A porte aperte

Ritratto di Giuseppe Maggiore

13 Aprile 2014, 20:07 - Giuseppe Maggiore   [suoi interventi e commenti]

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Il “Giornale di Sicilia” di Giovedì  10 Aprile 2014 (pag. 8), porta la notizia che circa 4.000 migranti sono sbarcati recentemente in 48 ore fra Messina, Pozzallo e Agrigento.

Dice, addirittura che, soccorsi, appena sbarcati sono stati contattati da altri loro connazionali venuti a riceverli sulla banchina, i quali li catechizzavano dicendo loro  di non farsi prendere le impronte digitali e, comunque, di non farsi identificare.

Tali suggerimenti e consigli sono durati fino a che la polizia non ha identificato e allontanato questi maestri della mimetizzazione.

Ciò riporta il giornale.

E, ancora: il Ministro Alfano, preoccupato da tali sbarchi, che nei prossimi mesi estivi indubbiamente si moltiplicheranno, ha, intanto, disposto il reperimento di alloggiamenti per accogliere i profughi.

Salvini, della Lega, invita Alfano a difendere il nostro territorio, così come fanno le altre nazioni che hanno chiuso le loro barriere ai migranti clandestini per difendere il loro.

 

 

Ora, è risaputo che io non mi interesso affatto di cronaca, tranne che sporadicamente e quasi sempre per motivi artistico-letterari; ma qui, per questo problema della migrazione che si perpetua da anni, voglio spendere qualche considerazione anch’io; e, quindi, ne tratto.

Intanto premetto che non sono per niente un razzista. Anzi! Sono sempre stato dell’avviso che bisogna aiutare il “prossimo”, di qualunque estrazione sociale o nazionale esso sia; ma nei limiti delle proprie possibilità.

In coscienza, mi dichiaro “umanitario”; lo sono sempre stato, lo sono e lo sarò, per disposizione d’animo, per educazione e per cultura; ma ciò nella misura in cui il “prossimo”, cercando di migliorare la propria condizione esistenziale, non soffochi la mia.

E, a pensarci bene, mi pare che il problema dell’emigrazione sia quello che ci sta mettendo sott’acqua. Soprattutto noi Siciliani. I veri “annegati” finiremo con l’essere noi!

Già il lavoro manca nella nostra splendida Italia. Molti giovani sono a spasso e molti ingegni sono costretti a guardare all’estero come unica risorsa alla propria professionalità.

Giornalmente molti lavoratori perdono il loro posto; e molti altri, purtroppo, per ristrettezze e disperazione, si sono anche tolta la vita. La delinquenza è all’ordine del giorno. 

Questa l’attuale situazione.

In un clima così particolare e incerto ci si industria di trovare un salvagente.

Atteso tutto quanto sopra, si intuisce chiaramente che i ripetuti sbarchi avvenuti e quelli avvenire rappresentano e rappresenteranno un serio pericolo per un paese allo stremo economico come il nostro.

Non ci si vuol rendere conto, insomma, che tutti questi poveri diavoli di migranti, sbandati, illegalmente pervenuti, non fanno altro che ingrossare le fila della disoccupazione di massa e conseguentemente della delinquenza abituale per poter fisicamente sopravvivere?

E allora, la politica di non farli partire e di non farli arrivare, dove sta?

Noi cittadini ci troviamo costretti, dato il frangente, a non poter più lasciare niente di qualche valore sia nelle case di città che in quelle di campagna,  per evitare che divenga oggetto di furto.

E anche quando i temuti ladri non abbiano di che rubare, il solo fatto di romperti una porta o una finestra, per farle riparare quanto ti costa?

Inoltre la sera, soprattutto nelle città, a camminare per strada non si ha più la sicurezza di rientrare a casa illesi. Il mio timore è soprattutto per i miei familiari quando da soli si attardano fuori, al ritorno da una “pizza” o  per altri motivi.

Già la delinquenza di nostro c’è; ci mancava soltanto l’aggravamento determinato dall’aggiunta di quella di possibili extracomunitari!

E’ così, dunque, che bisogna vivere? Con la preoccupazione costante di una ipotetica aggressione, di un eventuale furto, negativi accadimenti di cui sono pieni i giornali?

Dobbiamo solo pagare le tasse e che tasse?

Perché non facciamo come le altre nazioni che prendono consoni provvedimenti per non essere invase da una massa di individui eterogenei, illecitamente introdottisi e per limitare la possibile delinquenza che la indiscriminata migrazione può aggravare?

Noi no! Siamo più umanitari! E questo è un pregio condivisibile! Si, ma che può minare il nostro  vivere…più o meno quieto.

Per quanto tutta questa moltitudine di migranti faccia indiscutibilmente pena, non sono affatto del parere che ci si debba annullare per far posto a loro, che, oltre tutto, rappresentano un sensibile costo all’erario.

I Governi, una volta per tutte, dovrebbero seriamente prendere solidi accordi per far sì che il fenomeno decresca. Per commendabile  umanità, seppure innata, non si possono accettare tutti gli extracomunitari che approdano sulle nostre spiagge.

E’ giusto essere disponibili, ma non a detrimento di se stessi!

C’è un noto adagio latino, che, pur riferendosi agli animali, può anche andare a pennello per l’uomo: “..qui canem alit exterum, huic praeter lorum nil fit reliquum..” (Walther)
(A chi dà da mangiare a un cane altrui niente rimane se non la cinghia)

                                                                 
Cefalù, 10 Aprile 2014                                                                                                                               Giuseppe  Maggiore