Cattedrali

ritratto di Salvatore Culotta

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Se è vero, come decisamente credo, che la storia di Cefalù non è scritta nei libri ma “su pietre, su archi di finestre e di navate, su fondi di mosaici d’oro, sulle spiagge di sabbia, sugli scogli…”(Steno Vazzana - Cefalù fuori le mura), poche sono le “pietre” che come queste contengono tanta storia. Ed è la storia di innumerevoli mani, di innumerevoli corde,di barche e di pescatori ognuno con la sua vita così uguale e dissimile dalla vita dei suoi compagni, dei suoi padri, dei suoi figli. Innumerevoli corde, giorno per giorno per tanti giorni, attorno alla stessa pietra per incidere le parole di una lingua sempre più dimenticata.

ritratto di Gianfranco D Anna

Sono pietre che parlano

Sono pietre che parlano...
ma che "noi", purtroppo, non riusciamo più ad ascoltare!

ritratto di Saro Di Paola

COMPLIMENTI AD ENTRAMBI

STRAORDINARIO IL MESSAGGIO di quelle pietre che Salvatore ci ha proposto con STRAORDINARIA EFFICACIA ricordandoci, anche, quel
CEFALUTANO STRAORDINARIO che à stato Steno Vazzana.

BELLISSIMO IL COMMENTO di Gianfranco.
COMPLIMENTI AD ENTRAMBI

ritratto di Angelo Sciortino

Mi associo

O mi associo in toto, caro Saro, o faccio un copia/incolla, perché condivido il 1°, il 2°, il 3°, il 4° e il 5° rigo!

ritratto di Mauro Caliò

Emozionanti

immagini, che trasportano ad immaginare le mani che hanno stretto quelle corde!
Mi associo ai complimenti!

ritratto di Nicchi Salvatore

Eppure erano là da sempre,

Eppure erano là da sempre, come mai le apprezzate solo adesso che Totò le ha portate alla vostra attenzione?!

« Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare. »

Giacomo Leopardi

ritratto di Mauro Caliò

Perchè a volte

servono questi fermo immagine per consentirci di posare la mente in un luogo...
Spesso si guarda senza vedere...

ritratto di Nicchi Salvatore

"Non ti curar di lor, ma

"Non ti curar di lor, ma guarda e passa"
NON E' VERO?!

ritratto di Pino Lo Presti

Non per togliere qualcosa

a Totò ma è giusto ricordare a chi "Spesso ... guarda senza vedere" che di quella pietra, nella sua valenza, si era già accennato nel gennaio 2011. Ma forse allora si avevano gli occhi troppo abbacinati da un'altra "Pietra della Memoria"

("La Barbarie 2" - http://www.laltracefalu.it/node/3581)

-e non è questa la vera “Pietra della Memoria” della Marina? Quanta storia, quanta vita di uomini di mare in quei solchi! Eppure giace lì misconosciuta, abbandonata.
Siamo proprio pazzi!

ritratto di Salvatore Culotta

Per punirmi di aver

Per punirmi di aver dimenticato i tuoi articoli mi sono tirato una "pietra delle memoria" in testa, metaforicamente.Ma comunque su certi argomenti non è male ritornare più volte,e così facendo rinvigorire la memoria.

ritratto di Mauro Caliò

Caro Pino

hai pienamente ragione. C'è memoria e memoria. l'una tenta di ricostruire storie, l'altra trasmette suggestioni. Una tende a tener viva la memoria, l'altra è memoria.
Spero, in futuro, di vedere di più e sempre meglio.
Mauro Caliò

ritratto di Gianfranco D Anna

E' vero caro Pino...

… ma, in quella circostanza, i nostri occhi erano stati “accecati”, le nostre menti erano state “ubriacate” dagli scempi, dalle brutture, dalla “barbarie” che, in quei due interventi “da non dimenticare” (http://www.laltracefalu.it/node/3579 e http://www.laltracefalu.it/node/3581), le tue foto e le tue parole “denunciavano”.

È trascorso un anno ma nulla è cambiato se non in peggio.

Nonostante le migliaia di letture (oltre 1200 per “La Barbarie 1” e oltre 1800 per “La Barbarie 2”)
le tue foto sono rimaste “non viste”, i nostri commenti sono rimasti “non ascoltati” da chi, allora come oggi, dovrebbe “aprire gli occhi”, da chi “guarda senza vedere”.