AFFINCHE’ LA MORTE NON SIA EMERGENZA ….. ANZI ! (parte seconda)

ritratto di Saro Di Paola
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“L’ampliamento del Cimitero è un’opera che si può AUTOFINANZIARE.
ANZI ! È un’opera sulla quale il Comune avrebbe potuto, e potrebbe ancora, puntare per ridurre il buco del suo bilancio.”

Così, il 10 dicembre, ho concluso il mio scritto “AFFINCHE’ LA MORTE NON SIA EMERGENZA ….. ANZI! (parte prima)”, aggiungendo che avrei illustrato in altro scritto che mi ripromettevo di pubblicare sotto il titolo “AFFINCHE’ LA MORTE NON SIA EMERGENZA ….. ANZI! (parte seconda), COME e di QUANTO il Comune avrebbe potuto ridurre il buco del suo bilancio con l’ampliamento del cimitero.

Me ne ero scordato.
A farmi ricordare della promessa che non avevo, ancora, onorato è stata la notizia della vendita all’asta, da parte dell’AMA di Roma, di alcune cappelle gentilizie abbandonate, perché senza eredi, del cimitero del Verano.
Una notizia che ha fatto clamore su giornali e telegiornali per gli importi con i quali sono state aggiudicate all’asta due cappelle gentilizie per le quali la municipalizzata di Roma aveva fissato la base d’asta in 150.000 euro.
Le due cappelle sono state aggiudicate per gli importi di 930.000 euro e 650.000 euro che sono, pari se non superiori a quelli con i quali, a Roma, si vendono e si acquistano appartamenti di pregio in prestigiose zone residenziali.

Personalmente non mi sono affatto meravigliato.
Ciò, non solo perché da Djoser a Lenin, da Cheope a Berlusconi, piramidi e mausolei hanno dimostrato quanto “ad personam” siano stati, e siano, il modo ed il luogo in cui i “grandi” abbiano voluto, e vogliano, conservare le proprie spoglie.
Ciò, per quella consapevolezza che, a Cefalù, mi hanno inculcato espressioni, assai ricorrenti, che, negli anni, ho avuto occasione di ascoltare dalla voce di concittadini di diversa estrazione sociale e di diversa abbienza :
“pur di avere un lotto al cimitero per una cappella di famiglia non guarderei a spesa”, “pur di potere riunire in unica cappella le spoglie dei miei defunti mi venderei pure la casa dove abito”, “pur di trovare due posti in una stessa cappella per me e per mia moglie pagherei sino a cinquanta milioni”……….
Consapevolezza che mi fa affermare,con assoluta certezza ,che i 105 lotti per cappelle gentilizie previsti nel progetto di ampliamento del cimitero, se messi all’asta, andrebbero a ruba.
Proprio come è avvenuto per le cappelle gentilizie del cimitero del Verano.

Detto del “COME” non mi resta che dire del “QUANTO” il Comune potrebbe ricavarne dalla vendita.
È, ovviamente, un quanto STIMATO.
Ma, a mio giudizio, per difetto.
Assumendo per prezzo a base d’asta del singolo lotto € 40.000 e prevedendo l’aggiudicazione dei lotti ad una media di € 50.000, nelle casse del Comune potrebbero entrare : n° 105 lotti x € 50.000 = € 5.250.000.

Il che,essendo l’importo complessivo del progetto di ampliamento di poco inferiore a 3.000.000 di euro, vorrebbe dire che nelle casse del Comune resterebbero non meno di 2.000.000 di euro.
Il che vorrebbe, anche, dire che, eseguite le opere di sistemazione dell’area di ampliamento previste nel progetto (sbancamenti, muri di sostegno, muri di recinzione, viali, rete idrica, rete elettrica ……) e realizzati i mille loculi pubblici previsti nel progetto medesimo, il Comune, annualmente, potrebbe fare fronte alle spese di pulizia, di manutenzione e di gestione ordinarie di tutto il cimitero con i proventi della vendita dei loculi pubblici.
Ciò almeno per i prossimi cinquanta anni.
Saro Di Paola, 16 gennaio 2010