Perchè Sgarbi fonda un nuovo partito?

ritratto di Nicola Pizzillo

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La risposta in questi sondaggi tratti dal sito specializzato Termometropolitico.it che elabora costantemente la media dei diversi sondaggi effettuati dai principali istituti di statistica italiani.

Come si vede chiaramente il PDL è in netto calo, tanto che lo stesso suo fondatore, un giorno si e l'altro pure, vorrebbe rifondarlo cambiandone pure il nome.

La situazione che si avrebbe in parlamento se si andasse al voto con l'attuale legge elettorale sarebbe la seguente:


Robusta maggioranza di centrosinistra in entrambe le camere.

Quale politico, che abbia un minimo di conoscenze di marketing, si affiderebbe ad un marchio ormai in declino nell'appeal elettorale? Ecco quindi che l'ormai navigato prof. Sgarbi lancia la sua sfida con un nuovo soggetto politico, il Partito della Rivoluzione, il quale avrebbe l'ambizione di avvicinare quelle masse di elettorato che, nauseate dalla politica, si stanno rifugiando nell'astensionismo.

E quale miglior occasione delle ammninistrative di un piccolo comune come Cefalù per sperimentare questa nuova formula politica e vedere se sortisce gli effetti sperati, ovvero di fermare l'emorragia di voti nel centrodestra.

La situazione è in un continuo divenire, diciamo magmatica, speriamo di non scottarci!

ritratto di Alexandre Morello

perché ha capito che i

perché finalmente ha capito che i partiti sono delle associazioni a delinquere...

ritratto di Riccardo Gervasi

Mandiamoli a quel paese!!!

I partiti politici dovrebbero essere l'anello di congiunzione tra l'elettorato ed il sistema. Un canale di scorrimento, potremmo dire, attraverso cui veicolare le istanze sociali dal basso verso l'alto in modo tale da potere adattare, di volta in volta, le misure necessarie alle reali esigenze dei cittadini. Questo, ovviamente, in linea teorica. Di fatto, purtroppo, non sempre è così. Tant'è che i partiti spesso hanno finito con il veicolare altre istanze rispondenti piuttosto alle esigenze di certa classe dirigente che non a quelle dei cittadini. In questo modo si sono resi responsabili - i partiti - dell'attuale scollamento politico tra la società civile e le stesse istituzioni. A tutto ciò, tuttavia, si deve aggiungere che la maggioranza della gente non è che abbia brillato informandosi e cercando di essere critica. Ha, infatti, accettato supinamente e acriticamente quanto il "benefattore" di turno le ha offerto. A livello nazionale ovviamente. Ma non è che poi le cose siano andate - o vadano - diversamente a livello locale. E la storia sembra ripetersi ogni volta: partiti che fanno la loro comparsa quando si avvicinano le elezioni per poi sparire e dimenticarsi di tutto. Ma tant'è!
Ora, al di là del nome - che sia partito della rivoluzione o altro poco importa, sempre anacronistico è, come il personaggio del resto - il problema ritengo sia nell'uso che vogliamo fare della matita: se usarla meccanicamente sotto la spinta di un'acritica accettazione basata solo su infondati presupposti, oppure se farne un uso critico e tale da mostrare quel dignitoso sussulto che potrebbe fare la differenza. Per esempio mandando a quel paese tutti coloro che vivono altrove e pensano di poter gestire un Comune dal loro lontano. Ma anche mandando a quel paese coloro che pensano alle amministrative in termini di "colonizzazione" politica. E mi pare siano parecchi. Mandiamoli a quel paese!!!