La mostra su “L’eredità scientifica del Mandralisca”

ritratto di Fondazione Mandralisca

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Uno stereoscopio, che consente a visione tridimensionale; un apparecchio di Oersted, che mostra l’effetto magnetico della corrente elettrica; un curioso telegrafo a quadrante, che associa i segnali Morse alla lettera corrispondente; una campana pneumatica; e ancora gli emisferi di Magdeburgo, due emisferi cavi di metallo perfettamente combacianti a tenuta d’aria che, nel corso di un esperimento, sedici cavalli non riuscirono a separare: sono questi alcuni degli antichi e ingegnosi strumenti scientifici generalmente custoditi presso il gabinetto di Fisica del Liceo Mandralisca ma attualmente in mostra presso l’omonimo Museo (vedi foto).

La mostra, intitolata “L’eredità scientifica del Mandralisca”, espone una trentina di apparecchi concepiti per la sperimentazione di fenomeni scientifici, in parte di proprietà del barone Enrico Pirajno di Mandralisca, che volle poi lasciarli in eredità al Liceo da lui fondato.

Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Mandralisca ha deciso di riproporre la mostra, che già ottenne grande successo nell’edizione del 2001, per dare visibilità a questa collezione, testimonianza da un lato della passione e della competenza scientifica del barone, dall’altro del suo spirito pedagogico e filantropico illuminato.

Numerose le scolaresche che hanno visitato la mostra, o lo faranno nei prossimi giorni: a loro l’esposizione è in particolare dedicata, come ha sottolineato il Dirigente scolastico dell’Istituto Mandralisca, Prof.ssa Maria Bellavia, che ha messo in risalto il valore pedagogico di questa manifestazione, nata dalla collaborazione tra il Liceo e il Museo; anche il pubblico generale ha tuttavia mostrato di gradire l’iniziativa, grazie al pregio estetico che si accompagna al significato scientifico degli strumenti, databili a partire dalla metà del XIX secolo.

L’allestimento della mostra è stato curato dalla Prof.ssa Antonella Panzarella, autrice anche del catalogo in cui si propongono tra l’altro una serie di schede che descrivono le esperienze eseguibili con ciascuno strumento e i loro principi di funzionamento.

La mostra rimarrà aperta sino al 19 gennaio, ma non ne è escluso un prolungamento.
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