Tassa di Soggiorno

ritratto di Staff
Versione stampabile
ritratto di Stephen Davola

La tassa di soggiorno non

La tassa di soggiorno non danneggia gli albergatori, danneggia soltanto i turisti.
Il sistema più usato è quello di far pagare 1 euro a notte per ogni stella dell'albergo.
L'ADOC, Associazione per la difesa e l'orientamento dei consumatori, ritiene la tassa di soggiorno ingiusta.
Dal mio punto di vista, credo si possa intuire facilmente, la tassa per il soggiorno rappresenta un furto indiscriminato e ingiustificato a degli individui.
Malgrado la cifra sia così bassa da non inficiare gli affari degli albergatori ed il turismo in genere( anche se un soggiorno settimanale in un 3 stelle, standard cefaludese, sarebbero circa 20 euro a persona) non è giustificato in nessun modo questo introito.
E' un furto legalizzato da parte delle amministrazioni che, da un giorno all'altro, senza dare servizi offerti in cambio, decidono arbitrariamente e con pieni poteri, di poter danneggiare un turista e prendere i suoi soldi in questo modo.
Se lo fa un'amministrazione o lo Stato si chiama tassa, ma quando lo fa un privato si chiama furto.
Le parole ingannano, l'Italia ha un debito di oltre il 120% del PIL.
E si vorrebbe dare più denaro allo Stato e alle amministrazione? Ogni bambino che nasce ha un debito di oltre 35 mila euro creato dall'amministrazione e dallo statalismo.
I soldi che incassano finiranno nei meandri della burocrazia e come denaro per saldare gli interessi sui debiti.

ritratto di Nicola Pizzillo

Tassa soggiorno, cicuta

che bisogna bere per i tagli insensati del Governo nazionale ai trasferimenti agli enti locali.

Questi ultimi i soldi dovranno pur trovarli da qualche parte per assicurare i servizi essenziali, salvo voler rinunciare ai propri compiti istituzionali (trasporti pubblici, servizi sociali, manutenzioni di strade, verde pubblico ed edifici scolastici, mense ecc.).

La tassa in questione dovrebbe essere di scopo e quindi il suo gettito è destinato a finanziare interventi in materia di turismo, manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali e dei relativi servizi pubblici locali.

In un comune come il nostro, inedebitato all'eccesso, non dico che sarebbe la panacea ma quasi, posto che la campagna di vendita degli immobili comunali non ha prodotto introiti, non si sono messi a reddito i beni pubblici e non si intravedono all'orizzonte altre fonti di entrata.

Siamo sulla soglia di default (dissesto finanziario), se qualcuno ha un'idea più brillante, che non incrementi ulteriormente la pressione fiscale dei cittadini residenti, ben venga.

ritratto di Stephen Davola

In quest'ottica, si ritiene

In quest'ottica, si ritiene che bisogna aumentare gli introiti allo Stato e delle amministrazioni pubbliche per far crescere il paese e per "salvarlo" dalla bancarotta.
In realtà, abbiamo il quarto debito pubblico del mondo, e paghiamo cifre esorbitanti sugli stessi interessi dei debiti.
Più denaro diamo alla pubblica amministrazione, più denaro sprechiamo dandolo in mano a incompetenti.
E poi tutti i servizi si pagano, e allo stesso tempo si paga per un avere un servizio, mentre qui si pagherebbe senza aver nessun servizio concreto in cambio (il discorso del finanziare interventi nei settori turistico e ambientali è piuttosto astratto).
Ci sono manovre economiche che non si vogliono fare ma che garantirebbero introiti molto più elevati alla società:
-Legalizzazione di tutte le droghe (circa 70 miliardi di euro)
-Legalizzazione della prostituzione (circa 8 miliardi di euro)
-Legalizzazione della vendita di armi (circa 7 miliardi di euro)
Con questi 3 provvedimenti si toglie il 70% del PIL alla criminalità organizzata (Mafia) e di conseguenza se ne ridimensiona la forza anche in altri settori.
-Eliminare le province (circa 10 miliardi di euro)
-Eliminare i privilegi della Chiesa (circa 4 miliardi di euro)
-Snellire la burocrazia (circa 5500 euro a persona all'anno, naturalmente il costo più alto in Europa, la quale ha una media di 3000 euro annui). Portando il costo della burocrazia alla media europea, si ottiene un risparmio di 170 miliardi di euro circa (a cui togliamo i costi delle province che fanno parte dello stesso settore, quindi 160 miliardi di euro).
Abbassare le tasse: anche se sono di orientamento politico opposto, negli Stati Uniti, i repubblicani ebbero l'idea che abbassando le tasse si otteneva paradossalmente un maggior introito nelle casse dello Stato. Effettivamente questa misura (basata sul fatto di rendere sconveniente in un rapporto rischio/guadagno ad un contribuente di evadere) si rivelò effettivamente abbastanza efficace.
In Italia abbiamo, siamo primi in questo anche, la pressione fiscale più alta in Europa.
L'evasione fiscale invece è stimata intorno al 17% del PIL, praticamente pari a 275 miliardi di euro.
Facendo leggi adatte ed abbassando le tasse, si può stimare di portarla intorno all'8-10% (media europea), risparmiando quindi circa 100 miliardi di euro.
Con queste norme si risparmiano circa 460 miliardi di euro, pari al circa il 23% del PIL italiano (la sola legalizzazione delle droghe comporta un guadagno sul PIL pari a 3,5%).
Ci sono tante norme che si possono fare (e tutte quelle che ho detto, se ne può anche discutere, non le reputo dannose per la società) e che non si fanno perché la mentalità comune o la casta politica non le vogliono fare.
Consideriamo anche che siamo all'ottavo posto al mondo per la spesa militare (circa 23,5 miliardi di euro).
Anche qui si potrebbero risparmiare delle grosse cifre.
Infine reintrodurre il sistema di parità aurea, abolito nel 71" da Nixon e strutturare il sistema bancario con riserva frazionaria non al 2% attuale e neanche al 10% come da Federal Reserve Act, ma a valori ben più alti, garantirebbe meno introiti agli speculatori, ma maggior sicurezza economica.
E poi, cambiando il sistema bancario attuale per il quale tutti gli Stati del mondo si indebitano sempre di più con le banche centrali(un debito che, per sua stessa natura, è logicamente insolvibile) si avrebbe un sistema basato sulle risorse e non fittizio (e reale solo perché accettato) come quello attuale.
Concludo sostenendo che la tassazione sui soggiorni non garantisce guadagni elevati (e se si oppongono certi sindacati c'è anche un motivo), non garantisce che questo denaro vengo speso in maniera efficiente per la comunità ed è sostanzialmente un furto, che viola le leggi di un mercato libero e che distrugge strutturalmente (come infiniti interventi statali) il sistema di libero scambio spostando equilibri delicati che si autoregolerebbero da soli per le leggi del mercato, e che invece diventano malati e deviati per via dell'intervento statale.
Seppur marginalmente ed in misura particolarmente lieve, questa tassa danneggia le attività dei privati, non tanto degli albergatori, quanto di tutte le altre attività a sfondo turistico.

ritratto di Nicola Pizzillo

Stephen, tutte le manovre

, su cui potrei essere astrattamente d'accordo, eccezion fatta per le armi (Oslo docet), sono azionabili solo a livello di Stato centralistico e non gestibili direttamente dagli Enti locali. Dopo l'abolizione dell'ICI prima casa non vi sono più tributi il cui gettito va interamente ai Comuni, la tassa soggiorno potrebbe supplire questa vacanza.

Non vi è, inoltre, la prova provata della negatività di questa tassa sui flussi turistici e relativo indotto, paradossalmente potrebbe addirittura incrementarli verso una città come la nostra, vengo e mi spiego.

E' meglio per un turista pagare una miseria per una settimana di vacanza a Cefalù e poi trovare un paese sporco, con strade da terzo mondo, senza parcheggi pubblici, senza bagni pubblici sufficienti, senza aree verdi attrezzate, senza pensiline e panchine alle fermate dei bus, senza lungomare, senza... senza... , oppure accollarsi di pagare un solo euro in più a notte ed avere tutto quanto sopra esposto?

Certo molto dipende da come essa verrà gestita, se con oculatezza potrebbe portare benessere e sviluppo, se con superficialità, sono d'accordo con te, sarebbe solo l'ennesimo balzello e quindi inutiliter data.

ritratto di Stephen Davola

Effettivamente se ad Oslo

Effettivamente se ad Oslo qualcuno di quei ragazzi che sono stati uccisi fosse stato armato si sarebbe potuta interrompere prima la carneficina.
Invece i cittadini in questione erano inermi e non si sono potuti difendere adeguatamente come ciascun uomo dovrebbe poter fare in situazioni di pericolo.
Le forze dell'ordine non sono bastate.
Senz'altro tutto ciò che lei sostiene è vero, una città migliore attrae più turisti e quindi più ricchezza.
Una città sporca per cui già paghiamo la tassa sui rifiuti (che diventa sempre più elevata), i parcheggi pubblici potrebbero canalizzare denaro ma sono in mano ai privati (e questo grazie all'amministrazione comunale) e tutti gli altri servizi sono servizi per i quali noi già paghiamo delle tasse (il federalismo potrebbe in parte almeno in linea teorica migliorare la situazione).
Avendo una pressione fiscale particolarmente elevata, ridicola ed ingiusta, siamo effettivamente in un Stato forte e con grandi poteri nella gestione sociale ed economica della comunità.
Evidentemente quindi, rispetto ad altri paesi, il denaro pubblico in Italia è maggiore, quindi maggiori sono le opere teoricamente realizzabili grazie al denaro che diamo allo Stato.
Quando si passa alla pratica, risulta che solitamente gli stati con tassazione più elevata sono quelli che hanno un welfare ed un sistema di servizi migliore rispetto ad altri Stati (mettiamo a confronto la Danimarca nel primo gruppo e gli Stati Uniti nel secondo).
Adesso l'Italia per come è impostato il sistema di tassazione, dovrebbe avere un welfare state simile al modello francese, di gran lunga più socialista e fortemente assistenzialista.
E' chiaro che un sistema con un tassazione elevata si caratterizza per avere un welfare di stampo socialista.
In verità in Italia, malgrado abbiamo una tassazione elevatissima, non abbiamo servizi adeguati, anzi i servizi italiani sono pessimi.
Ci sono anche paesi, come la Svizzera, malgrado il passato turbolento da un punto di vista economico, con ottimi servizi e tassazione bassissima (ad esempio l'IVA è del 7,6%).
Per quello che è il passato italiano, che vede il boom economico italiano caratterizzato in larga parte dall'economia a stampo libertario di Luigi Einaudi (uno dei più grandi politici di sempre in Italia) caratterizzata da un minor intervento statale e da un progressiva detassazione, credo che il modello a cui puntare sia quello.
E' stata la burocrazia e l'impronta marcatamente statalista (raggiungendo vette elevatissime con Berlusconi) unita alla corruzione a portare l'Italia nella situazione in cui è adesso.
Il debito pubblico è una mannaia che ci opprime e ci toglie la speranza di progredire come paese, e più ancora come società.
Il motivo per cui non credo che un maggior quantitativo di denaro in mano alle amministrazioni (da quelle comunali fino a quelle nazionali) possa risolvere questioni fondamentali di questo tipo sta proprio nella considerazione del passato e della situazione attuale.
Le proposte che facevo possono essere anche gestite in maniera eccellente in maniera privata e non attraverso lo Stato.
Purtroppo in un sistema centralizzato, il gettito fiscale viene ripartito in maniera inadeguata, inappropriata e ingiusta.
Da qui l'esigenza di destatalizzare il potere e decentralizzare il sistema fiscale, perché, proprio come lei sostiene, non essendoci neanche più l'ICI, il denaro che viene messo in mano ai comuni è determinato da logiche piuttosto casuali e non proporzionali alle esigenze.

ritratto di Nicola Pizzillo

...

...

ritratto di Pietro Curcio

Cit. Stephen Davola "Più

Cit. Stephen Davola "Più denaro diamo alla pubblica amministrazione, più denaro sprechiamo dandolo in mano a incompetenti."

I cittadini "dal basso" non possono risolvere questo problema, mentre "dall'alto" manca l'interesse a risolverlo, e uno solo o pochi individui all'interno non possono fare nulla per cambiare rotta. La domanda che mi pongo a questo punto è, che fine ha fatto quel famoso Principio di Legalità? Questa tassa di soggiorno sembra più una estorsione!

Cit. Stephen Davola "Ci sono manovre economiche che non si vogliono fare ma che garantirebbero introiti molto più elevati alla società.."

Stai sfociando nell'utopia, nessuna delle manovre economiche che hai elencato può essere attuata in una società grande e polimorfa come la nostra!

-Legalizzazione di TUTTE le droghe - Legalizzare la cannabis è quasi impossibile, come si può pensare di legalizzare tutto?
-Legalizzazione della prostituzione - Si pensava di legalizzarla e far pagare le tasse alle lucciole, ma ci si rende facilmente conto che è un processo difficile e delicato.
-Legalizzazione delle Armi - Scherzi???
-Eliminare le province - Non ho le conoscenze per esprimermi su questo argomento
-Eliminare i privilegi della Chiesa - In uno stato cattolico come il nostro, dove i politici fanno uso della religione pur di accaparrare voti, dove sino a qualche anno fa la chiesa aveva una voce superiore a quella dei politici stessi, risulta impensabile
-Snellire la burocrazia - In uno stato dove si preferisce fare tagli alle scuole?
-Ridurre le tasse in un momento di crisi economica non è facile.

ritratto di Stephen Davola

Caro Pietro, ti rispondo

Caro Pietro, ti rispondo punto per punto:
-Nel 1993 vi fu un referendum per legalizzare le droghe leggere, i votanti a favore furono il 55%, quindi la maggior parte dei votanti. Questa possibilità sarebbe stata accolta senza particolari proteste da parte della società grande e polimorfa (ma fu ignorata dal Parlamento italiano di allora). Da lì in poi ci si muove con passi piccoli, uno alla volta, sulla strada della libertà.
-La prostituzione era legale tanti anni fa in Italia (quando il bigottismo e il potere della Chiesa erano molto più presenti) e fu abrogata con la legge Merlin. Praticamente siamo tornati indietro.
-Legalizzare le armi non fa aumentare i crimini e gli omicidi, per lo meno i dati dimostrano questo (comunque i criminali hanno in ogni caso facile accesso alle armi, lasciando i cittadini così senza possibilità e potere di difendersi, praticamente il II emendamento della Costituzione americana).
-Il nostro non è stato cattolico, ma laico, basta avere la forza delle proprie idee (ma i partiti di centro sinistra ancora non l'hanno capito).

Comunque sia, potrebbe trattarsi di utopia, rimane il fatto che a mio parere queste faccende non dovrebbero comunque andare nelle mani dello Stato.
Le riportavo solo per rispondere che effettivamente, a mio avviso, ci sono dei sistemi per recuperare denaro più efficienti e più giusti eticamente.
E' una dimostrazione che il vietare legalmente qualcosa non comporta una riduzione del comportamento suddetto, che sia dannoso, immorale o entrambe, ma porta anzi a tutta una serie di problemi di carattere sanitario e sociale.
E' una falsità che "se si legalizzano le droghe leggere allora fumeranno tutti!" dimostrata da statistiche.
E' quindi (effettivamente dimostrato anche questo) che legalizzare la prostituzione non comporta, come la mentalità comune immagina, che "tutti andrebbero a prostitute!!".
E' una falsità dimostrata anche questa che legalizzare le armi comporta che "ma sei pazzo??!!! Si sparerebbero tutti e non si potrebbe più uscire di casa!!".
Ok, chiarisco che la mentalità secondo cui il vietare una cosa risolve una questione è falsa, chiarisco che legalizzare qualcosa non vuol dire renderla più evidente o frequente, anzi significa controllarne meglio gli effetti.
Nel caso in cui fossero necessario, ho dati statistici e argomentazioni valide per ognuno di questi settori, sui quali non vogliono entrare nel merito.
Vietare queste cose sono scelte politiche, economiche ed in misura minore morali, non sociali o sanitarie.
Le droghe non sono una piaga sociale, o se anche lo sono, ce ne sono decine di più preoccupanti, vaste e mortali.
In un momento di quasi default, sopratutto in un momento come questo, alzare le tasse non rappresenta un metodo valido per risolvere o sostenere la situazione, anzi contribuisce alla distruzione economica della società.

ritratto di Leonardo Mento

Francamente...........

se queste sono le (sole) proposte per dare una soluzione ai problemi che assillano non solo noi italiani ...... “grande è la confusione sotto il cielo".

ritratto di Pietro Curcio

Le statistiche non servono

Dobbiamo visionare la situazione attuale a futura, il passato è da archiviare a mio parere.

Il referendum di cui parli era mirato non alla vendita sotto un controllo statale, ma al possesso di droghe leggere per uso personale. In Olanda il problema era ben più grave di quello Italiano, per ridurre i movimenti di denaro sporco si è quindi deciso di fare tutto alla luce del sole, andando quindi a danneggiare quello che era un mercato nero.

La prostituzione era legale un tempo, ma comunque in nero, ed è stata abolita per contrastare il traffico umano e lo sfruttamento dei corpi! Il tutto sarebbe diverso se invece si riconoscesse la prostituta come professionista, individuo che quindi paga le tasse ed è sottoposto a controlli (per malattie a trasmissione sessuale, si riduce così il pericolo per i clienti di contrarre malattie veneree gravi).

Per quanto riguarda le armi, metterne in circolazione un numero superiore non penso sia una scelta sicura.. Tra esaltati, commerciati che per sventare rapine escono le pistole giustificandosi con la parola "difesa personale" e cacciatori sprovveduti, di certo non faremmo un bene! E poi quante volte abbiamo sentito storie di bambini che trovano la pistola di ordinanza del padre e la usano per giocarci?

Per quanto il nostro stato sia laico, ospitiamo una delle monarchie più longeve mai esistite! Il cristianesimo è ramificato nella realtà della maggior parte delle famiglie italiane!

Mi conosci bene, sai che su molti argomenti la pensiamo allo stesso modo (sono agnostico, pro alla cannabis e alla prostituzione legalizzata), ma ho un'ottica diversa su quanto questi siano realizzabili o meno. Soprattutto credo che non si possa privare (e lo dico a malincuore) la chiesa dei suoi privilegi.

ritratto di Stephen Davola

La vendita sotto controllo

La vendita sotto controllo statale non mi vede d'accordo, era solo un esempio per spiegare che se proprio vogliamo muoverci nella direzione di un maggior gettito in ingresso per lo Stato, è una situazione consequenziale all'abrogazione di una legge ingiusta.
Amsterdam era un crocevia internazionale per lo spaccio di droga, e la tolleranza nei confronti dei consumatori di droghe leggere ha avuto effetti positivi anche nei riguardi delle altre droghe e non ha comportato disagio sociali, anzi.
Il problema di Amsterdam è il problema che hanno anche grosse città italiane(Genova,Roma,Napoli,Milano in parte).
La prostituzione era in nero, ma non è stata abolita per contrastare il traffico umano e lo sfruttamento dei corpi (o almeno non credo alla buona coscienza di chi l'ha fatta).
Rendendo la prostituzione illegale invece sono aumentate le violenze ai danni delle prostitute, lo sfruttamento e le malattie e si è reso fuorilegge delle donne costrette a lavorare.
Ad oggi se si volesse ritornare al modello precedente la legge Merlin non si potrebbe, in quanto prima vi era una semplice situazione di tolleranza della situazione.
Un sistema come quello olandese,tedesco,ceco e di tanti altri paesi sarebbe senz'altro migliore.
Per quanto riguarda le armi, legalizzarle non vuol dire metterne in circolazione un numero superiore (allo stesso modo in Olanda vi è un consumo di Cannabis inferiore rispetto a quello dell'Italia, dati alla mano).
Giuridicamente lo Stato riconosce il possesso di armi per difesa personale, ciò è contemplato, ma nell'attuale normativa riservato a casi estremi (protezione testimoni, alcuni giudici o gioiellieri e situazioni di pericolo evidenti).
Quando si dà un'arma, si dovrebbero fare degli opportuni controlli a carattere psicologico-psichiatrico per evitare che vada in mano a esaltati o psicopatici.
Basta riflettere sul fatto che le forze dell'ordine possiedono armi da fuoco, non per questo vanno in giro a sparare a caso.
Se i bambini trovano la pistola del padre e si sparano, la colpa non è delle armi, ma dei genitori idioti.
Questi incidenti succedono comunque anche in altri modi, senza contemplare l'uso delle armi.
Comunque sia possiamo facilmente paragonare due realtà: quella dell'Italia e quella degli Stati Uniti.
Negli Stati Uniti vi sono circa 3 volte gli omicidi (statistiche basati su un campione determinato della popolazione) che in Italia, e circa 2,5 o 2 rispetto a molti paesi europei nei quali le armi sono vietate.
Confrontando i dati tra tutti i paesi del mondo, ci si rende conto che il maggior tasso di omicidi (circa 14-15 volte maggiore degli Stati Uniti) è compiuto in paesi in via di sviluppo con situazioni sociali complesse.
In questi paesi paradossalmente il possesso di armi è severamente punito (molto più che in Italia).
Quindi effettivamente gli Stati Uniti non sono il paese con il tasso di omicidi più elevato, benché, lo riconosco, tra i paesi sviluppati sia tra i più alti.
In Italia le regioni con il tasso più alto di omicidi sono la Calabria,la Campania e la Sicilia.
Queste regioni hanno un tasso di omicidi più elevato di una buona parte dei 50 stati che fanno parte degli U.S.A.
Il numero maggiore di omicidi negli Stati Uniti può essere spiegato in molti modi diversi:
-la storia recente della nazione.
-i processi di integrazione razziale essendo gli Stati Uniti un melting pot, anzi il melting pot per eccellenza.
-il clima di paura riguardo minacce astratte (come il terrorismo) che porta ad una violenza sociale più elevata.
Non a caso, nella quasi totalità dei paesi americani di piccoli e medie dimensioni, vi sono tassi di omicidi del tutto paragonabili ai tassi europei.
E' il caso di grandi città come Los Angeles,New York ect che i tassi di omicidi sono particolarmente elevati, ma non per il possesso di armi, ma per la storia e l'evoluzione di queste metropoli.
Non a caso, tra la classe media e alta, il tasso di omicidi è identico a quello europeo, mentre è enormemente maggiore nei quartieri più poveri e dovuto a guerre tra gang e criminalità organizzata.
Di conseguenza, il maggior numero di omicidi che avvengono negli Stati Uniti (e non in una misura, come suggerito dal pensiero distorto comune 100-1000 volte superiore, ma soltanto 3 volte) dipendono da fattori sociali e negli ultimi 15 anni sono diminuiti, malgrado tutto (e malgrado le armi) da 13 omicidi ogni 100.000 abitanti, a 5 omicidi ogni 100.000 abitanti, mentre il tasso in Italia è di 1,3 omicidi ogni 100.000 abitanti.
Tutto ciò indica che la legalizzazione delle armi non comporta un aumento di omicidi nella società.
Gli omicidi fatti dalla criminalità organizzata (rappresentano una parte ingente del totale) non aumenterebbero né diminuirebbero, poiché la criminalità organizzata ottiene facilmente armi che siano o meno legali.
Io stesso saprei benissimo dove rivolgermi (e come me chiunque si informi) per trovare armi illegalmente senza particolari difficoltà.
Oltretutto, con opportuni controlli si può evitare che le armi finiscano in mani a squilibrati.
Mi spiego: con le armi legali e i dovuti controlli prima di poter aver la possibilità di riceverne una, si combatte il mercato illegale.
Le persone affette da problemi psichiatrici gravi per cui il possesso di armi rappresenta un pericolo per sé e per gli altri, rappresentano l'1-2% della popolazione.
La criminalità organizzata non investirebbe in un settore in cui avrebbe affari per un volume di 50-100 volte minore rispetto all'attuale, per cui lo strumento legale rimarrebbe l'unico strumento con il quale ottenere armi.
La chiesa si potrebbe privare dei privilegi di cui gode se solo una certa parte politica capisse che una decisione forte non ridurrebbe drasticamente la sua aspettativa di voti, anzi sarebbe il contrario.
I radicali hanno fatto tante battaglie sulla laicità, il divorzio e l'aborto ad esempio, con pochissimi numeri in parlamento e potendo contare unicamente sui referendum e quindi sul voto della popolazione.
Non si tratta di bruciare il Vaticano, impedire la libertà di culto o rinchiudere i preti nei gulag, si tratta semplicemente di togliere i benefici economici di cui la Chiesa gode e che danneggiano lo Stato italiano e i cittadini.
Secondo sondaggi, ad oggi se si facesse un referendum, la maggior parte degli italiani sarebbe d'accordo ad abolire suddetti privilegi.

ritratto di Nicola Pizzillo

Salerno adotta la tassa soggiorno

L'amministrazione comunale, con essa, conta di ricavare nuove entrate per 250-300 mila euro l'anno, un discreto gruzzolo da utilizzare per far fronte alla riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato. E del resto era stata proprio questa la necessità addotta dal sindaco De Luca per giustificare l'adozione di una misura decisamente poco gradita dagli albergatori che, già nei mesi, scorsi hanno palesato la propria contrarietà verso un balzello che temono possa scoraggiare il soggiorno nel capoluogo. Ipotesi giudicata poco realistica dall'amministrazione che nei giorni scorsi ha definito le tariffe da applicare: tre euro al giorno per gli alberghi a quattro stelle, due per le altre strutture, un euro per campeggi e camper in sosta nelle aree attrezzate. L'imposta di soggiorno, però, non graverà indistintamente su tutti coloro che pernotteranno presso le strutture ricettive del capoluogo: l'amministrazione comunale, infatti, ha individuato una serie di soggetti che saranno esentati dal pagamento.

Nell'elenco sono inclusi i bambini di età inferiore ai 10 anni, gli autisti dei bus o gli accompagnatori di gruppi composti da almeno 20 persone, gli studenti, i malati e i parenti di persone ricoverate presso strutture sanitarie del capoluogo, chi deve pernottare a Salerno per motivi di lavoro. Un occhio di riguardo viene riservato anche a quanti scelgono di prolungare la propria permanenza a Salerno per più giorni e per coloro che decidono di far ritorno in città più volte nel corso dell'anno: chi rimarrà nel capoluogo per più di cinque notti consecutivamente a partire dal sesto giorno non pagherà più la tassa di soggiorno, così come sarà esentato dal pagamento della nuova imposta chi nel corso dell'anno pernotterà a Salerno per più di dieci giorni. In quest'ultimo caso la tassa di soggiorno non sarà più dovuta a partire dall'undicesimo giorno di permanenza in città.

Un sistema, quello messo a punto a Palazzo di Città, che mira a contemperare l'esigenza di far cassa con la volontà di tutelare le fasce deboli, senza poi tralasciare la possibilità per albergatori ed operatori turistici di proporre offerte più convenienti per soggiorni di maggiore durata. (fonte Corriere del Mezzogiorno)

ritratto di Giusi Farinella

I giovani .. la tassa di soggiorno .. il turismo

I giovani .. la tassa di soggiorno .. il turismo
Non li conosco ma mi stimolano a continuare e a sperare; condivido appieno quello che riferiscono nei loro interventi su laltracefalu, non è certo con una tassa di soggiorno che si risolvono i problemi di Cefalù
Cefalù è un grande paese, una località baciata da Dio per le opportunità che offre e ha bisogno più che mai di amministratori giovani e dinamici che responsabilmente riportino questo paesino al livello d’immagine che merita.
Scopro ogni giorno giovani capaci e pronti a guidare questo paese fuori le secche della crisi.
Giovani molto diversi fra loro, di destra e di sinistra o di niente, ma con alcune caratteristiche in comune.
A partire da uno sguardo capace di spaziare oltre le anguste mura di Cefalù e a captare idee intelligenti e innovative e pronti a metterle in pratica, senza paura di uscire dal coro (come me).
Giovani che scorazzano per il mondo scoprono nuovi esempi, ricercano nuovi modelli, esperienze che vorrebbero importare nella nostra Cefalù.
Ma ecco che si scontrano con quelli che sostengono “a Cefalù si è fatto sempre così, Cefalù è questa” oppure “ma cu tu fa fari” e poi si lamentano che Cefalù va sempre peggio.
A questi voglio fare rispondere da un uomo stravagante, a cui tutti davano del matto: “Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettare risultati diversi” .
Si chiamava Albert Einstein.
Intanto più tempo passa e peggio vanno le cose.
Spesso si parla e ci si lamenta di un turismo “mordi e fuggi” o “one shot visit”, ciò deriva dal non sapere (da parte di chi ci gestisce) che i nostri famosi monumenti, i nostri musei se non sono adeguatamente mantenuti e innovati, integrando anche nuove tecnologie, nessuno o pochi ritorneranno una seconda volta a visitarli.
Siamo nel ventunesimo secolo e non possiamo ancora illuderci che Cefalù e i nostri straordinari reperti possano essere validi e attrattivi, oggi come lo erano un tempo.
La nuova frontiera del turismo: organizzare, ingegnerizzare e promuovere la filiera tra l’enogastronomia (in simbiosi con la produzione agricola) e il turismo museale e naturale.
Bisogna ingegnerizzare monumenti e musei con il multimediale e il 3D, dotandoli di servizi moderni e di attività di merchandising , bisogna ripulire il territorio, bisogna facilitare l’accessibilità e il parcheggio, bisogna pedonalizzare i centro storici.
“Ingegnerizzare” è la parola magica, bisogna subito ammodernare affinchè Cefalù rimanga al passo dei nostri concorrenti, evidentemente trovando un ponderato bilanciamento tra innovazione, conservazione e tutela.
Invece “la politica” pensa alla tassa di soggiorno, la cui introduzione (già applicata con modalità e importi differenti in alcuni comuni italiani, ma non a Taormina la capitale del turismo Siciliano) annullerà i segnali positivi che si stanno vedendo da alcuni mesi.
Le attività alberghiere non hanno i margini per assorbire questa tassa e il suo trasferimento sui prezzi può essere un boomerang sui flussi turistici: il tutto potrebbe portare ad un minore gettito per il comune stesso dovuto sia al certo calo delle presenze che al peggioramento dei bilanci delle attività turistiche.
Non dimentichiamo poi che i turisti spendono sul territorio e quindi anche le attività commerciali (o almeno una buona parte di esse) risentirebbero certamente di questo balzello.
Infine “la politica” dovrebbe valutare anche quale sia il costo (in termini di personale e di risorse impiegate) per la gestione di questa tassa e quindi quale sia il beneficio restante (sempre che ci sia).
Insomma la tassa di soggiorno anche per chi pensa di guadagnarci rischia di essere un gioco a somma zero o addirittura una ulteriore voce di perdita nelle già malandate casse della nostra pubblica amministrazione.
Ci vorrebbero analisi un po’ più concrete e “sincere”, condivise con chi opera nel settore e principalmente con i giovani cefaludesi che hanno scelto il “Turismo” politicamente e ideologicamente quale unica fonte di sviluppo per Cefalù e unica attività (insieme al suo indotto) quale prospettiva per rimanere a Cefalù.
Quanti giovani all’alberghiero .. al linguistico e poi l’università che sforna professionisti per le varie funzioni operative e gestionali turistiche e le innumerevoli imprese turistiche giovanili che nascono e crescono sempre di più.
Sono loro la speranza perché si superino gli approcci di gestione alla “casereccia” e dallo scarso fondamento scientifico, oggi assai radicati e diffusi nei “politici e amministratori” ma, anche bisogna dirlo, su molti degli elementi del sistema turistico.
I Giovani hanno scelto la loro Cefalù di domani .. una nuova Cefalù con un nuovo stile di vita .. saranno loro e tocca a loro, con la loro professionalità acquisita attraverso la scuola e lo studio, trovare soluzioni idonee e moderne insomma risolveranno loro fino in fondo i problemi …
Adesso il Consiglio Comunale è chiamato a deliberare l’introduzione della tassa di soggiorno nel nostro Comune a loro dico: “Pensate ai nostri giovani .. non fateli emigrare ..”.
Si perché con la tassa di soggiorno …. non vedremo più francesi, tedeschi, svizzeri … poi spariranno anche gli italiani … e poi i nostri giovani …. che andranno fuori a realizzare il sogno che hanno rincorso impegnandosi nello studio ….. ci rimarranno però i mutui da pagare.
Meno male almeno questo.