Marchionne: "Una cordata siciliana per Termini? Finora non ho visto niente"

ritratto di Staff

Versione stampabile

"Non lo conosco, non ho visto niente finora. Noi siamo disposti al lavorare con tutti". Lo ha detto l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, rispondendo a chi gli chiedeva informazioni sull'offerta di Simone Cimino (presidente di Cape Natixis Sgr e promotore di una cordata italiana per produrre auto ecologiche nello stabilimento Fiat di Termini Imerese, ndr) per l'impianto siciliano di Termini. A una domanda su un possibile incontro con il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, entro gennaio, Marchionne ha detto: "sono disponibile, quando vuole".
"Non è questo il modo di presentare progetti industriali. Non abbiamo preclusioni ma bisogna sedersi a un tavolo, verificare le offerte e ragionare sui piani industriali. Altrimenti siamo agli annunci pubblicitari e questo non va bene". Lo ha detto il segretario regionale della Uil, Claudio Barone, a margine del congresso siciliano del sindacato a Palermo, commentando l'ipotesi di una cordata siciliana per lo stabilimento Fiat di Termini Imerese lanciata da Simone Cimino.
"Il vero problema è che in Italia non c'é una grande produzione di auto. Il nostro Paese non può essere semplicemente un mercato. Produciamo solo un terzo di quello che acquistiamo. Se si producessero 1,2 milioni di macchine avremmo raggiunto l'obiettivo. Questa è la questione che bisogna porre alla Fiat anche sul futuro di Termini". Lo ha detto Luigi Angeletti, segretario nazionale della Uil, al convegno siciliano del sindacato in Sicilia. "Non c'é bisogno di incentivi anche perché poi vanno a produttori esteri - ha proseguito -. I due terzi sono andati, infatti, ad aziende straniere. Non possiamo rassegnarci all'idea di non produrre auto".