"Dipinto Caroselli" nota del Prof. Vincenzo Abbate

ritratto di Fondazione Mandralisca

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Perché Cefalù, e prima di tutti i suoi uomini di cultura, debbono sentirsi bacchettati, quasi umiliati per una semplice attribuzione che il Prof. Sgarbi ha dato di un dipinto del Museo?
In un Museo, in qualsiasi Museo del mondo, ci sono dipinti in attesa di attribuzione o con attribuzione errata; è più che normale, e il Mandralisca in tal senso non ne è esente. Quanti quadri, esposti e non, sono in lista di attesa e chissà quante sorprese il Museo di Cefalù può ancora riservare.
Sgarbi sarà rimasto estasiato nel trovare a Cefalù un’opera del Caroselli, pittore che magari in questo momento riscontra i suoi interessi di studio e che il suo ‘occhio’attento ha saputo subito individuare.
Dobbiamo sentirci penalizzati perché fino ad ora non ce ne eravamo accorti? A dire il vero, già lo scorso anno Sandro Varzi, a seguito di raffronti stilistici con altre opere del pittore, aveva proposto per il dipinto l’accostamento a Caroselli, proposta che era stata da me subito condivisa. Non voglia ciò sembrare un chiedere scusa a Cefalù come per dire “Guardate non siamo ignoranti, pure noi lo avevamo subodorato”.
Certo meraviglia di più tutta la discussione che la vicenda sta suscitando : suvvia, con ogni rispetto per Caroselli (pittore di nicchia, per specialisti e quasi del tutto sconosciuto), non siamo di fronte a Caravaggio, né tanto meno al grande Antonello , con il quale non regge alcun accostamento di sorte. Certo il valore mediatico di Sgarbi è sempre forte e pregnante. Ma attenzione a lasciarci travolgere.
Mi pare che continuiamo sempre a peccare di provincialismo, per una innata propensione a penalizzarci di fronte a chiunque venga da fuori a dire la sua. Anche se Vittorio Sgarbi, cui mi lega un’antica amicizia e un grande rispetto per lo studioso, non la pensa come me (vedi articolo suo su “il Giornale” del 10/1 u.s.), io ritengo che il Sogliani da me individuato nei magazzini due anni fa, sia molto ma molto più interessante del Caroselli, che -stiamo tranquilli- non cambia davvero la geografia culturale del Museo Mandralisca, che -non scordiamocelo, e Cefalù questo dovrebbe saperlo- non è un museo da leggere attorno ai singoli capolavori, ma nella visione di insieme che lo lega al colto collezionismo del suo grande fondatore.

Vincenzo Abbate

ritratto di Vincenzo Gerone

A scupierta rà carta vitrata..

Tra un pò si arriverà a dire che la pietra focaia l'ha scoperta un cefaludese che a seguito di vari raffronti con altri sassi e con condivisioni con il paese tutto aveva tenuto la scoperta per sè.
Non so se sia più umiliante ammettere che non si è mai dato un nome a questo quadro o dire che che si era "subodorato" da lungi tempore..
La chiudo qua perchè stò per finire la mia ultima invenzione..la carta vetrata!

ritratto di Nicchi Salvatore

Aspettando la definitiva

Aspettando la definitiva conclusione della singolare diatriba, occasione di sterili polemiche come amano i cifalutani, poniamo il dipinto, di cui è controversia, nel congelatore e diciamo che nel congelatore del museo Mandralisca, probabilmente c'è un dipinto del Caroselli, (un patri campò centu figghi, centu figghi un puottiru campari un patri), aspettiamo che i turisti vengano a vititare il congelatore contenente l'ipotetico dipinto di Caroselli.!?
Con quello che il buon Piraino, Barone di Mandralisca, e non chicchessia del museo, ha accumulato, la fondazione sarebbe in grado di autofinanziarsi con gli ingressi, ed invece campa di elemosine politiche, è una vergogna.
E' una vergogna che ancora i lavori iniziati molti anni addietro siano incompleti e si ha il coraggio di definirlo Museo, sì museo per la vanagloria di chisà chi!
Vergogna cefalù turistica.

ritratto di Vincenzo Gerone

Mi giungono notizie circa la

Mi giungono notizie circa la collocazione del tanto citato quadro...Era dietro una porta.E'possible?

ritratto di Angela Di Francesca

vitti nna crozza...

Su Repubblica del 12 gennaio appare un articolo di Vittorio Sgarbi dal titolo "Il dipinto del Mandralisca in sinergia con Antonello".
Sgarbi scrive che in questi due giorni ha fatto altre riflessioni sul dipinto:" La coincidenza con l'uscita di un libro dedicato ai volti femminili consente di aggiungere [...]la perla di una fin qui ignota "piena di grazia" in condizioni di disgrazia. Ho voluto intendere questo stato in termini generali riconoscendo il soggetto in una Vanitas. E' molto probabile invece che il dipinto intenda illustrare nella donna con lo sguardo reclinato verso il teschio[...]una vedova, come sembrerebbe indicare con riferimento alla memoria la scritta sul libro "quam amara memoria tua". La donna sembra rivolgersi al marito perduto".
Quindi secondo queste più recenti riflessioni non si tratterebbe di una Vanitas "classica", intesa come allegoria.
Sembra convincente, anche se l'abbigliamento non è tanto vedovile; d'altra parte l'allegoria della Vanità quando non è una natura morta, partendo dalla considerazione che le cose materiali come bellezza e gioventù sono effimere, ritrae in genere donne belle e giovani (vi sono vari esempi proprio del Caroselli), qui il soggetto invece non è particolarmente giovane e bello. Che la donna con la frase dell'Ecclesiaste "quam amara memoria tua" intenda rivolgersi al marito mi sembra meno probabile mentre concordo con la prima osservazione di Sgarbi in proposito, cioè la frase intesa come "memento mori".
Ma fin qui va bene, si tratta di interpretazioni che poggiano comunque su alcuni elementi. Quello che non capisco è il "dopo" (ehehh... correrò il rischio di essere catalogata come capra!:)
"ll dipinto sembra essere messo in relazione dal Mandralisca con il vivissimo e vitalissimo Ritratto di Ignoto di Antonello. Il pittore siciliano raffigura un uomo forte e furbo con un cappello nero. E Caroselli[.....]una donna con il turbante rosso......." ."Come in un dittico a posteriori i due dipinti mettono in relazione l'uomo e la donna che ne contempla l'inevitabile condizione "col tempo"...Ma il tempo in questo caso sembrerebbe riguardare proprio l'Ignoto marinaio, trasformato da arguto esemplare della sicilianità in teschio. Il teschio dell'uomo perduto cui si rivolge[...] l'inconsolabile vedova. Dunque sembra di assistere al gioco borgesiano di una donna che piange sul teschio di quello che potrebbe essere,se non il marito, un remoto parente, come
l'Ignoto di Antonello, già da tempo morto."
Ma perchè, da quali elementi ha origine questa
interpretazione, questa "messa in relazione" con l'Ignoto di Antonello che si troverebbe "trasformato da arguto esemplare della sicilianità in teschio"?
Perchè le due opere devono necessariamente essere viste in rapporto una con l'altra?
Addirittura si aprono più ipotesi sul teschio: potrebbe essere non del marito ma di un remoto parente,..forse lo stesso "Ignoto"... mi sembra un'atmosfera che evoca più Luciano Garofano che Borges...:)

ritratto di Nicchi Salvatore

Sarò ottuso ma mi riesce

Sarò ottuso ma mi riesce difficle capire!

Il problema è che al museo è stato rinvento o ritrovato un quadro del Caroselli o che il prof. Sgarbi ne abbia publicamente denunciato l'esistenza?

Secondo mè la cosa giusta sarebbe di concentrarsi sul come fare fruttare al meglio l'opera d'arte, questa sì che sarebbe un'opera conducente!

Il merito della scoperta può essere gratificante fino ad un certo punto, ma la cosa veramente importante, per la comunità cefaludese, è quella che il museo si è arricchito di un'opera di gran pregio.

Mi ritorna in mente il caos in cui cadde la comunità degli artisti e dei critici a seguito del ritovamento dei fantomatici "volti in pietra" di Modì.

A prposito: "la cosa che sente più stupidagini al mondo è probabilmente un quadro di museo" (Goucond, Hout E. e J. scrittori francesi, 1822-1836)