UE, Reti Ten: "Corridoio 1" arriverà fino a Palermo

ritratto di Gaetano Lapunzina
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da "lestradedellinformazione.it"

Per finanziare le opere, Bruxelles propone il lancio di project bond

Bruxelles, 17 ottobre 2011 - L'Ue pare che confermi il suo sostegno al potenziamento dei collegamenti ferroviari tra Napoli e la Sicilia, che riguardano anche la tratta Napoli-Reggio Calabria sulla dorsale tirrenica calabrese. Il "Corridoio 1" non si fermerà a Napoli, ma scenderà fino in Sicilia e avrà non solo l'avallo dell'Unione Europea, ma anche la sovvenzione per le opere prioritarie. Il Ponte sullo Stretto invece resta uno snodo essenziale ma sarà realizzato senza finanziamenti della Ue, in quanto le risorse per il manufatto saranno reperite sul mercato, come previsto dal piano finanziario allegato al progetto definitivo. Queste in grandi linee le indicazioni per l'Italia contenute nel progetto di regolamento per le realizzazione delle grandi reti infrastrutturali europee nel campo dei trasporti, dell'energia e delle telecomunicazioni che la Commissione europea varerà mercoledì prossimo. Un pacchetto corposo che, nel complesso, prevede la mobilitazione di finanziamenti Ue per un totale di 50 miliardi di euro tra i 12014 e i 12020 al fine di tappare i buchi ed eliminare i colli di bottiglia delle grandi reti. A questi fondi Bruxelles intende affiancare strumenti finanziari innovativi, come i project bond.
Solo per il completamento delle grandi infrastrutture transeuropee la Commissione ha infatti stimato che saranno necessari investimenti per oltre 1.000 miliardi di euro nei prossimi 10-15 anni. Dei 50 miliardi Ue, la maggior parte (31 7 miliardi) è destinata a finanziarie i progetti prioritari individuati nel campo dei trasporti. Alle telecomunicazioni, e soprattutto allo sviluppo della banda larga, andranno 9,2 miliardi, mentre la realizzazione delle interconnessioni delle grandi reti di trasporto dell' energia elettrica e del gas potranno contare su 9,1 miliardi di euro.
La crisi, si legge nel documento predisposto dalla Commissione, ha dimostrato ancora una volta che le infrastrutture sono di «cruciale importanza per il futuro dell'economia Europa» e rappresentano una «parte importante» dei piani di stimolo della ripresa.
L'elenco delle opere italiane inserite nella lista delle priorità Ue si apre con quelle facenti parte del corridoio Baltico-Adriatico. Udine, Trieste, Venezia e Ravenna potranno beneficiare degli aiuti europei per finanziare parte dei lavori necessari per la loro interconnesione e lo sviluppo di scali merci multimodali. Tra le priorità del cosiddetto corridoio Mediterraneo figurano invece la Torino-Lione e il potenziamento dei collegamenti ferroviari Milano-Brescia, Brescia-Venezia- Trieste e Trieste-Divaca. II sistema dei trasporti italiani è poi particolarmente interessato e coinvolto nella realizzazione dell'ex corridoio uno Berlino-Palermo, ora ribattezzato Helsinki-Valletta. In questo contesto l'Ue, per valicarele Alpi, è pronta a contribuire alla realizzazione del nuovo tunnel di base del Brennero e agli studi e ai lavori per potenziare la linea ferroviaria Fortezza-Verona. II sostegno europeo andrà anche allo sviluppo dei collegamenti su rotaia tra Napoli e Bari e, appunto, tra Napoli e Reggio Calabria. In Sicilia sarà finanziata la linea Messina-Palermo. Confermata poi nei piani di Bruxelles la priorità assegnata al corridoio Genova-Rotterdam. In questo contesto l'Ue è disponibile a contribuire agli studi relativi alla linea ferroviaria tra il capoluogo ligure, Milano/Novara e il confine con la Svizzera.
II regolamento che la Commissione si appresta a varare, e che dovrà passare comunque al vaglio di Parlamento e Consiglio, fissai paletti per procedere alla ripartizione dei fondi e prevede comunque la possibilità che l'elenco delle opere da finanziare possa essere modificato «per tenere conto di possibili cambiamenti delle priorità politiche, del manifestarsi di nuovi fattori tecnici e anche di variazioni nei flussi dei traffici». Ma in ogni caso i fondi assegnati saranno persi se i lavori non cominceranno entro un anno dalla data indicata negli accordi.

ritratto di Marcello Panzarella

APPELLO PER IL MANTENIMENTO DEL CORRIDOIO BERLINO-PALERMO

Riporto qui di seguito il testo di un appello del Dipartimento di Architettura dell'Università di Palermo alla Commissione Europea per il mantenimento del Corridoio Europeo n. 1 Berlino-Palermo:

- Al Commissario Europeo per i Trasporti,
Siim Kallas,
200 Rue de la Loi - Berlaymont, B-1049 BRUXELLES
CAB-KALLAS-WEB-FEEDBACK@ec.europa.eu
helen.kearns@ec.europa.eu
dale.kidd@ec.europa.eu
­ All’assistente per la rete TEN-T del Commissario Europeo dei Trasporti,
Desirée Oen
desiree.oen@ec.europa.eu
- Al Direttore della Unità TEN-T e Investimenti Strategici,
Herald Ruyters
B-1049 BRUXELLES;
- Al Direttore della DG Move, European Mobility Network,
Jean Enric Paquet
B-1049 BRUXELLES;
- Al Ministro italiano delle Infrastrutture e dei Trasporti,
Altero Matteoli
Piazzale Porta Pia, 1 – 00198 ROMA
segreteria.matteoli@mit.gov.it
- Al Vice-Ministro italiano delle Infrastrutture e dei Trasporti,
Roberto Castelli
Piazza Croce Rossa, 1 – 00161 ROMA
segreteria.castelli@mit.gov.it ;
- Al Ministro italiano per i Rapporti con le Regioni e per la Coesione Territoriale,
Raffaele Fitto
Via della Stamperia, 7 – 00187 ROMA
segreteria.regioni@governo.it;
- Al Presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo
segreteriagabinetto@regione.sicilia.it;
- Al Direttore degli affari europei e internazionali della Sicilia,
Francesco Attaguile
fattaguile@regione.sicilia.it

LE RAGIONI DELL’ITALIA DEL SUD E DELLA SICILIA
Appello del Dipartimento di Architettura dell’Università di Palermo alle istituzioni Europee e Italiane per la conferma del Corridoio n.1 Berlino- Palermo della rete TEN-T

L’Unione Europea persegue da tempo azioni che privilegiano i rapporti nella direzione Ovest-Est, più che i rapporti Nord-Sud. Queste attenzioni si sono accentuate con l’ingresso nell’Unione degli ex paesi europei che facevano parte della vecchia Russia Sovietica. L’obbiettivo è quello di conquistare con le più facili politiche possibili nuovi mercati e nuova forza lavoro, cercando di imitare le ultime azioni della Germania Ovest.
Il Mediterraneo viene sempre più spinto in una dimensione di mare di confine contornato da realtà prive di ragioni sociali ed economiche, occasione di conflitti, ed è preso in considerazione solo per la sostenibilità militare dei rapporti dei paesi che vi si fronteggiano nello scambio tra valori energetici.
In questa complessa realtà composta da nuove potenzialità produttive e da nuovi mercati l’Italia meridionale e la Sicilia in particolare sembrano essere sempre di più allontanate dagli investimenti per la crescita e lo sviluppo di elementi di modernità.
La parte meridionale del corridoio europeo Berlino-Palermo è diventata sempre di più un miraggio sia perché le promesse sulla sua natura trasportistica hanno subito varie battute di arresto, sia perché con varie giustificazioni si è teso a girare l’attenzione verso il Corridoio VIII che da Bari, con tratto marittimo iniziale, passando per la Macedonia arriva a Varna in Bulgaria e che potrebbe servire anche la città di Istanbul collocata poco più a sud.
I Corridoi Paneuropei, inizialmente previsti nel 1994 (Creta) e successivamente modificati nel 1997 (Helsinki), costituiscono occasione di permanenti contrattazioni e in qualche modo sostanziali modifiche perché essi non rappresentano solo un insieme di linee di comunicazione rette da impegnative infrastrutture di trasporto ma perché essi rappresentano, di fatto, fasci attraverso cui si ritiene debba passare il futuro sviluppo dell’Unione Europea.
In questo quadro le recenti ipotesi, cui a più riprese è stato dato credito, di privilegiare gli interventi delle grandi infrastrutture ferroviarie da Napoli verso Bari anche con reti TEN-T (Trans European Network Transport), costituiscono una seria preoccupazione per le Regioni e le popolazioni del Sud Italia in particolare per la Basilicata, la Calabria e la Sicilia. Tali regioni sommano una popolazione di (586.913+2.010.350+5.049.418) cioè 7.646.681 abitanti.
La realtà europea sta soffrendo un’impressionante sindrome legata alla quantità di popolazione. Una sindrome che soffre da quando si è scoperto il significativo peso della popolazione cinese. Questa condizione riduce le capacità di affrontare politiche di interrelazione con altre realtà del Mediterraneo.
L’intenzione di connettere Malta ai flussi che aprono verso i paesi della «South East Europe» attraverso un collegamento marittimo con Bari (autostrade del mare) volge in questa direzione e sicuramente fa capo a una richiesta del governo di Malta (in tutto 410.209 abitanti) di partecipare pur nelle difficoltà di
un paese con ridotte risorse alle prospettive di connessione con questa importante parte dell’Europa.
Sicuramente appare riduttiva l’idea che la Sicilia (oltre 5.000.000 di abitanti) possa essere esclusa dai grandi programmi europei e che venga annullata la direttrice, ovvero il corridoio, Berlino-Palermo al di là dell’ipotesi che si faccia o meno il Ponte sullo Stretto. In varie sedi si sta facendo di tutto per fare sì che le scelte attuali non escludano i rapporti con i paesi del Mediterraneo di cui la Sicilia e l’Italia possono giovarsi.
Tuttavia il mondo politico italiano appare generalmente molto lontano da queste problematiche e sottovaluta la propria presenza e il proprio ruolo per ciò che riguarda i problemi dei paesi del Mediterraneo, permettendo che politiche significative vi vengano condotte da paesi come la Finlandia e Malta, che per partecipare alla fetta degli interessi dei paesi dell’Est europeo arrivano a definire accordi passando sul territorio italiano.
Occorre che si produca una svolta di attenzioni nuove a questi temi che interessano il mondo della politica e delle istituzioni ma principalmente la realtà del lavoro nei territori del Sud d’Italia. Anche i territori della Campania, della Puglia, del Molise e dell’Abruzzo rischiano infatti di diventare sempre di più aree marginali di un sistema Nord-centrico se non si riuscirà a produrre un’attenta politica di crescita e di scambio proiettata verso i Paesi del Mediterraneo. Su questi argomenti occorre intervenire con capacità di visione e forza di concertazione. Il dipartimento di Architettura dell’Università di Palermo ritiene essenziale, per il futuro della Sicilia, che questi temi diventino patrimonio di un comune e solido dibattito.
Il Dipartimento di Architettura, in conclusione, ribadisce che il valore del Corridoio Berlino-Palermo non si esaurisce in Sicilia, e che esso costituisce la premessa indispensabile di una proiezione dell’Italia e dell’Europa verso la sponda settentrionale dell’Africa, il continente che attende – e già anticipa con la “primavera araba” – una fuoriuscita dalla condizione di subalternità post-coloniale, per un futuro denso di sviluppi di potenziale grande suscettività, anche per la relativa vicinanza delle coste del golfo di Guinea col Brasile emergente e per la presenza in Africa dell’altra economia trainante: il Sud-Africa.
Per tutti questi motivi il Dipartimento di Architettura dell’Università di Palermo rivolge alle Istituzioni e Autorità in indirizzo l’appello a confermare in toto il Corridoio Europeo n. 1, Berlino-Palermo, compreso il tratto terminale da Napoli a Palermo-Catania.
Una decisione contraria peserebbe con gravità inaudita, e per diverse generazioni, sullo sviluppo del Sud dell’Italia e sulla possibilità che per suo tramite si potessero sviluppare più facili e convenienti rapporti tra l’Italia e l’Africa.

Palermo, 14 ottobre 2011

I componenti del Dipartimento di Architettura dell'Università degli Studi di Palermo.

ritratto di Saro Di Paola

L'IMPORTANTE .......

Berlino-Palermo o Helsinki-Valletta
L'IMPORTANTE CHE IL CORRIDOIO SI FACCIA e CHE NON TAGLI FUORI LA SICILIA