Berlusconi ha dichiarato che mai nessuno, come e tanto questo Governo, ha combattuto con forza la mafia e ha ottenuto gli stessi risultati. Lasciamo stare che fra i risultati ha posto le recenti catture di latitanti, come se esse non fossero dovute soprattutto alla forze dell'ordine, e limitiamoci ad alcune brevi costatazioni sulle iniziative legislative in corso.
Tali iniziative, se divenissero leggi dello Stato, non favorirebbero certamente un'efficace azione contro la mafia. Si tratta della prescrizione a breve, della vendita all'asta dei beni sequestrati o confiscati ai mafiosi, l'abolizione del reato di concorso esterno in associazione criminale o di stampo mafioso e, infine, dello scudo fiscale, che invece è già legge.
Soltanto per farmi capire, voglio portare a esempio la cosiddetta proposta di prescrizione breve. Il Governo dice che essa non si applicherebbe ai processi mafiosi. Sarà, ma reati come la corruzione e quelli di erogazione indebita di fondi pubblici rientrerebbero da una parte fra quelli previsti per la prescrizione a breve e dall'altra fra quelli che sono strumento del quale la mafia si serve per raggiungere i suoi scopi.
Lo stesso scudo fiscale, unito alla vendita all'asta di beni mafiosi, diverrebbe strumento per un riciclaggio internazionale di vaste proporzioni.
Se questo è lottare contro la mafia, allora anche le quinte colonne nemiche non erano strumento dei nemici, ma patrioti. Con ciò non voglio attribuire a Berlusconi, ai suoi ministri e alla sua maggioranza la posizione di spie nemiche in seno alle Istituzioni dello Stato, ma un dubbio sulla loro capacità di capire e sapere quel che fanno mi viene. Il dubbio che siano all'altezza dei compiti affidati loro dagli elettori sorge spontaneo.
E' su queste critiche che dobbiamo basarci e non sulle dichiarazioni squallide di pentiti e prostitute, per giudicare chi in questo momento regge le sorti del nostro Paese.
Speriamo che qualcuno abbia la voglia e capacità di farli ravvedere!