L'impreparazione del candidato Croci

ritratto di Angelo Sciortino

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“Il tasso di spreco medio è nell’ordine del 20-25%, il che significa che, se si adottassero le pratiche delle amministrazioni più efficienti (ma sarebbe più esatto dire: meno inefficienti), si potrebbero risparmiare almeno 100 miliardi l’anno. Una cifra con cui, giusto per fare un esempio, si potrebbe portare la pressione fiscale sui produttori a livelli irlandesi, attirare investimenti esteri e creare milioni di posti di lavoro.”
Così Luca Ricolfi su “La Stampa” di oggi.
“Negli abissi della Regione siciliana c'è un onorevole che - quando si tratta di parenti - non resiste al fortissimo richiamo. Questo è il piccolo vizio di Francesco Scoma, figlio di Carmelo. Nella hit parade dell'intreccio politico-familistico di Palermo lui batte tutti. Li vuole tutti accanto a sé. Vicini, piazzati e sistemati, intruppati, mischiati fra il suo ufficio di gabinetto e gli altri staff, congiunti suoi e congiunti di altri potenti, tutti insieme come una grande famiglia all'assessorato alla Famiglia.”
Così in un articolo su “Repubblica” di ieri.
Le due cose, evidentemente, vanno insieme: la seconda altro non è che uno dei tanti esempi delle conseguenze della prima. Per amministrare male, infatti, bisogna circondarsi di uomini disponibili a concederci assoluzioni per i nostri errori, come fanno i nostri parenti e i nostri amici in nome del loro affetto o per gratitudine per la nostra generosità. Una generosità che certi politici esercitano, però, non con i loro averi, ma con quelli di tutti i cittadini.
E perché mai i cittadini non si ribellano? Perché si lasciano abbindolare con tanta facilità da chi chiede di affidare a personaggi come Francesco Scoma incarichi istituzionali?
E' quel che accade in questo momento a Cefalù, dove il candidato Croci propone Francesco Scoma suo assessore al Comune nel caso di vittoria elettorale. Perché? Forse perché si vuol continuare a Cefalù con la politica del familismo? O per assicurare un'amministrazione inefficiente?
Ma forse il candidato Croci si è reso conto del pericolo che farebbe correre all'amministrazione e al Paese e per questa ragione ha dichiarato in un suo comizio che lo stesso Scoma e Terranova, l'altro assessore in pectore non cefalutano, si dimetteranno, per consentire la nomina di due assessori cefalutani.
Nello stesso comizio ha dichiarato che non nominerà il vice sindaco, perché egli si trasferirà a Cefalù per essere sempre presente. Dimentica, però, che la normativa vigente non lo consente.
Se Croci amasse rispondere, mi piacerebbe porgli ancora due domande. Mi risparmio la fatica, però, perché di fronte a tre mie precedenti domande non ha risposto e ieri non ha partecipato a un dibattito organizzato da Cefalunews, in cui i cittadini ponevano domande ai candidati a sindaco.
Se rispondesse, potrei trovarlo confuso, ma, se non risponde, posso mettergli un “impreparato” sul registro. E insieme a me l'impreparato lo metteranno tutti quei cittadini, che non lo voteranno, nonostante la perorazione di mamma Micciché.