19 luglio 2011 al Molo di Cefalù (parte 2° - interventi dei sindaci Guercio e Muffoletto e del commissario M. Borsellino)

ritratto di Pino Lo Presti

Versione stampabile

Giuseppe Guercio, sindaco di Cefalù
Soprattutto - lo dico per i turisti che sono molto frequenti in questa piazza -, io sono molto contento di questa manifestazione.
Ringrazio i giovani dell’Agorà e ringrazio soprattutto don Giuseppe Licciardi che ne è uno degli autori (nessuno lo ha ricordato ma è uno degli autori pure di questa nascita di questo movimento giovanile).
Io ringrazio soprattutto la società civile di Cefalù perchè non sono solo i giovani che hanno partecipato, ma molti adulti hanno risposto pure a questo invito. La massiccia presenza dei cefaludesi sta a indicare che nel cuore, nel DNA dei cefaludesi c’è quello spirito di legalità che tutti i cefaludesi abbiamo. Certo Cefalù, lo voglio dire come Sindaco di questa città, è stata, in un certo qual senso, fuori dal fenomeno mafioso; soltanto agli inizi degli anni ‘80, marginalmente ci sono stati dei fenomeni che poi sono stati così, proprio all’inizio, decapitati. Cefalù è una città attualmente tranquilla però non possiamo dimenticare il sacrificio di Paolo Borsellino, e volevo ricordare anche il sacrificio di tanti altri cittadini anonimi che hanno perso la vita proprio a causa della mafia: agricoltori, persone che lavoravano nei campi (io parlo della vecchia mafia), che hanno perso la vita perché si sono opposti alla mafia.
Quindi diciamo che questo giorno deve ricordare non solo Paolo Borsellino, che ha sacrificato la sua vita per noi, non solo per noi siciliani, ma, penso, per tutta l’umanità perché la mafia non colpisce soltanto la Sicilia ma colpisce la umanità intera. Un fatto che mi rattrista è quello che Paolo Borsellino purtroppo ha pagato perché si è opposto alla trattativa tra mafia e Stato, e oggi ci sono dei sospetti che anche le istituzioni possono essere coinvolte - almeno a livello di servizi segreti deviati - nella strage di via d’Amelio e di Capaci; e questo mi rattrista moltissimo e spero, come tutti voi, che al più presto si arrivi alla verità perché almeno rimanga questo nel cuore dei siciliani.
Per quanto riguarda i giovani, io sono ben lieto se loro si avvicinano alle istituzioni. Purtroppo ... le idee; io ho anche dei figli, e spesso mi rimproverano su quello che dovrei fare, però tra la idea e il fare c’è molto da faticare perché ai comuni sono stati sottratti degli incentivi e questo ci impedisce di potere portare avanti quelli che sono i nostri programmi. Bisogna snellire la burocrazia perché la burocrazia spesso porta a far emergere la mafia, quindi bisogna avere delle leggi che favoriscano gli amministratori che danno un via libera a tutti politici per poter portare avanti quelli che sono i programmi. Io credo che a Cefalù non c’è corruzione. Purtroppo, voi lo sapete, noi abbiamo cercato un po’ di fare pulizia in determinati uffici dove c’erano delle incrostazioni e questo è un merito che la mia Amministrazione si può vantare. Noi siamo per la legalità e combattiamo tutto ciò che è illegale. Io, ancora una volta, dico a voi giovani che l’Amministrazione comunale vi aspetta; siamo ben disposti a collaborare e mi auguro che nel prossimo anno, quando ci saranno le prossime elezioni amministrative, un gruppo folto di voi possa partecipare all’attività politica perché in questi ultimi anni si è assistito soltanto ad un allontanamento delle persone giuste dalla politica. Quindi io spero, come speriamo tutti noi, tutti quelli che siamo presenti in questa piazza, nella vostra partecipazione a creare una società migliore.

Pippo Scandurra, Presidente della Federazione nazionale antiracket
Ho sempre partecipato, in questi ultimi 19 anni, alle commemorazioni, e a questa in particolare ho voluto partecipare perché ci sono arrivati degli inviti molto semplici. Ci siamo incontrati a Roma con i ragazzi di “Addio-Pizzo”, poi con i ragazzi anche di “Libero-Futuro”; mi hanno detto di questa iniziativa e ho pensato di partecipare e di fare partecipare anche le associazioni antiracket della nostra Sicilia. Poco fa è andato via un testimone di giustizia che è stato molto nell’occhio delle associazioni criminose: poco tempo fa ha subito un attentato.
In Sicilia ci sono 40 associazioni e quasi tutte nascono da movimenti giovanili studenteschi, e quasi sempre - per ogni associazione antiracket che nasce - c’è un sacerdote, un sacerdote che ci guida. Penso a Gela, una città che definivamo “antistato”; siamo riusciti soprattutto perché abbiamo trovato un sacerdote eccezionale e molti imprenditori che attorno a lui hanno fatto nascere questa associazione antiracket a Gela. Penso a quanto accade a Barcellona Pozzo di Gozzo; anche lì è nata un’associazione antiracket grazie ad un sacerdote.
Se si riesce fare rete si può riuscire anche in ciò che sta accadendo a Palermo, grazie a questi ragazzi di “Addio pizzo” che permisero, assieme agli imprenditori di “Libero Futuro”, di far nascere una delle situazioni più importante d’Italia. Fino a qualche anno fa era impensabile che imprenditori venissero a denunciare, oggi vengono a centinaia. Ecco c’è una rivoluzione. Rispetto alla Calabria, in Sicilia si è formata una coscienza completamente diversa, c’è una reazione grazie a loro! Questa nostra terra è stata molta oltraggiata: dall’uccisione di Libero Grassi e di Don Pino Puglisi, a tutti magistrati che sono stati uccisi ma anche ai tanti carabinieri e ai tanti poliziotti che non hanno mai rinunciato al loro dovere, come quelli della scorta a Borsellino e Falcone.
Certamente voi oggi avete buttato un seme importantissimo nella nostra Provincia. Spero che anche a Cefalù possa nascere un’associazione antiracket di imprenditori; sicuramente in questa terra e in questa città ci sono imprenditori che hanno bisogno di legalità e di libertà d’impresa.
Io mi confronto anche con le FF.OO. palermitane e sò che anche a Cefalù c’è qualche problema, c’è qualche difficoltà. Io sò che c’è il Presidente dell’associazione antiracket di Palermo che quasi settimanalmente si incontra con le FF.OO di Cefalù per aiutare gli imprenditori che cercano di denunciare e che non sono solo di Cefalù ma anche del territorio. Quello che chiedo è che se oggi noi vogliamo dare una grande risposta a Paolo Borsellino è proprio quella di fare la nostra parte.
La Chiesa è straordinaria, i ragazzi sono straordinari, le scuole, gli studenti, i docenti sono straordinari, le famiglie sono straordinarie, ma abbiamo bisogno della politica vera, abbiamo bisogno della politica onesta; e io lo grido quà ad alta voce. Penso che tutta la gente che oggi ha partecipato a questa manifestazione non è solo accanto a Borsellino ma a tutti i magistrati che la politica cerca sempre di delegittimare. Siamo con loro, siamo con tutti i Giudici, con tutte le Procure di Palermo, di Caltanissetta, con le Procure di Milano; questi sono uomini che sono stati i colleghi di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone e sono uomini, magistrati, istituzioni che non devono essere lasciati soli. Da qui può partire un messaggio importantissimo, un messaggio di solidarietà, legalità e di unità.

Giovane amministratore dell’associazione “Giovani amministratori madoniti”
Oggi si rende omaggio ad un eroe che ha fatto del rispetto della legalità il suo credo quotidiano. Legalità - è stato detto - è uno stile di vita; noi giovani generazioni dobbiamo raccogliere fortemente il suo insegnamento e lo stile di vita che ha donato ai suoi figli. Oggi chi mi ha preceduto ha posto delle domande soprattutto rivolte agli amministratori, ed io sento di dover rispondere, come giovane amministratore, dicendo che una risposta può essere data dalla nostra associazione, da quest’organismo che mette assieme per la prima volta nel nostro comprensorio, nella regione Sicilia, i giovani amministratori stimolando la partecipazione, stimolando le iniziative progettuali, stimolando la legalità, stimolando la partecipazione, una partecipazione libera perché solo liberamente si può far crescere insieme il nostro territorio.
Concludo con un invito al Consiglio comunale di Cefalù a portare nel suo consesso la Mozione antimafia che noi, con l’associazione giovani amministratori madoniti, abbiamo fatta nostra, proposta da Anci-giovani, che impegna il Comune a costituirsi parte civile nei processi di mafia e che impegni ad attivare tutta una serie di iniziative ed attività che vanno nel segno della legalità. Consegneremo tutte queste Delibere - che sono state già approvate da tutti i consigli comunali del Comprensorio delle alte e delle basse Madonie e di parte dell’imerese -, al Prefetto di Palermo, come consegna simbolica.
Concludo con una riflessione - facendo riferimento al foglio di collegamento e facendo riferimento alla conclusione con cui Sua eccellenza il Vescovo conclude il piccolo articolo “il Vescovo incontra l’Agorà” - perché ritengo che questo sia proprio il caposaldo, sia l’aspetto principale che deve portare avanti quello che è il fine, l’impegno di tutti giovani. Chi fa molto può sbagliare - e molto - ma chi non fa nulla ha già sbagliato. Insieme all’Agorà possiamo crescere, dobbiamo crescere per fare della nostra terra, del nostro Comprensorio ... e cercare di sviluppare insieme perché sviluppando si può crescere.

Mario Cicero, Sindaco di Castelbuono.
Stasera i ragazzi dell’Agorà ci danno una grande speranza; qui c’è un pezzo di Sicilia che vuole credere fortemente che noi non ci rassegniamo e vogliamo ricordare gli uomini che sono stati uccisi dalla mafia - ci sono stati anche politici purtroppo, come magistrati, poliziotti, bambini innocenti -, per dire che questa Sicilia è una Sicilia dalla testa alta e vuole confrontarsi con il mondo valorizzando quello che abbiamo. Questa sera, devo dire grazie all’Agorà di Cefalù, perchè voi, senza forse neanche pensarci, avete reso “Capitale di questo Comprensorio” la vostra città. Qui ci siamo diversi sindaci e amministratori, persone che sono venute dalle altre realtà; abbiamo sentito la esigenza di vederci tutti insieme per costruire insieme questo percorso che vede un Comprensorio che non vuole cedere, che non vuole fare dell’antimafia una professione, ma un antimafia che lavora ogni giorno, dando risposte ai nostri cittadini, affermando il principio della legalità, della trasparenza, del massimo confronto, dando spazio ai giovani, ai professionisti, agli imprenditori di poter investire, di poter credere che in questa terra si può fare sempre di più. Tutto questo lo stiamo facendo; le Madonie sono in marcia in questo senso, basta vedere l’attività che stiamo portando avanti con questa idea bellissima di creare la Città-rete Madonie-Termini. È un grande progetto che deve camminare sulle nostre gambe. Noi ce la stiamo mettendo tutta; da amministratori ci crediamo ma siamo anche convinti che la gente della Madonie, la gente di questi paesi ci crede. E allora, con questa grande speranza, con il grande invito fatto questa sera, di rendere grande questa terra, io vi ringrazio e in nome della mia comunità vi dico che non ci dobbiamo più fermare e dobbiamo costruire insieme altri momenti perché questa terra merita una grande prospettiva e i nostri giovani, come si è detto, a differenza della Calabria e di altre regioni del sud, hanno acquisito una grande autorevolezza. Questi territori, noi amministratori, stiamo cercando di fare del meglio per riuscire. Voi ci date la speranza che non siamo soli perché molte volte noi amministratori, quando non abbiamo il conforto dei cittadini, ci sentiamo soli. Ma da stasera c’è una nuova ripresa, uno slancio per continuare.

Toni Franco, consigliere comunale di Cefalù.
Questa sera voglio portare la testimonianza del “Progetto-Legalità” del Liceo classico Mandralisca.
In questa città abbiamo provato a sperimentare una forma diversa di progetto scolastico. Dopo vari tentativi, nel 2006, siamo riusciti a partire con un progetto che fosse dichiaratamente un progetto di educazione e cultura della legalità, fondato sulla lotta alla mafia. Questo perché, voglio dire questa sera, perché Paolo Borsellino amava molto dialogare con i giovani delle scuole. Uno dei suoi ultimi gesti fu quello di rispondere ad una lettera di una scuola del Nord con cui i giovani studenti gli chiedevano la sua presenza in una loro attività. Ma egli impossibilitato ad andare, con la sua consueta meticolosità, scrisse loro una lettera.
Forte di questo messaggio il liceo Mandralisca di Cefalù ha sperimentato in questi anni un progetto che ha coinvolto decine e decine di giovani. Un progetto che significativamente, dagli stessi ragazzi è stato intitolato “mafia delenda est”, bisogna distruggere la mafia. È un progetto che è partito dalla storia del nostro territorio. Perché non è vero che il nostro territorio, Cefalù e le Madonie, è un’isola felice rispetto al resto della Sicilia. Dalle nostre parti, il banditismo, la mafia hanno trovato terreno fertile soprattutto nella omertà e nel silenzio, talora anche di coloro che avevano la responsabilità di denunciare.
Questo è giusto che i giovani delle scuole lo studino, lo approfondiscano, lo discutano. Hanno conosciuto i testimoni della lotta alla mafia che hanno sacrificato la loro vita ma soprattutto hanno conosciuto persone vive. L’intendimento di questo corso, che da alcuni anni si svolge al Liceo, è stato quello di confrontarsi con le persone che più direttamente potevano parlar loro non di eroi, non di santini, ma di persone vere, di servitori dello Stato, di uomini delle istituzioni, di uomini della società civile, di uomini e donne che hanno sacrificato la loro vita, svolgendo nella quotidianità sino in fondo il loro dovere, che non hanno accettato alcun compromesso, che hanno sentito - come diceva Paolo Borsellino - “il puzzo del compromesso e della contiguità” e li hanno rifiutati fino in fondo.
Si sono seduti accanto giovani che venivano da famiglie diverse, da paesi diversi, di estrazione economica e sociale diverse (il bello della scuola pubblica statale, che mette accanto il figlio dell’anarchico e il figlio del poliziotto o del carabiniere, che mette accanto il figlio del componente della sinistra con il figlio del componente della destra), e tutti hanno discusso, si sono confrontati, sono cresciuti, sono maturati insieme. Oggi alcuni di loro hanno deciso, ne siamo orgogliosi, di concludere il loro percorso scolastico, dopo la maturità, venendo qui a partecipare a questo corteo fino in fondo, questa sera, qui, in rappresentanza non solo del Liceo classico Mandralisca, ma in rappresentanza di tutti giovani - e ce ne sono tanti che questa scuola hanno frequentato -, dei tanti giovani della scuola di Cefalù che vogliono, desiderano, pretendono dalle istituzioni e dalle scuole progetti di questo genere. Noi non vogliamo essere i primi, vogliamo essere tra i tanti, e quindi è questo che chiediamo: che si dia possibilità di potere continuare a discutere a dialogare, a rendere protagonisti i giovani delle nostre scuole in progetti di crescita, di formazione, di testimonianza e, finalmente, di protagonismo in questa società. Questo l’augurio che noi facciamo, questo è il ringraziamento che orgogliosi facciamo a questi giovani che questa sera sono qui per testimoniare la loro voglia di legalità.

Giuseppe Muffoletto, Sindaco di Gratteri
Avevo già espresso un mio breve pensiero, alla villa comunale, ad una radio locale. Ma mi sono detto che, come Sindaco, pur di una piccola comunità come quella di Gratteri, avevo il dovere di salutarvi e di dire la mia con tre riflessioni.
In quest’anno, 150º dell’unità d’Italia, ho scoperto una figura di un gratterese che si chiamava Francesco Bonafede. Questo signore - che partecipò ai moti di quegli anni assieme al nostro Spinuzza - fu l’anima della rivoluzione di Palermo nel 1866. Bastava un suo segno perché quella rivoluzione non avvenisse; e gli promisero un ministero nel governo dell’epoca solo che avesse abiurato ai suoi principi e ai suoi convincimenti di libertà. Francesco Bonafede si espresse dicendo che Bonafede non abiura: non tornò indietro, non commercializzò la sua dignità.
Io credo che Paolo Borsellino si è comportato al pari di Francesco Bonafede: non ha inteso accondiscendere a mediazioni di sorta con il nemico della società che era e continua ad essere Cosa nostra. Ecco perché ha pagato con la sua vita.
Un’altra riflessione: perché Cefalù non ha mai vissuto una esperienza come questa di stasera? Per le note caratteriali di noi cefaludesi? Forse!
Ma forse perché Cefalù - così come ha correttamente ricordato il Sindaco di Cefalù -, forse non ha vissuto in prima persona esperienze drammatiche, fatti di sangue, determinati dalla mafia. Però, signor Sindaco, chi le parla - lei sa che fa l’avvocato ormai da 35 anni - può affermare - perché in questo senso si sono espressi da sempre i rapporti dell’Arma dei carabinieri, della Questura - che Cefalù per tanti anni è stata la Svizzera della mafia. Ecco perché Cefalù non ha conosciuto fatti di sangue, perché i capi-mandamento, i capi-decina, si occupavano degli affari e quindi non avevano assolutamente interesse che a Cefalù scorresse del sangue, perché di fronte al sangue lo Stato reagisce in una certa maniera e quindi questa oasi apparentemente felice costituì un luogo in cui le transazioni finanziarie sono avvenute a tutto vantaggio dei patrimoni illeciti.
Cefalù ha conosciuto decine di escavatori bruciati, di camion bruciati; sono espressione certamente di cose negative, no? Una cosa poi sono le emergenze processuali, che come lei correttamente ha detto interessarono Cefalù negli anni ‘80 e che il più delle volte finirono con delle assoluzioni. Ma questa è storia processuale!
Un’ultima riflessione: qualcuno ha chiesto all’inizio “ci dicano gli amministratori: c’è speranza che questi giovani cefaludesi e non, che si sono dovuti allontanare alla ricerca di una prospettiva di lavoro, possano far ritorno nella loro terra”?
Vi dico con molta sincerità che nutro notevoli dubbi.
È stato correttamente osservato, dal dottor Guercio, che ben poco possono fare i sindaci. Da alcuni anni a questa parte c’è una falcidia di trasferimenti finanziari ai comuni da parte dello Stato e da parte della Regione Sicilia. Addirittura le novità della legge finanziaria ultima aggravano questa situazione. E allora guardiamo oltre: questo Stato, ci aiuterà in questo senso? Uno Stato retto da inquisiti, da condannati? In cui si preferisce, invece di occuparsi degli interessi nazionali, passare le serate con le escort e con il bunga bunga? Io ho sessant’anni, mi occupo di amministrazione degli enti locali da una trentina d’anni. Vi posso assicurare che mai come in questo momento abbiamo toccato il fondo: è una nave “sanza nucchuiero in gran tempesta”, Eccellenza, e se non si cambia, se non si cambia, non c’è speranza.
E io sono certo che voi sapete guardare lontano. È stato ricordato che quella immagine è di un uomo che guarda lontano. Impariamo a farlo anche noi.

L’arrivo di Manfredi Borsellino con la moglie e il loro figlioletto Paolo.

Viene proiettato un video, su Paolo Borsellino, montato da Franco Turdo

Manfredi Borsellino, Commissario della Polizia di Stato di Cefalù

ASCOLTA L’AUDIO

Ai giovani: “non fermatevi”, e poi, rivolto all’avv. Muffoletto: “(le sue considerazioni)... per ragioni di opportunità, ma le condivido”!

Vito Patanella, assessore al Comune di Cefalù
Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muri, Walter Teddy Cosina, Claudio Traina, sono gli angeli che, assieme a Borsellino, sono in cielo. Oggi il Vescovo ha chiesto a Borsellino di proporre a nostro Signore di pregare e vegliare sul nostro paese, sulla nostra Sicilia. Io chiedo a questi angeli, che sono stati giovani come tutti voi, e che hanno visto spezzare i loro sogni quel terribile 19 luglio del 1992, di assistere voi giovani perché non conosciate quello che loro hanno vissuto sulla loro pelle, perché il vostro sogno non si fermi più.

Mauro Caliò, Presidente di Legambiente
Parlare questa sera è sicuramente molto difficile. Dopo la fiaccolata, dopo il video e a conclusione di tutti questi interventi, trattenere la commozione è effettivamente molto difficile. Persone come Paolo Borsellino ci hanno lasciato una eredità, una eredità importante e impegnativa, una eredità che è fatta di valori, di valori come la legalità appunto. Legalità è una parola alla quale possiamo dare tanti significati. Legalità è anche parità di diritti, legalità è anche rispetto del nostro prossimo. E purtroppo sono valori ai quali a volte nella vita non siamo stati abituati - soprattutto forse i più giovani sono stati abituati alla necessità, al favore, all’obbligo -, e purtroppo capisco che queste sono cose che scoraggiano e allontanano i giovani dalla partecipazione. Perché si viene scoraggiati e si pensa che non ha senso, che non valga la pena di continuare a lottare e andare avanti per questa libertà e questi valori. Per questo abbiamo l’obbligo di trasmettere, di comunicare l’importanza di questi valori di cui questa sera stiamo parlando. Io vorrei soltanto trasmettervi quello che l’Agorà ha trasmesso a me. Agorà ci ha dato la possibilità di incontrarci come persone libere. Io ho conosciuto, anche durante questi giorni dei preparativi della fiaccolata, persone completamente diverse da me, diverse per pensiero, per ideologia, con le quali però abbiamo lavorato nel più totale accordo, con i quali abbiamo potuto scambiare opinioni, confrontarci, crescere insieme, senza mai la minima ombra, il minimo dubbio che ci fosse un secondo fine: questa è la vera libertà che l’Agorà ci ha dato la possibilità di vivere. La nostra terra ha bisogno di questa libertà, la nostra terra ha bisogno di persone libere, libere da questi lacci, dei lacci della schiavitù del favoritismo, della necessità. E io spero, per concludere, che questa terra, questa popolazione - e soprattutto i nostri giovani - possano da domani pretendere di diventare protagonisti della loro storia e soprattutto di non farsi mai assoggettare da niente e da nessuno.

Paola Castiglia, direttrice de “La Voce web”
“Purché se ne parli”.
Il mio “purché se ne parli” è “cosa farò domani”? Vorrei che ce lo chiedessimo tutti, cioè in un momento come questo nel quale è anche bello ritrovarsi, incontrarsi, combattere la mafia con i colori di un manifesto, è molto più facile pensare che la mafia sia una cosa facilmente identificabile, ridicolizzabile, che si possa combattere in modo semplice. Però domani quando la fiaccolata sarà finita e non saremo più in piazza, cosa farò domani? Questo quello che io mi propongo di fare - e poi ognuno di voi farà una proposta a se stesso -: io domani mi propongo di essere sospettosa e di fare di questo mio essere sospettosa un’ ancora forte alla quale mi voglio appigliare, e guarderò e mi chiederò perché ci sono tante cave tutte al sud, mi chiederò dove vanno a finire i rifiuti di tutta l’Europa e perché ne arriva un terzo in meno rispetto a quello che dovrebbe arrivarne - per esempio negli inceneritori tedeschi - quando noi mandiamo le nostre commesse alla Germania, dove vanno a finire gli altri rifiuti. Mi chiederò perché in una città, come Cefalù, si continua a costruire invece che investire sul turismo e perché sacchi di cemento continuano a portare così tanto lavoro e così tanto interesse. E tutte queste domande io me le farò perché, Giovanni Falcone - e questo ce lo diceva anche Borsellino, dopo che Giovanni Falcone morì - si chiedeva dove stesse la mafia cercando, inseguendo i “piccioli” (lui diceva così).
Io questa cosa, sono passati 19 anni, l’ho ritradotta alla mia maniera, io inseguo i fatti di cemento, e inseguo la “munnizza”, io voglio capire, da questi, dove sta la mafia e me lo chiederò ogni giorno, e vorrei che ce lo chiedessimo noi tutti ogni giorno, perché la mafia è non solo purtroppo dentro le nostre istituzioni quando danno gli appalti, ma all’interno dei nostri uffici più importanti, uffici che gestiscono il bilancio, uffici che gestiscono la urbanistica quando si rilasciano le concessioni.
Io voglio chiedere soltanto una cosa al Sindaco di Cefalù: di fare un investimento importante per questa città, il più grande investimento che si possa fare. Da qualche tempo, è cambiato all’ufficio urbanistica un dirigente, adesso è l’ingegnere Duca. L’ingegnere Duca finisce il suo mandato il giorno 31 luglio. Da quando c’è lui non sono state rilasciate concessioni edilizie, si è fermato tutto, si è blindato l’ufficio urbanistica. E dentro entra solo lui per capire cosa stava succedendo a Cefalù. Vi prego investiamo su Cefalù, non facciamo andare via, giorno 31, l’ingegnere Duca.

Il Sindaco
Scusate, anche per un chiarimento. L’ingegnere Duca non finisce il mandato il giorno 31 luglio ma essendo vincitore di un concorso è effettivo per cui non andrà via. Il giorno 31 gli verrà pertanto rinnovato da me l’incarico come responsabile sia dell’ufficio Urbanistica ma anche dei Lavori Pubblici. Quindi rassicuro la signorina Castiglia che non andrà via.

Dopo i ringraziamenti agli intervenuti e a chi ha contribuito alla riuscita della manifestazione, sono stati letti nomi delle vittime della mafia.

19 lanterne “della legalità”, tanti quanti sono gli anni che ci separano da quel 1992

-Manfredi Borsellino e Don Licciardi

- “ERA” ha curato il servizio d’ordine