Vittorio Sgarbi e la politica del balzello

ritratto di Claudio Pepoli

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Cefalù- Piazza Duomo. 10.04.2012 ore inizio incontro di Sgarbi h 19.00

Sgarbi non è solo un critico d’arte ed un uomo politico, ma è anche un grande stratega.

La sua tattica di gioco è ormai chiara: punta tutto sulla suspence e la novità.
Riesce persino a far apparire un fatto del tutto nuovo un fatto già detto e ridetto. Per l’ennesima volta ha riconfermato la sua candidatura a Sindaco di Cefalù, per l’ennesima volta l’ha rimessa in dubbio.

Sgarbi è come una donna te la dà… non te la dà, vuole farsi desiderare. C'è e non c'è. Dopo aver dato sfogo alle sue ire prendendosela come suo solito con le forze dell’ordine, la magistratura e perfino lo Stato

Vittorio Sgarbi

ha rimesso nelle mani del popolo il destino della sua candidatura inventandosi quello che lui stesso ha definito una cretinata che è il “concorso esterno” per Cefalù.

Altro non si è trattato che di un blocchetto per la raccolta firme di quanti cefaludesi confermassero ancora una volta la propria volontà di volere Il critico d’arte a candidato Sindaco di Cefalù riponendovi la propria firma.
E i consensi non si sono certo fatti attendere. L’incontro è durato circa due ore, scusate se non procedo in ordine cronologico ma saltellando qua e la sui punti più salienti della serata.

Mi preme però comunicare che la sua oratoria è stata preceduta dall’introduzione del giornalista Gianni Manzo,

Gianni Manzo

il quale ha subito chiarito il controsenso della sua partecipazione alla serata. I conflitti platonici tra i due titani si sono placati. Gianni ha chiarito l’equivoco nato dai suoi paroloni nei confronti di Vittorio relativamente alla vicenda “Caroselli
” nonché alla propria indignazione per le parolacce enunciate dal Critico in occasione della presentazione del suo libro al Teatro Cicero susseguite dall’annuncio dell’ingresso in politica a Cefalù come candidato a Sindaco.

Pace fatta e confermata dallo stesso Sgarbi, dopo l’abbandono di “Antinoro” Gianni Manzo adesso è tra i suoi migliori amici e sostenitori

assieme a Farinella e Calabrese, ma le strette di mano in finale di serata non si sono fermate li. E così se una porta si chiude si apre un portone, c’è un via vai continuo in questo Partito della Rivoluzione portando fede al proprio nome. “'Un truova risiettu” diremmo noi in dialetto, ovvero non trova una sua stabilità, è come un porto di mare dove c’è chi va e c'è chi viene, o un albergo a luci rosse dove dopo essersi fatti una capatina tanti saluti ma noi non ci siamo mai conosciuti.

Torna a rinominare, Corsello, Guercio, la Vicari e il marito pizzaiolo, tutti elementi di spicco della vita politica cefaludese chi di oggi chi di ieri. Poi come vuole la regola di chi va a mignotte, fuori non ti conoscono più e ti voltano le spalle.

Ma Sgarbi sembra fregarsene di tutti, quello che più gli preme è raccogliere i consensi dei “cefaludini” come li chiama Lui, perché se piace al popolo, sarà il popolo a votarlo e non i suoi volta spalle.

Si è quindi proceduto alla presentazione dei candidati in lista, prima tra tutte la Cangelosi una giornalista originaria di Cefalù ma con un trascorso in Roma dove ha conosciuto il critico d’arte.

Sgarbi, Manzo e la Cangelosi

Quanto a Calabrese dopo aver richiesto maggior attenzione per i problemi di Cefalù e sottolineato il deficit che lo affligge di ben 12 milioni di euro ha voluto rimarcare che se il governo Monti vuol chiedere sacrifici agli italiani deve fare qualcosa affinchè la si smetta con lo schifo degli scandali dei rimborsi elettorali.

Manzo, Sgarbi e Calabrese

L’incontro è durato circa due ore con una platea che ha letteralmente sommerso piazza Duomo.

Io ho cercato di raccontarvi il mio punto vista con la solita obiettività cui mi ripongo di essere. E scusate se è poco.

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