Le Mura Megalitiche di Cefalù

ritratto di Rosalinda Brancato

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Sappiamo, storicamente, che Cefalù era cinta da un apparato murario che la proteggeva dalle incursioni nemiche e dalla furia del mare, e questo già nel V secolo a. C., allorché la città fu fondata, come dimostrato dalle ricerche del Prof. Amedeo Tullio, condotte sui resti pervenuti e sulle fonti documentarie.

Questa Cortina cingeva il frourion di Kefhaloidon come descritto dal cronista arabo Edrisi, sui fronti sul mare, “impostandosi lungo la linea di costa direttamente sulla scogliera, per piegare poi verso la Rocca, cui si saldava con le estremità in corrispondenza di larghe fenditure naturali, mediante la creazione di due bracci di muro normali alla linea di costa.” Amedeo Tullio.
Di questo circuito murario la gran parte è stata restaurata e resa fruibile e percorribile.


Resta invisibile un ultimo tratto che nella sua originarietà si sviluppava dall’attuale Piazza Garibaldi fino a Porta Ossuna. Nella suddetta Piazza dove si apriva Porta Terra, è a vista la base di una torre di guardia, inglobata nella struttura della Chiesa di Santa Maria della Catena. Dal lato opposto doveva innalzarsi un’altra torre che con la prima formava un forte sistema a difesa della Porta di Terra, che era l’ingresso più importante alla Città antica.

Dopo Porta Terra il muro si dirigeva verso il mare secondo un allineamento S-E N-O, in buona parte rispettato dagli edifici sorti a partire dalle dismissioni delle mura e che si affacciavano su Via Spinuzza e all’esterno sulla Via Discesa Paramuro.
Su questa strada e a fondamento delle case sono visibili abbondanti resti, ma nascosti da edifici, magazzini, giardini.

Questo tratto di mura megalitiche non ha subito restauro alcuno, anzi non è visibile, anche se un cartello ne segnala l’esistenza.

Qui la situazione si presenta complessa. Ma parlarne, rendere noto che esistono altri resti di mura che configuravano la città antica, di cui ci da una restituzione grafica la celebre veduta prospettica pubblicata da Benedetto Passafiume nel suo “De Originae Ecclesiae Cephaleditanae” nel 1645, non è un atto né gratuito né pretestuoso. Quando si iniziò ad occultare il prospetto su Via Paramuro delle case costruite sulle mura, e che seguono l’andamento murario con le sue torrette di guardia?
Dall’analisi degli edifici che, partendo da Piazza Garibaldi procedono verso Porta Ossuna, tranne i più antichi, costruiti nel tempo a partire dal Seicento, quando le fortificazioni cominciarono ad essere demolite, non essendo più necessari alla difesa della Città, gli altri non dovrebbero andare oltre gli anni ‘cinquanta del XX secolo.

Quando privati cittadini costruirono garage e recintarono i loro piccoli giardini? Quando l’ENEL occupo la vasta area a ridosso del Convento di San Nicola e del Teatro Comunale “Salvatore Cicero”?
Non ho fatto ricerche specifiche, ma credo non sia difficile metterle in atto. Nell’archivio comunale dovrebbero esserci atti, contratti, convenzioni che si potrebbero consultare. Qui non si vogliono ledere o mettere in discussione diritti più o meno legalmente acquisiti, ma piuttosto capire se queste superfetazioni sono sorte per acquisto di terreno o per altro.

Certo sarebbe auspicabile che l’Amministrazione comunale volgesse attenzione a questo tema e progettasse degli interventi al fine di rendere visibile e fruibile tutta la cinta murata da Porta Ossuna a Porta Terra. Durante una visita del Teatro Salvatore Cicero ho potuto ammirare un cospicuo lacerto di mura su Via Paramuro, quel tratto che proteggeva il Convento di San Nicola e che i progettisti - restauratori del Teatro ottocentesco hanno portato alla luce e reso visibile con un’ampia vetrata. Qualche centinaio di borghi e piccole città d’Italia sono stati capaci di conservare le vestigia delle loro fortificazioni; etrusche (Volterra e Perugia); romane (tante oltre Roma); medievali (Lucca, San Gimignano, Montereggioni), per fare pochi nomi che costituiscono un valore aggiunto agli altri lasciti storici, artistici e ambientali.

Dobbiamo renderci conto che Cefalù non è solo la Città di Ruggero e della Cattedrale, Cefalù è anche un centro che possiede beni archeologici del periodo della sua fondazione e di quello ellenistico – romano, che sono venuti alla luce negli ultimi trent’anni e che devono essere valorizzati e fruiti: oltre alle mura le strade romane del I° secolo d. C. all’interno della Casa Comunale e della Corte delle Stelle, le fondazioni di edifici ellenistici all’intero dell’Osterio Magno e i tanti reperti fittili ritrovati nella necropoli di Via Roma, catalogati e conservati.

Sarebbe necessario creare un antiquarium, dove esporre tutti questi reperti in sinergia con la Fondazione Mandralisca e con gli Enti istituzionali competenti. Ma per questo è necessario la volontà pubblica del fare e fare bene. In questi ultimi anni si sono rincorsi programmi di rilancio del turismo a Cefalù, si sono tenute assemblee con le associazioni culturali, con gli albergatori. Speriamo che non siano state “voces clamantes“ nel deserto. La rinascita di Cefalù dall’attuale e ormai lungo sonno non deve essere mirata solo al richiamo turistico, deve rivolgersi ai cittadini, e soprattutto ai giovani. Dobbiamo loro offrire nutrimento culturale se non vogliamo che lo sballo, l’alcool e la droga siano rifugio alla loro naturale difficoltà di crescere, di maturare e diventare cittadini consapevoli in una città che poco o niente offre loro.

La locale sede dell’Archeoclub di Italia propugna da anni la creazione di un Museo civico archeologico. Nella conferenza tenuta dal Prof. Amedeo Tullio il 4 giugno scorso, organizzata dall’Archeoclub, già il titolo del tema trattato era indicativo: “Cefalù archeologica cerca casa: a quando il Museo?” La Fondazione Culturale Mandralisca possiede una sua sezione archeologica, che è il lascito dei ritrovamenti operati dal Barone Enrico Piraino, soprattutto nell’Isola di Lipari.


La creazione di un Museo archeologico civico non significherebbe scendere in concorrenza ma anzi accrescere le potenzialità della città, offrendo ai turisti e ai cittadini la fruizione di un grande apparato litico, che ora giace ordinato in cassette e conservato in attesa di tempi migliori. Da cittadini consapevoli dell’importanza del patrimonio archeologico per lo sviluppo di un paese a vocazione esclusivamente turistica, chiediamo ancora “a quando la fruizione dei resti del muro megalitico su Via Paramuro? A quando il Museo archeologico?



Un particolare ringraziamento è doveroso rivolgere al Prof. Amedeo Tullio, nostro cittadino onorario e artefice del ritrovamento della Cefalù pre – normanna. Le sue tante pubblicazioni debbono essere lette e considerate il fondamento imprescindibile di ogni iniziativa futura.
Grazie Amedeo.

ritratto di Pino Lo Presti

Un po di pudore

vorrebbe che si togliesse almeno quel cartello informativo-turistico, se non altro per non trarre in inganno i più sprovveduti i quali possono credere che tale muro di cinta, del IV° sec. a.c., sia quello di "cinta" dei giardini privati.
Per il resto, viene solo da piangere su come si sia potuto permettere - e ancora si permetta (vedi, tra le foto, qualche recente costruzione)- questo scempio.
Assessore al Centro Storico, certo tutto questo non è colpa sua, ma non prova un pò di vergogna a non aver mai speso una parola su questo e altri temi che riguardano il nostro Centro storico; è possibile che le interessano solo le problematiche legate al suo sfruttamento commerciale?

ritratto di Marcello Panzarella

In esilio

Caro Pino,
io nemmeno so chi sia adesso l'Assessore al Centro Storico.
Davvero, non so chi è!
Che ci sia non lo metto però in dubbio.
Il mio è un atto di fede:
se dici che esiste allora vuol dire che esiste.
Un caro saluto da un cefalutano in esilio a Cefalù.

ritratto di Salvatore Culotta

Rosalinda non lo dice ma

Rosalinda non lo dice ma devo ritornare a dire che esiste una previsione nel P.P.del Centro Storico, anzi è qualcosa di più, è una precisa indicazione progettuale che coinvolge non solo le mura ma anche la piazza C.Colombo ed il teatro.
Sarebbe bello se si cominciasse a dare risposte a chi cerca in questo paese ben altro oltre ai lidi,pizzerie,bar etc.
A Marcello:non mi è piaciuta affatto quest'ultima cosa che hai scritto :credo che nessuno, e tantomeno io,ti ha mai pensato lontano o estraniato da qui,e per quale motivo dovresti sentirti esiliato? Perchè non conosci il nome di un assessore? Ma gli assessori vanno e vengono velocemente.Le mura restano.
E,rubando due vecchi versi di una poesia di Gaetano Cuccia: "Abbiamo parole pur sempre forti/da preparare avventi", forse fra un anno forse tra mille...

ritratto di Marcello Panzarella

Le mura restano

Sì, Salvatore carissimo,
le mura restano.
Saranno ancora lì, magari ogni millennio sempre più acciaccate, quando di noi non sarà rimasta neppure l'ombra della cenere. Eppure, un giorno, tutto sarà raccolto e restituito.
Grazie del pensiero, grazie, amico mio.

ritratto di Vincenzo Cerrito

Storia

Cara Signora Rosalinda Brancato mi e' piaciuto davvero moltissimo l articolo sulle mura megalitiche di Cefalù ma in generale mi piacerebbe ridare a questo paese il sapore di far riscoprire la sua storia a tutti, convinto che questo possa portare un benefit alla cittadinanza sia culturale che economico. Mi piacerebbe incontrarla di persona per parlarne. Mi scuso in anticipo per la mia intraprendenza ma davvero sono convinto che la nostra storia e i nostri monumenti possano valorizzarsi e valorizzare la città . Grazie e la prego non mi prenda per ineducato o per sfrontato.

ritratto di Leonardo Mento

Voglio sperare.......

che le mura megalitiche che rimangono lungo la costa, la Giudecca, la Postierla, la Fontana.......non venissero deturpati da altri locali, tavoli............