Evento su piazza: sensibilizzazione 8x1000 alla Chiesa Cattolica

ritratto di Salvatore Di Majo

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Lo scorso 3 giugno, in Piazza Duomo, l’Ufficio diocesano per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica ha aperto uno stand per sensibilizzare la destinazione dell’8x1000 e informare sull’uso che di queste risorse è stato fatto nel corso degli ultimi anni.

“Evento su piazza”, questo il nome dell’iniziativa promozionale in corso di svolgimento in tutta Italia, ha inteso così informare adeguatamente i cittadini con tutta una serie di manifestazioni che si aggiungono ai consueti canali informativi quali i siti web e la grande stampa.
Ciò anche come imprescindibile obbligo di trasparenza verso l’86% degli italiani che firma per la Chiesa Cattolica, segno tangibile della stima che essa gode presso l’opinione pubblica.

Tale fiducia è confermata anche dalle statistiche ufficiali: sulla base dei dati forniti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, risulta che dal 1990 al 2006 (ultimo dato ufficiale disponibile) la Chiesa Cattolica ha avuto percentuali di firme, sul totale delle scelte espresse, sempre in media superiori all’80%.
Quanto alla ripartizione, la Diocesi di Cefalù, similmente a quanto avviene in altri ambiti diocesani, utilizza le somme ricevute per:
• esigenze di culto e pastorale;
• interventi caritativi;
• sostentamento del clero.
Pur nella molteplicità delle opere e iniziative condotte, desideriamo almeno segnalare in questo comunicato: la Casa di accoglienza Maria SS. di Gibilmanna, gestita dai Frati Minori Cappuccini; i progetti “mani in pasta”, “il paese dei balocchi” e “diocesi in rete” che fanno capo alla Caritas diocesana; la costruzione del nuovo complesso parrocchiale Spirito Santo a Cefalù; la nuova chiesa di San Giuseppe nella Frazione di Firrarello; l’adeguamento di canoniche e locali destinati alle esigenze della pastorale in diversi comuni madoniti.

Appare opportuno precisare, infine, che l’8x1000 rappresenta la destinazione di una quota di tasse già dovute – analogamente al 5x1000 – e che non rappresenta in alcun modo una maggiorazione delle imposte a carico del cittadino.
Informazioni più dettagliate sono disponibili per la pubblica consultazione sui portali web www.sovvenire.it e www.8x1000.it.

Comunicato a cura di:
Ufficio diocesano per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica

Incaricato: Diacono Giuseppe Rinaudo
Collaboratore: Prof. Salvatore Di Majo

ritratto di Aldo Giambelluca

Costi della chiesa ed 8x1000 vs. 5x1000

Consiglio a tutti la lettura dell'articolo "Il vero costo dei crocifissi" e la visione di questo video che spiega simpaticamente le differenze tra 5x1000 ed 8x1000 (DA VEDERE!).

Le cose (secondo me) interessanti sono:
1) Il meccanismo dell'8x1000 è quantomeno singolare: Vero che la maggior parte di quelli che mette la famigerata crocetta sceglie di destinare il suo 8x1000 alla chiesa cattolica (siamo un paese prevalentemente cattolico quindi è logico) ma è anche vero che l'8x1000 di chi non esprime una preferenza, subdolamente finisce anche alla chiesa cattolica (e questo, sempre secondo me, non è corretto)
2) La chiesa deve fare un resoconto di dove questi soldi, ricevuti dallo stato, vanno a finire...nell'articolo si fa riferimento al rendiconto del 2007: soltanto l'8% viene usato per interventi caritatevoli a favore del terzo mondo, un altro 12% per interventi caritatevoli in Italia (quindi complessivamente 1/5 viene speso per opere caritatevoli), dopodichè 35% per gli stipendi dei sacerdoti italiani mentre il restante 45% per esigenze di culto, spese di catechesi, attività finanziarie ed immobiliari.
3) Per quanto riguarda il 5x1000 anche se molte persone firmano viene comunque fissato un tetto massimo.

Con questo non ho intenzione di offendere nessuno ovviamente, penso solo che sia giusto che le persone sappiano come funzionano le cose e che ci sia più trasparenza (che poi immagino sia anche il senso di iniziative di questo tipo).

ritratto di Vincenzo Nastasi

piccola provocazione..

e se destinassimo il 5x1000 al comune di Cefalù???

ritratto di Leonardo Mento

Ma non c'è anche.....

il Museo Mandralisca.......

ritratto di Salvatore Di Majo

Precisazioni sui criteri di ripartizione dell'8x1000

Mi preme precisare, preliminarmente, che non mi ritengo affatto offeso di fronte alle osservazioni sollevate da Aldo Giambelluca. Pertanto, dopo una attenta lettura dei suoi rilievi, intendo cogliere l’occasione per precisare che:
1) La scelta dell’8x1000 è del tutto volontaria e definire la crocetta “famigerata” presuppone già nei fatti un giudizio negativo sul sistema di assegnazione delle risorse. Ma procediamo con ordine. In un paese “prevalentemente cattolico” la Chiesa Cattolica accetta, contrariamente a quanto sancito dal Concordato del 1929 che prevedeva l’obbligatorietà dell’assegno di congrua, di sottoporsi al giudizio dei cittadini che sanciscono con la loro firma se questa fiducia, anno per anno, sia veramente da confermare. Nei fatti il meccanismo di ripartizione delle somme è improntato al perseguimento di un fine specifico quale quello della democrazia diretta applicata al sistema fiscale. La quota dei contribuenti che non ha firmato viene sì suddivisa tra i destinatari (Chiesa Cattolica, Testimoni di Geova, …) secondo la proporzione risultante dalla scelta espressa, innegabile, ma è una diretta conseguenza di quel principio di democrazia a cui si è fatto riferimento prima. Se non fosse la Chiesa Cattolica a ricevere la maggioranza delle preferenze dei contribuenti, si direbbe anche in quel caso che il sistema di ripartizione delle somme è “subdolo”? Pongo adesso un parallelo che reputo pertinente: le recenti elezioni comunali hanno sancito a Cefalù e a Palermo la vittoria di candidati sindaci che non hanno ricevuto la maggioranza dei voti espressi dai potenziali elettori: in questo caso diremmo che la loro elezione è avvenuta con criteri “subdoli” e che Orlando e Lapunzina amministrano danneggiando quelli che non li hanno votati? In realtà, a differenza delle elezioni politiche, la Chiesa Cattolica – che opera in un paese “prevalentemente cattolico” - e le altre confessioni religiose che accedono alla ripartizione dell’8x1000 si sottopongono ogni anno al giudizio dei cittadini.
2) Veniamo alla destinazione delle somme e agli obblighi di pubblicità. La Conferenza Episcopale Italiana, non il Vaticano, pubblica ogni anno l’esatto rendiconto sui settimanali diocesani e sul quotidiano Avvenire: tutti i dati aggiornati sono consultabili in qualunque momento sul sito www.8x1000.it. A questo punto mi rifaccio direttamente al documento reperibile all’indirizzo http://www.8xmille.it/rendiconti/rendiconto.pdf. Da esso si evince come nel 2011 468 milioni di euro siano stati destinati a “Esigenze di culto della popolazione”, 235 milioni a “Interventi caritativi” e 361 milioni come “Sostentamento del clero”. Sembrerebbe quindi giustificata la tesi della esigua quota per la carità (“solo” 235 milioni). Poi però se si va a leggere il dettaglio, sotto la voce “Esigenze di culto della popolazione“ rientrano anche «esigenze relative, ad esempio, alle problematiche familiari, alla realizzazione di strutture educative e ricreative per ragazzi [...], ad attività pastorali che si fanno sempre più articolate e si proiettano maggiormente in prospettiva evangelizzatrice e missionaria [...], iniziative che abbiano come scopo la conoscenza, la tutela e conservazione dei beni culturali ecclesiastici (in Italia il 70% del patrimonio artistico è di carattere religioso) [...], attività di promozione dell’ecumenismo e della pace, attività di promozione pastorale per i detenuti, attività di formazione dei giovani lavoratori, sostegno di associazioni per la promozione delle famiglie…». Quanto al sostentamento del clero, fatta eccezione per i religiosi che hanno fatto il voto di povertà e comunque qualcosa sotto i denti devono pur sempre procurarsela, dovremmo abituarci a considerarlo come un vero e proprio investimento nella carità, perché i missionari nei Paesi del Terzo Mondo vanno pagati, i sacerdoti che si spendono ogni giorno nei più svariati contesti vanno tutelati con un minimo di sicurezza – un sacerdote “guadagna” dalle 800 alle 1000 euro al mese e non ha orari di lavoro, dovendo svolgere il suo ministero per gli altri e le esigenze del prossimo non conoscono orari di ufficio. Ma nonostante la gravosità del loro operato e l’esiguità delle somme loro corrisposte – tra gli 800 e le 1000 euro di stipendio mensile per un laico si parla di povertà – la Chiesa Cattolica accetta di sottoporsi ogni anno al giudizio insindacabile dei cittadini anche per quanto riguarda il sostentamento del clero. Prima di concludere, desidero ricordare che l’ufficio diocesano per il sostegno economico alla Chiesa Cattolica, nella persona dell’incaricato Diacono Giuseppe Rinaudo, provvederà a rispondere ad alcune domande sull’8x1000 nella settimanale trasmissione di radio cammarata, in onda ogni domenica mattina. Infine, voglio fare una pacata considerazione personale. Ho esaminato con attenzione la pagina web che parla de “i veri costi dei crocifissi” (…). La critica è legittima, la manifestazione del pensiero è libera e doverosa, mi rammarico solamente del fatto che molte delle affermazioni contenute in quella pagina siano pretestuose, oltre che fondate su false affermazioni. Mi limiterò ad un solo esempio: gli stipendi corrisposti ai circa 22.000 insegnanti di quella che “impropriamente viene chiamata ora di religione”, descritta come una sorta di estorsione che la Chiesa Cattolica opera con molta disinvoltura, visto che “lo stato non sa bene cosa effettivamente si insegni durante le lezioni”. Ebbene, lo Stato e la Chiesa Cattolica sanno molto bene a cosa servono quei docenti poiché il numero 2 dell’articolo 9 degli Accordi di revisione del Concordato del 18 febbraio 1984 sancisce il riconoscimento da parte della Repubblica Italiana del “valore della cultura religiosa” e che “i princìpi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano”. Quindi, in definitiva, l’insegnamento della religione cattolica rientra a tutti gli effetti nella offerta formativa che le scuole indicate dalla norma devono garantire obbligatoriamente ai loro studenti. Unico limite, l’esonero riconosciuto a coloro che non vogliono avvalersi di detto insegnamento.
Che dire infine? Consentitemi una personalissima battuta: si legge e si ascolta di tutto in un paese “prevalentemente cattolico” come lo è l’Italia!!!