Si è chiusa la campagna elettorale

ritratto di Angelo Sciortino

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Questa sera si è chiusa, finalmente, la campagna elettorale. Finalmente, perché mai come questa volta la battaglia elettorale è stata contrassegnata da incertezze e da proclami tanto più roboanti, quanto più inconsistenti erano le idee e le opinioni.
Quei candidati a sindaco che hanno alimentato tali incertezze, hanno la responsabilità di aver reso quasi impossibile parlare con concretezza e consapevolezza dei problemi di Cefalù.
Alludo, per esser chiaro, a Sgarbi e a Croci.
Sgarbi ha dato alla sua campagna elettorale un indirizzo preciso, dettato dai suoi fatti personali. Il suo intento di dimostrare a chi lo aveva ingannato, chiedendogli di candidarsi, che egli godeva più stima e più seguito di loro.
Come uomo e come semplice cittadino era ed è nel suo diritto dare questo tipo di dimostrazioni. Non è però suo diritto coinvolgere in quest'azione un'intera cittadinanza, consentendo persino che qualcuno approfitti dei suoi fatti personali, per infangare tutta Cefalù.
Meno “effervescente”, ma non meno negativa per Cefalù, è stata la candidatura di Croci. Egli ha prestato, più o meno consapevolmente, la sua faccia a chi aveva bisogno di una faccia nuova e meno discussa da presentare all'opinione pubblica, per chiedere di votarlo, in modo da riprendere il controllo dell'Amministrazione comunale.
Queste due candidature hanno obbligato altri candidati a dedicarsi a combattere le affermazioni mistificanti di Sgarbi e un passato, del quale Croci era l'espressione e lo strumento per un suo ritorno.
In questo tranello non è caduto Saro Lapunzina. Specialmente questa sera, nel comizio di chiusura. Nell'ora assegnatagli, ha spiegato il perché l'Amministrazione Guercio, e quella Vicari prima, hanno disastrato il bilancio, senza che alla Città derivasse alcun vantaggio.
Poi ha saputo riassumere le proposte della strategia, che intende attuare in qualità di sindaco. Nonostante l'emozione, ha saputo dare forza a tali proposte ed è stato convincente più di quanto lo siano stati Sgarbi con i suoi arzigogoli giuridici e Croci con il suo richiamo alla sua veste di amministratore non politico.
Questo suo parlare di Cefalù e dei suoi problemi; la sua emozione e la partecipazione del pubblico mi sono piaciuti. Mi sono piaciuti tanto, che non mi sono meravigliato degli applausi che hanno spesso interrotto il suo intervento. Applausi che alla fine sono stati accompagnati dal grido: SINDACO...SINDACO...
Ci stava, quindi, la citazione del compianto Giuseppe Giardina. Del Giuseppe Giardina, che seppe sfidare lo strapotere della DC, come oggi Lapunzina sfida lo strapotere del berlusconismo.