LA “POSTA VECCHIA” : I DUE SCENARI POSSIBILI E QUELLO CERTO

ritratto di Saro Di Paola

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La delibera con la quale il Consiglio Comunale, lo scorso 3 ottobre, ha approvato il progetto di riorganizzazione dell’area dell’ex edificio postale con la adozione della relativa variante alla strumento urbanistico apre, alla Città,
DUE SCENARI POSSIBILI ED UNO CERTO.

Il primo scenario è quello che, alla Città, si potrebbe aprire se la società “ MFM servizi srl” che ha acquistato l’immobile dalle Poste Italiane prendesse atto dell’adozione della variante alla strumento urbanistico e la accettasse con i risvolti economici che per essa comporta.
Supinamente, senza presentare, avverso la deliberazione, opposizione ed osservazione alcuna.
In tale ipotesi, dopo che si sarà esaurito l’iter per l’approvazione definitiva della variante e quello per l’espropriazione dell’immobile, il Comune potrebbe accedere al finanziamento,se ancora disponibile, ed indire la gara di appalto per realizzare l’opera pubblica prevista nel progetto redatto dal prof. Arch. Tuzzolino ed approvato dal Consiglio.
In tale ipotesi, ad essere ottimisti ed ovviamente a mio giudizio, Cefalù potrebbe fruire della nuova opera pubblica tra non meno di dieci anni.
Tale primo scenario, certamente possibile, è, però,talmente inverosimile da apparire, addirittura, surreale.

Il secondo scenario è quello che, alla Città, si potrebbe aprire se la società medesima non accettasse l’atto deliberativo del Consiglio e presentasse quelle “opposizioni” e quelle “osservazioni” che la legislazione vigente le consente di presentare.
Opposizioni ed osservazioni che sarebbero, soltanto, eloquente preludio di quella resistenza che, in tutte le sedi,
il Diritto concede e consente al privato contro scelte urbanistico-amministrative che, a giudizio del privato, ledono un suo interesse.
Legittimo o illegittimo che sia.

In tale ipotesi, i tempi entro i quali Cefalù potrebbe fruire della nuova opera pubblica,
se mai ne dovesse fruire ,
possono, anche, diventare biblici.
A mio giudizio, ovviamente.
Tale secondo scenario più che possibile è, certamente, molto più realistico del precedente.

Ad essere, invece, ASSOLUTAMENTE CERTO, è lo scenario che,
là alla “Villa”,
continuerà a presentarsi agli occhi della Città e che la Città,
là alla "Villa",
continuerà ad offrire agli occhi dei suoi ospiti :
LA POSTA VECCHIA.

Quel MONUMENTO AL DEGRADO URBANO che Cefalù continuerà a ritrovarsi in uno dei suoi cuori pulsanti.
Ancora per anni.
Per tanti lunghi anni.
Di anno in anno più degradato.

Saro Di Paola, 5 ottobre 2011

ritratto di Salvatore Culotta

C'è da osservare che però

C'è da osservare che però i tempi biblici poco o niente si accordano con gli interessi dell'iniziativa privata.

ritratto di Saro Di Paola

"ALLA FINE DEI TEMPI"

Il vero dramma sarebbe se, "ALLA FINE DEI TEMPI", il Comune si ritrovasse con altro debito fuori bilancio.
Quelli della nostra età, però, possiamo consolarci :
difficilmente saremo chiamati a pagarlo.

ritratto di Nicola Pizzillo

Non sarei così pessimista

Se infatti i privati volessero adire le vie legali, sarebbero costretti ad accedere al nuovo istituto della mediazione civile, obbligatoria in materia di diritti reali, che in appena quattro mesi potrebbe condurre ad una transazione che contemperi le esigenze dei Privati ricorrenti con quelle dell'Amministrazione comunale, magari addivenendo ad un prezzo intermedio tra quello pagato alle Poste dagli acquirenti e quello fissato in sede di esproprio dall'UTC comunale.

L'istituto, ripeto obbligatorio, prevede che qualora la sentenza resa poi da un Giudice ordinario corrisponda alla proposta del Mediatore, le spese del processo saranno a carico della parte che ha rifiutato ingiustificatamente la soluzione conciliativa. Inoltre il verbale di accordo è esente dall’imposta di registro sino alla concorrenza del valore di € 50.000.

Mediare quindi conviene alle parti ma in questo caso specifico a beneficiarne sarebbe la nostra comunità, che avrebbe in tempi rapidi una decorosa opera pubblica nel luogo della centralità urbana della Villa.

ritratto di Saro Di Paola

NON CI RESTA CHE SPERARE

Caro Nicola,
ti confesso che sconosco il nuovo Istituto della mediazione civile.
NON CI RESTA CHE SPERARE!

Però tu mi insegni che "le pieghe del Diritto ........"
Chi vivrà vedrà!