PARROCCHIA SANT’AGATA - 1 giugno 2011, Ascensione del Signore al cielo e Benedizione del Mare

ritratto di Pino Lo Presti

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(Il ritorno di una Tradizione che esalta la sacralità del lavoro compiuto nel rispetto del Creato come invocazione ed insieme Lode a Dio)

Il discorso del Vescovo

-Don Domenico presenta il senso di questo recupero per la vita religiosa della sua Parrocchia e non solo

(Sul senso delle «Rogazioni» dell’Ascensione, su quello delle «Rogazioni» dell’Ascensione a Cefalù, e sulla Benedizione del mare a Cefalù nell’Ascensione 2011 vedi: http://www.qualecefalu.it/lac/node/4674)

-Don Salvatore

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Il discorso del Vescovo

In uno scenario così suggestivo che la natura ci regala, spontanea sale la nostra preghiera al Creatore.

Perché: se è così bello il Creato, come sarà il Creatore? Questa bellezza che il Signore ci ha regalato vorremmo che corrispondesse alla bellezza interiore di ciascuno di noi.

E vi saluto affettuosamente con questo senso di bellezza, di stupore, di fascino che deve crearsi in noi ogni qual volta ci rivolgiamo al Signore e ci raccomandiamo a lui. È veramente bello, significativo potersi incontrare così - sia pure in pochi - ma con questi sentimenti di fraternità, con questi sentimenti di voler fare famiglia, per raccomandarci insieme, come un’unica famiglia, al Signore Gesù Cristo.

Ringrazio il carissimo Don Domenico per questa felice intuizione che ha proposto: ritrovarci qui per benedire il mare, per benedire quanti lavorano e quanti ogni giorno faticano e conoscono la lotta del mare.

Mi è piaciuta quella distinzione che ha fatto tra gente “di” mare e gente “per” il mare; il mare certamente è di tutti - perché è dono di Dio all’uomo -, che tutti abbiamo il dovere non solo di apprezzarlo, di rispettarlo e di custodirlo, ma abbiamo il dovere di essere generosi con questo elemento della natura che egli creato e che il Signore ci ha donato. Come il mare è generoso con noi, noi dobbiamo essere generosi con il mare!

E, in questa generosità, c’entrano tanti valori, c’entra il rispetto per il Creato, c’entra il senso di una nostra presenza a contatto della natura e “con” la natura, c’entra il rispetto degli uomini che lavorano a mare - di cui qui abbiamo una degna rappresentanza -, dei nostri pescatori; e guardando loro penso alla scelta che il Signore ha fatto dei suoi primi collaboratori.

-i preparativi per la S. Messa

Io non so dirvi il perché - ne cogliamo il dato di fatto - ma è certo che il Signore come primi collaboratori ha scelto dei pescatori, gente di mare; forse perché gente più generosa, forse perché gente più abituata al lavoro, al sacrificio, al coraggio: non so dirvi perché ma sappiamo tutti che il Signore ha scelto, come primi collaboratori, uomini di mare e per il mare!

-i preparativi per la S. Messa

E questo deve farci capire come qualunque professione, qualunque categoria è attenzionata dal Signore, per cui alla fine dobbiamo sentirci, come quegli uomini, nelle mani del Signore, che assieme a lui, sia pure faticando, sia pure ogni giorno affrontando le problematiche che la vita snoda sul nostro cammino, dobbiamo saper andare avanti.

-i preparativi per la S. Messa

Le difficoltà della vita, le onde del mare, le traversate del mare, le mareggiate del mare, fanno parte della vita, sono il segno di una difficoltà di fronte alla quale non ci si può arrendere; dobbiamo saper andare sempre avanti e guardare in alto e avanti.

-i preparativi per la S. Messa

E la festa dell’Ascensione - di cui stiamo in qualche modo anticipando la gioia in questa liturgia - la festa dell’Ascensione ci parla di cielo e di speranza. La festa dell’Ascensione ci invita a guardare in alto, e, anche quando dovessimo restare attoniti e stupiti di fronte al mistero dell’Ascensione, ci sarà anche per noi un angelo che, dopo averci dato il tempo della contemplazione, ci ricondurrà a terra: “uomini di Galilea, perché state a guardare ancora? Vedete è stato assunto in cielo, tornerà, tornerà”!

E poi questa certezza si giunge dal Vangelo che è stato proclamato: “non vi lascerò orfani, io resterò in mezzo vuoi”.
E allora l’Ascensione del Signore non è la dipartita - nel senso che il signore si è “assentato” -, il Signore è tornato al Padre ma ci ha garantito, in altra forma, la sua presenza in mezzo a noi. Come ce l’ha garantita? Ce l’ha garantita attraverso la sua Parola; ogni qualvolta viene proclamata la Parola di Dio, il segno della presenza di Dio è in mezzo a noi! Ce l’ha garantita attraverso l’Eucarestia; ogni qualvolta celebriamo la Santa Messa è la presenza di Dio in mezzo a noi! Ce l’ha garantita attraverso il suo Spirito: “non vi lascerò orfani, vi manderò lo Spirito Santo consolatore”.

E’ allora una certezza che il Signore è sempre con noi, nei momenti facili e nei momenti difficili, nei momenti lieti e nei momenti meno lieti. Questa certezza della presenza di Dio nella storia e nella nostra vita ci deve dare la forza e il coraggio, l’entusiasmo, di andare sempre avanti con serenità e con fiducia.

E allora, ecco, la festa dell’Ascensione ci invita a guardare il cielo quasi a voler dire: ecco ognuno delimiti il suo pezzo di cielo; e potrà ripetere: “questo cielo il Signore lo ha creato per me”.
La speranza che deve arderci nel cuore, la fiducia che qualunque cosa possa capitarci nella vita, c’è sempre una strada ....
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In processione verso la barca che porterà il Vescovo a benedire il mare aperto

(il Vescovo) ... Ricordo, da ragazzo, un canto che diceva così: “comunque vada c’è sempre una strada”, come dire “non ti arrendere, non ti scoraggiare vai avanti, guarda il cielo, abbi la forza di sperare, devi pensare che qualunque cosa ti possa capitare nella vita, il Signore si è fatto compagno del tuo viaggio ed è accanto a te”; lo ha promesso, e la sua Parole è vera, non è la parola degli uomini - molto spesso bugiarda e ingannevole -, ce lo ha promesso: “io sarò con voi sino alla fine del mondo”! Ecco allora che la nostra gioia diventa piena, perché la Parola di Dio per noi è sicurezza, la Parola di Dio per noi è garanzia; e allora ecco questo momento di preghiera che vogliamo fare per noi, per le nostre famiglie, per questa nostra città che tanto amiamo, per le esigenze e i bisogni di tutta la nostra comunità e del nostro territorio.

La benedizione che noi chiederemo al Signore sul mare è un segno che tutti: il bisogno di chiedere al Signore il suo intervento, il suo aiuto, che ci venga incontro quotidianamente.

Ma sappiamo pure come il Signore non si lascia vincere in generosità, non si lascia vincere in generosità. “Amor chiama amore”, se il Signore ha donato la vita per noi diventa naturale che qualche gesto di amore noi possiamo nutrirlo anche per lui: è il minimo, è l’atteggiamento di chi dice: “Signore tu hai fatto tanto per noi, facci capire cosa vuoi che io faccia, farmi capire quale è il tuo progetto nella mia vita, fammi capire cosa posso fare per gli altri, come posso relazionarmi agli altri, fammi capire come è meglio che io svolga la mia professione, come la mia presenza possa essere un servizio agli altri, un servizio qualificato, disinteressato, generoso, autentico, all’interno di una legalità che diventi lo “stile” di ogni uomo - non tanto una occasione perché sono costretto ad osservare determinate norme o determinate leggi -; il rispetto della legalità come “stile” di ogni uomo all’interno di qualunque esercizio, di qualunque professione.
Noi questo lo chiediamo al Signore perché il Signore ci convinca di tutto questo.

Abbiamo bisogno di creare una mentalità che sia il riverbero del rispetto che dalla natura e dal Creato passi all’Uomo, e così formare una catena dove tutti ci sosteniamo, gli uni agli altri, dove tutti possiamo formare un grande cerchio che dia il segno dell’infinito, come quando guardiamo il mare e sappiamo bene che anche quando noi troviamo la linea dell’orizzonte - dove pare che il cielo si congiunga con il mare - oltre quella linea possiamo sempre “andare”, perché non è quello il confine; quello è solo un effetto ottico: quello che i nostri occhi riescono a percepire.

Ma gli occhi della fede devono varcare ogni soglia e devono sapere andare al di là di ogni possibile effetto ottico.

Ecco la nostra fede, ecco il senso del nostro stare qui, ecco la presenza del vostro Vescovo che vuole come prendere i vostri problemi, le vostre attese, le vostre necessità e depositarle sull’altare per dire insieme al Signore: “Signore tu conosci la nostra fede, tu conosci le nostre necessità, tu conosci i nostri bisogni, ma noi non vogliamo far la figura di chi, di fronte a te, chiede sempre senza nulla dare”!

Ecco allora perché la preghiera non è solo “intercessione, richiesta” ma è soprattutto un inno di lode e di ringraziamento al Signore per le meraviglie che opera nella nostra vita.
E il nostro stare qui è una meraviglia di Dio!

Se stiamo qui in preghiera, così raccolti, così attenti, così innamorati dell’evento che stiamo vivendo, questo è un particolare dono del Signore, è una meraviglia che il Signore sta operando nella nostra vita, in questo momento.

E allora, fratelli e figli carissimi, veramente abbiamo tutti i motivi per sperare, per guardare avanti, per guardare in alto, per celebrare la festa dell’Ascensione con il cuore aperto, con sentimenti e di fraternità, con l’auspicio di chi sa che, accanto a lui, cammina il Signore e che, anche quando pare che nella vita si chiuda una “porta”, c’è sempre un “portone” che si può aprire.

Apriamo allora il nostro cuore alla speranza e andiamo avanti con serenità e con fiducia.

E’ questo l’augurio che intendo fare ai nostri pescatori, l’augurio che intendo fare a ciascuno di voi, lasciandoci permeare dallo stupore di questo incanto e di questo privilegio che il Signore ha regalato alla nostra città di Cefalù.
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