Corte dei conti, occhi puntati sulla gestione rifiuti e sui bilanci degli enti locali

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La Procura della Corte dei Conti sta indagando sul servizio di raccolta e di conferimento dei rifiuti in Sicilia. La crisi finanziaria degli Ato, dovuta a gestioni "non sempre accorte", è all´origine delle emergenze di questi giorni richiamate nella relazione del procuratore regionale Guido Carlino all´inaugurazione dell´anno giudiziario. Carlino ha segnalato "incrementi esponenziali della spesa" a causa di assunzioni di personale "in difetto dei presupposti di legge", mancata copertura dei costi dei servizi, inadeguate misure finanziarie e contabili da parte dei comuni interessati.
Un caso su tutti: quello del Coinres, un consorzio di 22 comuni della provincia di Palermo, che ha assunto personale senza concorso e ha fatto ricorso a ditte esterne per servizi che avrebbe dovuto gestire in economia. Proprio ieri il Coinres é stato commissariato dalla Regione e i sindaci autorizzati a requisire i mezzi per riprendere la raccolta dei rifiuti accumulati nelle strade.
Altro caso grave è quello dell´Amia di Palermo che ha un pesante "buco" di bilancio sul quale indaga la Procura della Corte dei conti.
Nella stessa relazione il procuratore ha analizzato la finanza degli enti locali siciliani, terreno fertile per sprechi, abusi e illeciti. E il caso del Comune di Catania è quello che presenta i profili più gravi. I fattori più ricorrenti di criticità riguardano non solo indebitamenti eccessivi ma anche dubbi e utilità delle spese, contenziosi civili e amministrativi, assunzioni irregolari di personale, facili affidamenti di consulenze, occultamento di debiti, sopravalutazione delle entrate.
Molti sono i Comuni finiti sotto l´esame della Corte dei conti ma quello di Catania più di tutti per un cospicuo "buco" di bilancio in gran parte dovuto al pagamento di interessi passivi per le anticipazioni di tesoreria. "Il ricorso agli onerosi finanziamenti a breve termine - ha spiegato Carlino - si rendeva necessario per fare fronte a impegni che non sarebbero stati assunti se fosse stata rappresentata un´effettiva realtà finanziaria" che invece era stata occultata.
Altre irregolarità hanno riguardato il pagamento di interesse fuori convenzione e la costituzione di due società per la gestione di servizi pubblici e per altri compiti istituzionali che hanno pagato compensi esorbitanti agli amministratori nominati "in numero assolutamete irragionevole".
L´altra faccia del disastro finanziario è costituita dai ritardati pagamenti alle ditte fornitrici. Con le casse vuote non sono stati onorati gli impegni. E le ditte si sono ritrovate in gravi difficoltà. Alcune hanno avviato procedure esecutive con ulteriore danno per le finanze dei Comuni.
(www.gds.it)