Storia di pupi e di pupari

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25/11/2011 - 22:30

Venerdi 25 Novembre alle ore 21,30 presso il Teatro comunale “Salvatore Cicero” di Cefalù Marco Manera porta in scena lo spettacolo di narrazione in due atti “Storia di pupi e di pupari”.

La messa in scena di questo lavoro teatrale si inserisce nell'ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia ed è prodotta dal CONI per il progetto “Cefaludiadi 2011” curato dagli assessorati al turismo e alla cultura della Città di Cefalù.

Lo spettacolo racconta, ispirandosi liberamente a fatti storici, una rivolta antiborbonica avvenuta a Cefalù il 25 Novembre 1856 e lo svolgimento delle vite dei suoi protagonisti, fino alla morte per fucilazione del capo della rivolta Salvatore Spinuzza.

Il progetto artistico, che sta alla base della rappresentazione scenica, mira a far riflettere circa lo scontro inesorabile tra chi detiene dispoticamente il potere (i pupari) e chi cerca di ribellarsi a qualsiasi forma di oppressione (i pupi). Il “puparo”, rappresenta, oggi come ieri, l’ingombrante antagonista di chi, in un dato contesto è costretto ad essere “pupo”, quindi inferiore.

Il 25 Novembre 1856, Cefalù fu protagonista di un evento strano, unico e per certi versi imprudente: la rivoluzione. Molti luoghi della Cefalù attuale ricordano quei giorni, ma il protagonista di questa storia, Salvatore Spinuzza, è ricordato anche dalla città di Palermo con una via ed una piazza, ubicate in pieno centro storico, di fronte al Teatro Massimo.

Anche Vincenzo Consolo nella sua opera “Il sorriso dell’ignoto marinaio” racconta questo episodio di epica eroicità risorgimentale. Si tratta di un piccolo tassello nel complesso mosaico che dal 1848 in avanti ha segnato la storia della nostra nazione, culminando nel 1861 con l’Unità d’Italia.

Lo spettacolo ha ottenuto nel 2007 la menzione speciale della direzione artistica del Calatiafestival di Caserta ed è stato rappresentato in diverse città italiane.

Ad accompagnare Marco Manera sulla scena ci sono due musicisti, Giacomo Lombardo e Roberto Rajmondi, che proporranno la musica come elemento scenico aggiuntivo e non di mero supporto all'azione scenica. Si tratta di una vera e propria drammaturgia musicale, in cui convivono tecniche specifiche come il leit motive e sonorità più popolari.

L'ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.