La Via Crucis ecumenica sulla Rocca di Cefalù

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Dopo la positiva esperienza della Via Crucis ecumenica sulla Rocca di Cefalù realizzata nel 2011, quest’anno il MASCI ha voluto riproporre il medesimo percorso utilizzando il testo della Via Crucis biblica del card. Carlo Maria Martini, anche nell’intento di porre in essere una iniziativa assolutamente peculiare della nostra cittadina.

Uscire dalla Città vuole idealmente e spiritualmente collegarsi alla crocifissione di Gesù fuori del centro abitato, in un luogo, il Golgota, privo di qualsiasi forma di sacralizzazione, anzi additato quale segno di disprezzo (“luogo del cranio”). Il percorso seguito, che deve affrontare una salita tutt’altro che agevole, ben richiama il sofferto andare di Gesù verso il Calvario e, dunque, assurge a simbolo di qualcosa di più profondo del semplice aprirsi a spazi nuovi. Affrontare tale “viaggio” porta l’anima a scoperte impensabili in un personale confronto con le pagine del Vangelo, dando vita ad un evento di alta ed intensa esperienza spirituale. L’apertura a forme nuove può essere letta come metafora di un cammino ascensionale che ha come promessa ultima la salvezza nella sequela del Maestro.

I partecipanti – alcuni di età abbastanza matura – si sono sentiti fortemente coinvolti sperimentando una fede che non conosce chiusure ma piuttosto genera forti slanci e aneliti di Assoluto. “Sentire” la vicinanza tra persone non è un fatto fisico, legato ad un luogo ma piuttosto desiderio di fraternità, servizio e compassione gli uni verso gli altri. Nel cammino talora difficoltoso tutti hanno unito alla sofferenza di Gesù non solo la propria ma anche quella delle tante persone e situazioni della Città che via via si andava dispiegando nel suo affascinante fulgore.

La maestosa Croce in ferro non è solo traguardo ma segno elevato che irradia salvezza su quanti sono interiormente disposti ad accoglierla.

Amalia Misuraca