Le condizioni di lavoro del medico in Europa

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Comunicato Stampa

I medici italiani somigliano per molti aspetti ai loro colleghi europei: condizioni di lavoro sempre più pesanti e gravate da rischi crescenti medico legali, a fronte di un calo diffuso del potere di acquisto delle loro retribuzioni. E’ quanto è emerso nel corso del Convegno organizzato dall’Anaao Assomed (Associazione dei medici ospedalieri) e la Fems (Federazione europea dei medici salariati) che si è svolto oggi a Catania con il patrocinio del Comune, presente l’Assessore alla sanità, Vittorio Virgilio, che ha espresso apprezzamento per i temi trattati durante il convegno, dimostrando una particolare sensibilità per i problemi della categoria.

I sistemi sanitari dei Paesi europei presentano, infatti, marcati elementi di omogeneità che si prestano anche ad un confronto con la realtà in cui si trovano oggi i medici italiani, sottoposti a continui attacchi al loro ruolo ed alla loro professionalità in un contesto di definanziamento.

“I dati raccolti sui salari dei medici europei – ha detto Rosario Grosso, Delegato Anaao Assomed alla Fems e Segretario Organizzativo dell’Associazione in Sicilia – riflettono la situazione economica dei singoli Stati e incidono per il 60-65% dei costi totali. L’Italia si posiziona tra i primi Paesi per la retribuzione delle figure apicali, mentre per le figure intermedie rimane in linea con i paesi dell’Europa occidentale”.

Uno dei pericoli che minacciano la categoria - come evidenziato da un ampio documento della Commissione Europea (Green paper on health workforce) - è il calo del numero complessivo dei medici, con l’aggravante di una crescente migrazione dai Paesi dove le condizioni salariali e di lavoro sono più modeste, verso Paesi dove le condizioni, specie di tipo retributivo, sono migliori. Il rischio è che tale fenomeno migratorio porti un depauperamento delle risorse professionali in certi Paesi, una conseguente migrazione anche dei pazienti alla ricerca di migliori trattamenti sanitari, la messa in discussione dei sistemi sanitari pubblici.

Diverse sono invece le soluzioni che i vari Paesi adottano in tema di errore medico e della connessa responsabilità professionale. Accanto a quelle di tipo giudiziario esistono procedure miranti all'indennizzo dei danni prescindendo dalla individuazione della colpa. Solo in Italia si registra una marcata tendenza a ricorrere al penale, con gravi conseguenze sulla immagine del medico. “Tra le nazioni che hanno difficoltà a reperire dati sui diversi aspetti della responsabilità medica – ha affermato Enrico Reginato, Vice Presidente Fems - la percezione degli errori medici come problema da parte dei cittadini è molto elevata in Italia (97%) e in Lituania (90%), alta in Portogallo (77%) e moderatamente alta nella Slovacchia (65%), mentre l’esperienza personale con incidenti negli ospedali è piuttosto bassa eccetto in Lituania dove è piuttosto alta 26%”.

La FEMS e l'Anaao Assomed, che rappresenta al suo interno l'organizzazione sindacale più numerosa, si impegnano a garantire la dignità professionale dei medici, l’esigibilità del diritto alla salute di tutti i cittadini di un Europa senza frontiere sanitarie e la sostenibilità di sistemi sanitari a carattere pubblico.

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