

ritratto di Giuseppe Fajlla

Ottimo buona idea! sarebbe

Ottimo buona idea! sarebbe ora che qualcosa venisse restituito ala città
e non ceduto o riconsegnato ad enti che li utilizzano poco e male!

ritratto di Salvatore Culotta

salve Totò,non credi che

salve Totò,non credi che l'Osterio sia troppo piccolo? e,inoltre,non penso che il problema sia il luogo, ma la volontà (vera ) di realizzarlo da parte di chi è a ciò deputato.

ritratto di Salvatore Solaro

Ciao Toto' e Peppe, un'altra

Ciao Toto' e Peppe, un'altra soluzione potrebbe essere quella di creare un "unicum" fra l'Osterio Magno e l'edificio dove lavoro. Intanto dello stesso edificio esiste un progetto di restauro rimasto lettera morta. La parete dell'edificio lato via Amendola si avvicina sempre più a quella dell'Osterio Magno. E' un paradosso che dentro un edificio PERICOLANTE, ci siano uffici pubblici con una trentina di impiegati stipati dentro, con l'aggravante che, uno di questi uffici é quello della "protezione civile". Bisognerebbe capire chi protegge.
L'edificio dovrebbe essere "sgomberato" prima che crolli, restaurato e possibilmente ripensato come "MUSEO ARCHEOLOGICO DI CEFALU'".
Certo, occorre la volontà di chi é deputato a realizzarlo. Ma, se il soggetto/i manca-no di volontà e/o capacità, li si manda a casa. Chi ricopre pubblici incarichi ha l'obbligo di informare gli abitanti della civitas sulla qualità delle scelte operate. Fino ad oggi, l'immobilismo assoluto ha caratterizzato la vita di questa amministrazione al cloroformio. La città vive in uno stato di sonno-perenne, aspettando un nuovo Messia, oppure un disastro in grado di svegliarla dal torpore.