Comunicato Stampa

ritratto di Partito Democratico

Versione stampabile

La ricerca di una maggioranza consiliare nel dopo consultazioni è una necessità che consegue alla nuova legge elettorale. La stessa, prevedendo (nei soli comuni tra 10 e 15 abitanti) il “proporzionale a turno unico”, non consente la formazione di quelle coalizioni che, al ballottaggio, davano, al Sindaco non eletto al primo turno, la possibilità di ottenere ugualmente il sostegno di un numero di consiglieri sufficiente ad operare in consiglio comunale. Va rilevato come la medesima norma, oltretutto, genera una proliferazione dei candidati a sindaco e delle liste collegate, con una notevole dispersione di voti. In questo quadro, l’aver mantenuto integra la possibilità di designare appena la metà degli assessori (e ciò nonostante non sia più previsto il turno del ballottaggio) è prova dell’intendimento del Legislatore di favorire, ove necessario, la formazione di maggioranze nel dopo voto. A Cefalù, la candidatura di Saro Lapunzina ha ottenuto uno straordinario successo, raggiungendo il 40% dei voti, sebbene fossero presenti altre cinque candidature. A tal proposito, và detto che è meschino il riferimento che da taluno promana ad un effetto distorsivo che lo avrebbe penalizzato per via del mancato trascinamento del voto espresso ai consiglieri. E’ anzi proprio questo il segnale più evidente che la scelta degli elettori si è pienamente realizzata; com’è evidente che la presenza sulle schede del Prof. Sgarbi, oltre che del tutto legittima, giacché ammessa ante pronunce dei Tribunali, non è stata per nulla determinante sul risultato, avendo drenato voti in tutte le direzioni. Per questo, l’eventuale proposizione di un ricorso (da quella parte politica che dapprima lo aveva negato, e adesso, ascrivendone la possibile matrice a qualsiasi cittadino, è come se lo stesse pubblicamente sottoscrivendo) non desta in noi alcuna preoccupazione, perché la assai improbabile eventualità di accoglimento verrebbe percepita dalla cittadinanza come diretto effetto del tentativo di alcuni di scippare il risultato elettorale che i cittadini, con ampissimo margine, hanno assegnato al Sindaco Lapunzina. Ciò detto, và rilevato come un medesimo risultato non abbiano ottenuto le liste che lo sostenevano, due delle quali non hanno raggiunto la soglia minima del cinque per cento. Sette consiglieri su venti equivalgono ad un terzo dell’assise e non rappresentano un numero sufficiente per l’approvazione di atti fondamentali, come quelli di programmazione finanziaria. L’idea di un Consiglio pronto a valutare gli atti del Sindaco, volta per volta, al fine di approvarli, sa di “Libro Cuore”, e cozza con le dichiarazioni di alcuni esponenti politici nel dopo voto. Gli stessi commentatori che oggi parlano di “inciuci politici”, non avevano mancato di giudicare “necessaria la ricerca di una maggioranza politica in consiglio”. Scandalizza, pertanto, chi oggi si scandalizza, forse sol perché non ha ricevuto, come sperato, qualche notizie in anteprima. Sorprende, e non poco, anche la lettera firmata da iscritti (uno soltanto, in verità) e simpatizzanti del Partito, nonché da elettori del Sindaco, i quali, piuttosto che attendere (o anche pretendere avendo l’accortezza e le cortesia di chiederle direttamente) spiegazioni sull’operato politico di colui che dichiarano di sostenere, hanno trovato maggiormente utile rincorrere un effetto mediatico, le cui finalità peccano anch’esse di quella chiarezza che essi dichiarano di volere ricercare. L’accordo raggiunto con alcuni Gruppi consiliari non è un accordo al ribasso. Non prevede la contrattazione del Programma presentato ai Cittadini. Non richiede la necessità di rincorrere (e a quale prezzo?) un sostegno volta per volta; piuttosto, impegna altri soggetti nella condivisione di un percorso amministrativo nella assoluta chiarezza, attraverso l’individuazione di professionalità che potranno offrire le loro capacità nella gestione della Città. E’ un accordo che consente una costante verifica politica, potendo essere sempre valutata la genuina volontà di chi lo ha “sottoscritto”. Oltretutto, ha permesso, con ciò che ne consegue sulla programmazione e gestione dei lavori, la elezione di un Presidente del Consiglio, diretta espressione del raggruppamento che ha proposto il Sindaco, risultato non altrimenti raggiungibile, giacché chiare erano le mire di taluni su quella carica, anche allo scopo di creare ostacoli all’azione del Sindaco.
Chi oggi parla di una “occasione storica” mancata, dovrebbe piuttosto chiedersi se una maggiore e più diretta disponibilità nel momento della formazione delle liste, quando essa veniva ripetutamente richiesta, non avrebbe potuto consentire un più rotondo risultato e, probabilmente, l’ottenimento di quel premio di maggioranza che avrebbe reso superfluo quell’accordo oggi inviso.

Il Segretario Cittadino
Prof. Vincenzo Garbo