Tasselli per la storia dei lavoratori

Ritratto di Angela D. Di Francesca

13 Ottobre 2012, 22:16 - Angela D. Di Fr...   [suoi interventi e commenti]

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La storia del movimento dei lavoratori  spesso non fa parte della storia ufficiale. E’ ancora tutta da raccontare, i suoi eroi non sempre sono affidati alla memoria, i ragazzi non la studiano nelle scuole. Eppure la storia ha suoi percorsi sotterranei e labirinti, attraverso cui figure ed eventi dimenticati finiscono col riemergere.

E’ il caso del Movimento dei Fasci dei Lavoratori a Cefalù.

In genere Cefalù è descritta come un luogo di immobilismo, dove i cittadini non sono mai stati capaci di affermare le proprie idee e di lottare per i propri diritti. Non sempre questo è vero. Ho già trattato in altre ricerche il contributo che Cefalù diede all’antifascismo non solo in termini di libero pensiero ma anche in termini di partecipazione alla Resistenza. Andando indietro nel tempo, si evince l'esistenza, anche  a Cefalù, dei  Fasci dei Lavoratori. I “Fasci siciliani  dei lavoratori”  fu un movimento di ispirazione democratica e socialista, che comprendeva contadini, operai, minatori, fasce del proletariato urbano, e che si  sviluppò   in Sicilia dal 1891 al 1893. Dopo vari tentativi di repressione da parte del governo, fu poi definitivamente schiacciato durante il governo Crispi con un durissimo intervento militare.

L’organizzazione del movimento dei Fasci siciliani  avvenne a Cefalù  abbastanza tardi, nel 1893, probabilmente perchè il tipo di "patti" agrari che esistevano a Cefalù erano meno vessatori rispetto a quelli di altri paesi, e inoltre Cefalù -come anche Termini Imerese-, aveva una bassa percentuale di "giornalieri" nelle campagne e al contrario un'alta percentuale di coltivatori diretti.(v.Giuseppe Casarrubea, "I fasci contadini e le origini delle sezioni socialiste della provincia di Palermo", Flaccovio 1978). Il movimento comunque alla fine venne fondato, come risulta dai rapporti di polizia, e  l'organizzatore fu -insieme a Gaetano Di Blasi-  Ernesto Orcel, il maggiore di 5 fratelli di Palermo di cui due, Ernesto e Giovanni, scelsero di impegnarsi nel sindacato e nelle lotte dei lavoratori.

Le poche notizie sull’attività di Ernesto a Cefalù provengono da fonti d’archivio della polizia dell’epoca. Così, paradossalmente, il ricordo delle sue lotte è affidato agli scarni verbali dei suoi avversari.

Più noto, forse anche per la sua vicenda umana finita tragicamente, è il fratello di Ernesto,  Giovanni, la cui azione si sviluppò invece a Palermo.

Giovanni Orcel  era nato il 25 dicembre 1887 da una famiglia di modeste condizioni. Per questo non potè accedere a studi di livello superiore, e divenne tipografo.

Prima della guerra diresse il settimanale "La riscossa socialista", di ispirazione  pacifista.

Nel marzo del 1919 fu eletto nella segreteria della Fiom, il sindacato degli  operai metallurgici e metalmeccanici. La Fiom durante la guerra fu  l'avanguardia del movimento sindacale palermitano e  contava 2000 iscritti, una cifra per quei tempi altissima.

Dopo i risultati delle elezioni del 1919, deludenti per la sinistra,  si scatenò la controffensiva degli agrari e della mafia e la repressione governativa, che provocò molti morti tra i dirigenti contadini e tra partecipanti a manifestazioni di protesta o a semplici comizi.

Nel maggio 1920 la Fiom definì la sua piattaforma che in Sicilia venne portata avanti con la guida di Giovanni Orcel: miglioramenti salariali, collegamento del salario reale con il carovita, un periodo di ferie retribuito, un sistema di retribuzione unico in  tutto il paese (in Sicilia infattii salari erano più bassi rispetto al Nord), abolizione del lavoro straordinario, riconoscimento del ruolo del sindacato nella fabbrica. Grazie alla collaborazione con Nicolò Alongi, dirigente contadino, si sperimentarono le prime forme di lotta unitarie  tra contadini e operai.

Nicolò Alongi fu ucciso il 1° marzo 1920 a Prizzi

Nell'estate del 1920 lo scontro con i lavoratori si acuì a causa dei licenziamenti al Cantiere navale (300), e alla  ferriera Ercta (200).

Gli  operai occuparono il Cantiere navale,avviando  l'autogestione. A una delle navi in allestimento fu dato  il nome del dirigente contadino ucciso, Nicolò Alongi. Dopo il  Cantiere fu occupata la  ferriera Ercta, dove si ripetè  l’ autogestione. La solidarietà che i due leader avevano saputo creare tra le due classi di lavoratori fece sì che i contadini portassero dei sacchi di farina agli operai dei Cantieri in lotta.

Un  accordo nazionale pose poi  fine alle occupazioni, ma gli accordi sottoscritti non furono rispettati dai padroni delle fabbriche causando una scia di polemiche, delusioni e risentimenti anche all’interno dello stesso sindacato. Orcel nonostante tutto si propose come candidato per le  prossime elezioni provinciali. Ma il 14 ottobre 1920 fu aggredito a Palermo in Corso Vittorio Emanuele all’altezza della Biblioteca centrale da un sicario armato di coltello e morì poco dopo il ricovero.all'Ospedale San Saverio. Furono seguite varie piste ma l’assassino rimase ignoto.L’ipotesi più accreditata è che la sua morte fosse stata ordinata dal capomafia di Prizzi Silvestro Gristina, lo stesso che era stato il mandante dell’omicidio di Alongi.

(La  storia di Giovanni Orcel è raccontata  nel libro di Giovanni Abbagnato, Giovanni Orcel. Vita e morte per mafia di un sindacalista siciliano. 1887-1920.).

Commenti

L’ANPI di Palermo ricorda Giovanni Orcel domani 14 ottobre 2012 anniversario della sua morte, insieme alla Cgil, e al  Centro Impastato, deponendo una corona nel luogo dove fu ucciso, sotto la lapide che lo ricorda.