Tutto si è 'liqueso'

ritratto di Giuseppe Riggio

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In un felice spot pubblicitario, il Colosseo si afflosciava e l’attore Gigi Proietti constatava : ‘si è liqueso!’. Non si potrebbe dire meglio: una parola ‘liquida’ che esprime visivamente l’implosione dell’impalcatura socio-politica dell’Italia e che ti provoca stupore e rabbia.
Stupore perché, pur avendo seguito da cittadino comune in questi dieci anni l’involversi della scena politica, marcando di tanto in tanto le anomalie più vistose create da una cultura del potere e della gestione della cosa pubblica assolutamente anomala rispetto alla tradizione, non ho osato immaginare che si potesse giungere a tanto; rabbia perché ci si è arrivati, ma soprattutto per il modo, fraudolento da una parte ed ingenuo dall’altra, con cui ci si è arrivato.
Proprio in questi giorni l’ennesima dimostrazione di questo modo di governare: il Premier ha dovuto ritirare un articolo inserito nel DL sulla manovra finanziaria 2011-2014 che avrebbe momentaneamente salvato la Fininvest dalla ingente situazione debitoria nei confronti di De Benedetti. Nessuno si è assunto la paternità di quella iniziativa; Silvio Berlusconi, senza rossore, ha dichiarato che la norma di legge era giusta perché avrebbe salvato un’azienda, la sua. Altro che rossore, sotto il cerone può dire quel che vuole!
Per 17 anni è stata sempre la stessa musica, se è vero che nel 1994 era sull’orlo del fallimento mentre oggi il suo è uno dei più grandi imperi finanziari in Italia e in Europa. Ciò grazie all’uso spregiudicato del potere politico, con la connivenza dell’intera classe politica di maggioranza e spesso con la leggerezza della stessa opposizione, scimmietta felice che non vede, non sente e non parla.
Non ho niente contro l’imprenditore, comunque egli si chiami: meno male che gli imprenditori ci sono! A condizione che facciano solo gli imprenditori che nei confronti della politica esercitano già un influsso considerevole, restandone tuttavia fuori.
Berlusconi è stato la grande anomalia italiana degli ultimi venti anni e andava stroncato fin dal suo nascere: la sua grande ignoranza sulla Costituzione e sulle Istituzioni, non trovando stroncature immediate, lo ha via via convinto di essere uno statista (anche di questo termine, lui e chi gli stava attorno e come tale lo acclamava, non conoscevano il significato) ed ha affermato, senza colpo ferire, una concezione dello Stato e delle Istituzioni nella quale ha coniugato lo strapotere economico con uno sgorbio di democrazia per far passare, se non ancora nelle Istituzioni certamente nella cultura decadente dei nostri giorni, e rendere definitivamente vero, che chi ha denaro può fare quello che vuole e, innanzitutto, può impadronirsi del potere politico in modo da farsi le leggi a suo piacimento.
Dinanzi ai suoi strafalcioni lessicali ed etico-politici, non dico che il Centro-sinistra è stato ammiccante, ma certamente è stato magari ironicamente sorridente, non l’ha preso sul serio, ha lasciato correre…non è stato vigile come avrebbe dovuto.
Quando poi ci fu l’alternanza e i partiti di sinistra andarono al potere, nella grande coalizione di centro-sinistra, non gli parve vero. Recita un nostro vecchio proverbio: ‘Chi non è abituato a portare gli stivali, quando piove li porta a tracolla’. La fretta di bruciare i tempi per realizzare un programma socialista quasi utopistico, ha bruciato invece il Governo Prodi.
Stesso atteggiamento meritavano i leaders della Lega, non appena cominciarono a vilipendere la Bandiera e l’Inno nazionale. Bossi in testa, con la sua crassa volgarità, molto più pesante quando sa affrontare i problemi nazionali, causati dalla guerra in Libia o dai rifiuti di Napoli, dall’immigrazione di massa o dai problemi del Sud, solo in termini di miseria economica, che quando si esprime con il dito medio.
Non ho mai sentito un suo intervento, non ho mai visto una sua presa di posizione, pro o contro che sia, che abbia avuto la più larvata motivazione culturale o almeno politica.
Parla con la pancia e si rivolge alla pancia della sua gente. E’ uno strano populismo, che non trova radici né analogie nella nostra storia repubblicana, che non è nemmeno lontanamente paragonabile con il nostro movimento separatista né con La Rete di Leoluca Orlando.
Eppure quest’uomo, che rappresenta appena il 10% della popolazione, conduce per il naso Berlusconi e determina la politica nazionale! E’ pur vero che senza Bossi Berlusconi da tempo sarebbe scomparso dalla scena politica, com’è vero che senza Berlusconi Bossi non sarebbe stato il primo attore che è. Ma è culturalmente triste dare del primo attore a un istrione.
Insieme hanno personalizzato la politica italiana; chiaramente entrambi affermano che solo loro prendono le decisioni e quel che meraviglia è che tutti gli altri sono ossequenti e devoti. Una monarchia con due re!
Ora, passi che i due leaders siano osannati e largamente votati dalla massa popolare dei lumbard, in buona parte costituita anche dai meridionali che si sono trapiantati al nord al tempo della grande emigrazione, portandosi dietro la malattia endemica della ‘baronite’ acuta, che al nord si è ben innestata su una ‘borghesite’ d’uguale natura e portata, mentre al sud resta cultura dominante che è una delle maggiori cause del nostro mancato sviluppo, ma non capirò mai come in tutta l’Italia il fenomeno possa interessare la media borghesia e persino una frangia di gente di cultura medio-alta.
L’unica spiegazione può essere l’utile che ne traggono o sperano di trarne, a livello strettamente individualistico, nell’assoluta mancanza di senso sociale e tanto meno nazionale.
Non possono nemmeno vantarsi di una cultura liberale, come invece fanno, perché tutt’al più possono dirsi liberisti. Il berlusconismo, infatti, non ha niente a che fare con l’idea liberale della società e dello Stato, ma è solo la brutta copia del liberismo americano, che si esprime nel Partito delle libertà (al plurale), che ha saputo creare solo l’incultura del profitto a tutti i costi, compreso quello dell’illegalità.
Nemmeno il tempo antecedente a mani pulite aveva prodotto una corruzione così diffusa con l’uso sconsiderato del potere politico a fini delinquenziali o per lo meno riprovevoli per l’etica politica.
Esprimo lo stesso giudizio nei confronti di fatti analoghi a Sinistra, ma è pur vero che numericamente il confronto non regge, come diametralmente opposto è l’atteggiamento degli organi direttivi nei confronti di casi del genere: normalmente li condanna e li espelle dal partito, mentre la destra li difende e li lascia nelle cariche che occupano.
Sto scrivendo mentre si ha conferma del baratro in cui stiamo scivolando grazie alla speculazione finanziaria in borsa: Venerdì nero l’8 Luglio, Lunedì nerissimo l’11. Cala il nostro credito presso le agenzie di rating, rischiamo il fallimento. Eppure fino all’altro ieri ci si diceva che ormai la crisi era alle spalle, che il governo aveva fatto bene perché aveva tenuto i conti in regola, ecc. ecc.
Non sono in grado di addentrarmi in un’analisi economico-finanziaria, non ne ho le competenze e qui sarebbe comunque un’inutile digressione. Da semplice cittadino che ragiona, tuttavia, un’idea me la sono fatta: la situazione attuale è conseguenza del mal governo che ha caratterizzato gli ultimi trent’anni, nei quali le responsabilità si sono via via aggravate perché chi veniva dopo, anziché correre ai ripari delle scelte sbagliate o delle malefatte dei predecessori ha rincarato la dose, con maggiore corruzione, maggiore spreco e assoluta imprevidenza delle conseguenze che il loro fare o non fare avrebbe comportato.
La finanza allegra, i favoritismi, le tangenti, le lobby che hanno gestito il pubblico come cosa privata, gli emolumenti sbalorditivamente esagerati sia nel pubblico che nel privato, la pletora dei parlamentari e i loro privilegi, il non aver voluto perseguire gli evasori fiscali, accontentandosi di un recupero percentuale generalmente inferiore all’aumento della stessa evasione, l’avere tagliato alcune entrate erariali… Colpe gravissime che ricadono soprattutto su chi ha direttamente governato, ma delle quali sono in buona parte corresponsabili coloro che stando all’opposizione non hanno vigilato e denunziato il progressivo degrado mentre godevano degli stessi privilegi.
Se tutte queste cose e molte altre ancora non ci fossero state, la nostra economia sarebbe stata appena sfiorata dalla crisi globale di questi ultimi anni, ed è una scusa inaccettabile affermare che nessuno poteva prevederlo. Loro erano pagati per amministrare bene e per prevedere, perché altri al loro posto avrebbero previsto. In ogni caso la buona amministrazione sarebbe stata ottimo ammortizzatore di qualsiasi possibile male.
Ed invece abbiamo assistito al lento degrado dello stesso Parlamento che da organo legislativo si è trasformato in una sorta di Ente del quale i singoli deputati anziché legislatori appaiono impiegati, interessati solo a rivendicare diritti e privilegi.
In una democrazia moderna è impensabile un Parlamento continuamente sotto ricatto da parte del Governo con la reiteratissima richiesta del voto di fiducia, come è impensabile che ciascun parlamentare anteponga la difesa del suo privilegio di maturare una ingiusta pensione e voti la fiducia a prescindere, in modo da non lasciare la poltrona per 5 anni.
Poteva mai o potrà ancora un edificio con tutte queste crepe nelle strutture portanti restare in piedi? No, si è ‘liqueso’!

ritratto di Giusi Farinella

Tutto si è liqueso in sintonia

Vero "Italia si è liquesa in sintonia" .. di una sintonia diffusa che passa dalla politica e dalla cultura, dai giornali alla tv, da attori e autori a registi e comi­ci, a volte giudici.