Amministrazione straordinaria ATO idrico di Palermo

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Comunicato stampa Acquainsicilia.org - Forum Siciliano dei Movimenti per l'Acqua

Prendiamo atto della prevedibile ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria di Acque potabili siciliane s.p.a., gestore dei servizio idrico integrato nell’ATO di Palermo, e manifestiamo la nostra preoccupazione ed il nostro dissenso sui seguenti aspetti del provvedimento, oltre che il nostro disappunto sulla decisione :
- La mancata presentazione di osservazioni nel periodo prescritto da parte dei creditori, tra cui ci sono la stessa Provincia di Palermo (21 milioni di Euro) e diversi comuni, che avrebbero il dovere di tutelare gli interessi delle comunità rappresentate.
- Il commissario giudiziale, nella sua relazione, ha individuato le cause di insolvenza recependo le ragioni della società ed addebitando il dissesto a ritardi degli enti interessati.-
- Alla base della decisione del Tribunale ci sono dei “colloqui istituzionali”, (con l’ATO? O con la Provincia? Con i comuni?), dei quali non risulta sia stata data notizia, ma che, evidentemente, hanno favorito la scelta dell’amministrazione straordinaria.
- Il tribunale ha escluso che la società possa uscire dalla situazione debitoria con un programma di ristrutturazione, alla luce della cessata gestione del servizio e dell’indisponibilità dei soci a farsi carico delle perdite (evidentemente, come è chiaro, i soci sarebbero stati disponibili invece a percepire i profitti)
- Il tribunale ha invece preferito la soluzione della cessione dell’azienda ad un nuovo gestore da individuarsi da parte dell’ATO.
- Il nuovo gestore dovrebbe tra l’altro, stante a quanto si legge nel decreto del Tribunale, ridurre gli sportelli nel territorio, al fine di migliorare il risultato operativo.
- Altro presupposto del riequilibrio sarebbe, come è ovvio, l’aumento delle tariffe, senza tener conto del referendum che ha abrogato la remunerazione garantita degli investimenti.
Chiediamo al Presidente della Provincia, ai Sindaci e all’ATO, per le loro competenze, di procedere celermente all’individuazione di un gestore pubblico, secondo le risultanze del referendum, e di evitare di cadere in una trappola che vedrebbe APS rimanere indenne dai suoi dissesti finanziari, che invece sarebbero caricati interamente sulla collettività, in termini di rincari tariffari e di transazioni poco oculate.

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