REGOLE, LEGALITA’E ILLEGALITA’

ritratto di Saro Di Paola
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Che il CAMBIO del responsabile del SERVIZIO URBANISTICA possa essere CAUSA DI RITARDI nel rilascio di permessi di costruire, autorizzazioni e certificazioni varie è FISIOLOGICO.
In tutti i Comuni.

Ciò a prescindere dalla preparazione del tecnico e dalle sue pregresse esperienze.
E’, infatti, difficile per chiunque applicare regole urbanistiche che, nella molteplicità degli aspetti e dei punti di vista rispetto ai quali devono essere osservate e gestite, sono, in larga misura dettate da strumenti urbanistici e da regolamenti edilizi che variano da Comune a Comune.
Personalmente, dopo circa trentasette anni, ho ancora vivo il ricordo delle difficoltà che, nel 1974, ho incontrato per esprimere il mio primo parere di nuovo componente la commissione edilizia del tempo.
Era il più banale dei progetti : una casa in zona agricola.
Però, in un terreno accidentato, a valle della strada per Campella.
In località Roccazzo.

Quella casa, agli occhi miei, dei tre architetti che insieme a me erano stati chiamati a far parte della commissione e dell’ingegnere che si era appena insediato a capo dell’Ufficio Tecnico Comunale, aveva le caratteristiche tipologiche di una villetta.
Per di più, in una parte del prospetto lato mare, il piano interrato che, per la morfologia del terreno non poteva non essere previsto nel progetto, fuorusciva dal piano di campagna.
Tante furono le domande che, una dopo l’altra, ci ponemmo :
quale era l’altezza della casa ?
Quale era il suo volume edilizio ?
Quanti erano i suoi piani ?
Aveva la casa le caratteristiche tipologiche di una casa agricola ?

Domande che ci venivano come le ciliegie.
Per risposte che, invece, come le ciliegie non ci venivano.
Impasse,ritardi, proteste e insofferenza.
Anche allora.
Ma cosa vogliono “QUESTI NUOVI giovani SAPIENTONI” della Commissione edilizia ?
Noi VOLEVAMO CAPIRE.
Volevamo, soltanto, capire come applicare le regole di una materia
L’URBANISTICA che NON E’ UNA SCIENZA ESATTA .
Neanche nella pianura Padana.
Figuriamoci in un territorio morfologicamente tormentato come quello di Cefalù.

Una materia nella quale DEFINIRE IL CONFINE tra il LEGALE e l’ILLEGALE,
in moltissimi casi è FACILLISSIMO ma,
in moltissimi casi è DIFFICILISSIMO.

Ciò, a mio giudizio, per quelle che sono state, e sono, le CARENZE e LA FARROGINOSITA’ DI FONDO della LEGISLAZIONE che, nel suo complesso, regola la materia.

Ciò, a mio giudizio, per l’impossibilità, che le regole -piani e regolamenti locali- , pur elaborate da tecnici, risultino esaustive sul piano tecnico-applicativo.

Ciò, a mio giudizio, per quelle deformazioni e/o alterazioni che, nel corso delle procedure di adozione,i politici hanno la facoltà di aggiungere alle regole elaborate dai tecnici.

DIFFICILE era, allora nella “prima repubblica”, il ruolo di componenti della Commissione edilizia.
DIFFICILE era, allora nella “prima repubblica”, il ruolo di ingegnere capo dell’ufficio tecnico di un Comune.
DIIFICILE era, allora nella "prima repubblica", il ruolo del sindaco o dell'assessore al ramo.
Oltre che difficili, erano ruoli, anche, RISCHIOSI.

In tanti siamo stati ad avere subito denunce e, in qualche caso, anche processi.
Personalmente, in un caso, insieme ad un’altra decina tra tecnici e politici, ho rischiato la galera : ARTICOLO 416 BIS del codice Penale.
Ahinoi, avremmo costituito una associazione di tipo mafioso per favorire un consigliere comunale a danno di un cittadino al quale non avevamo rilasciato il parere –ovviamente favorevole- per costruirsi una casa.

Da sospetti, denunce e processi SIAMO USCITI A TESTA ALTA.
SEMPRE!
Eppure, negli anni del boom edilizio che si ebbe dopo l’approvazione dei piani particolareggiati, la commissione edilizia, l’ ufficio tecnico e l’ assessore al ramo,
superate le difficoltà iniziali e quelle sopravvenute all’applicazione delle norme introdotte dai nuovi piani, riuscimmo in una impresa che, prima e dopo, non è più riuscita :
ELIMINARE LA GIACENZA DELLE “PRATICHE”.
Le istanze dei cittadini venivano esitate dalla Commissione nella settimana successiva alla presentazione.
Per accertarlo basta andare nell’archivio comunale.

Se i ruoli per gestire l’urbanistica e l’edilizia, nella prima repubblica erano difficili,
oggi nella “seconda repubblica”,
IL RUOLO DI RESPONSABILE DEL SERVIZIO URBANISTICA E’ DIFFICILISSIMO.
Fondamentalmente perché, IL RESPONSABILE E’ SOLO.
Nelle sue decisioni, nelle sue responsabilità.

Il tavolo tecnico tra l’ingegnere Duca e i tecnici che operano a Cefalù ,
può essere decisivo perché si instauri quel giusto dialogo che, a mio giudizio,
nella buona fede delle parti in causa,
è indispensabile per superare IMPASSE e SOSPETTI,
per uscire dalla paralisi dell’attività edilizia.
Compatibilmente, ovviamente, alla rimozione di quell’enorme macigno che sull’attività medesima incombe :
LA DEPURAZIONE DEI LIQUAMI.

A pochi mesi dall’insediamento del nuovo responsabile invocarne la rimozione
NON SERVE alla causa.
ANZI, alla causa, NUOCE !

A NUOCERE, invece, ALLA CITTA’ DI CEFALU’, ALLA SUA IMMAGINE,
ALLA SUA STORIA,
è l’insistenza con la quale si continua a parlare di LEGALITA’ e di ILLEGALITA’.

Le regole per l’ edilizia a Cefalù esistono.
Per fortuna.
Sono obsolete, ma esistono.

Ovviamente, con le carenze e con i limiti che Cefalù a quelle regole è finita per dare.

LE REGOLE ESISTONO, DA OLTRE 35 ANNI.
Con gli aggiornamenti che, in questi 35 anni, Cefalù ha potuto, e saputo, fare.

Le regole esistono e, PER OLTRE 35 ANNI, SONO STATE GESTITE.
Come lo sono state.
NEL BENE E NEL MALE.

Però, ad oggi, sino a prova contraria,
NON V’E’ STATO UN SOLO GIUDICE che abbia condannato
UNO SOLO
DI QUANTI, nel tempo, siamo stati chiamati a gestirle :
nei ruoli di componenti la commissione edilizia, di responsabile dell’ufficio tecnico o del servizio urbanistica, di assessori al ramo o di sindaco.

Saro Di Paola, 12 agosto 2011