Che cosa è il dissesto finanziario e chi lo dichiara?

Ritratto di Angelo Sciortino

24 Ottobre 2012, 17:42 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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In questo momento i problemi finanziari di Cefalù rappresentano la maggiore preoccupazione degli Amministratori, ma anche dei cittadini comuni. Non è un caso che, nonostante stiano vivendosi gli ultimi giorni della campagna elettorale regionale, in molti intervengono per esprimere preoccupazione, lasciando in secondo piano i fatti della campagna elettorale. E che la preoccupazione sia ormai ad alti livelli è stato percepito anche dagli Amministratori, che cercano di tranquillizzare i cittadini, come ha fatto pochi  giorni fa su Cefalunews  il Presidente del Consiglio professor Antonio Franco. Personalmente ho appreso poco da quell'intervento, se non che la fede dell'Autore per il Sindaco taumaturgo è grande. Sono stato costretto ad alcune ricerche e da esse ho appreso quanto ho riassunto per i lettori curiosi e preoccupati.

Il default del Comune va certificato dal Prefetto. Potremo sintetizzare così una delle più importanti novità introdotte dal testo del decreto “Premi e sanzioni” 140/2011, approvato in Consiglio dei Ministri.

Il decreto, infatti, tra le numerose innovazioni che reca ( non da ultimo, la tanto sospirata modifica delle sanzioni per gli enti locali che avessero sforato il Patto di Stabilità), apporta anche una rilevante variazione in tema di controllo del dissesto all’interno degli enti locali. Fino a quel momento, infatti, l’unico organo deputato a dichiarare lo stato di dissesto finanziario di un comune era stato il consiglio comunale del comune , che, una volta verificato il default, comunicava agli enti preposti la situazione di insostenibilità finanziaria.

Le problematiche maggiori si sono tuttavia riscontrate proprio nei tempi per l’accertamento e per la certificazione del dissesto, per cui in troppi casi gli enti locali tardavano ad attestare la situazione di instabilità. Conseguenza principale di ciò, l’impossibilità da parte degli organi preposti di poter intervenire in tempo utile per verificare un eventuale piano di rientro per l’ente.

Anzi, la ritardata comunicazione del default ha comportato in questi anni l’aggravarsi in modo irreparabile di situazioni che, se coordinate e gestite nei tempi dovuti, avrebbero impedito la creazione di passivi tanto elevati. Passivi che, come è facile dedurre, poi dovevano essere affrontati dal governo centrale, con ripiani e salvataggi in extremis e che costavano alla collettività importanti interventi. Altre gocce nel mare del debito pubblico italiano, che, nel frattempo, si allargava inesorabilmente.

La norma in materia è stata riscritta, con una modifica, all’interno del Tuel, il testo degli enti locali, che disciplina l’ordinamento degli enti locali. La norma attribuisce alla rispettiva sezione di controllo della Corte dei Conti la competenza sull’accertamento delle basi che sottendono al default degli enti locali e le disposizioni necessarie per il rientro dell’equilibrio finanziario. Successivamente il Prefetto, qualora l’ente stesso non abbia provveduto nei tempi e nei modi convenuti ad operare per il rientro del dissesto, nomina un commissario ad acta per la deliberazione dello stato di dissesto e dà corso alla procedura per lo scioglimento del consiglio dell’ente, esattamente come previsto dall’articolo 141 del testo unico sugli enti locali.

Ecco dunque la ratio della norma introdotta dall’articolo 6, comma 2, dell’ultimo decreto federalista: affidare la certificazione del dissesto ad un organo esterno permetterà, infatti, di accertare in modo più tempestivo il default e consentirà, allo stesso tempo di intervenire in modo più celere per consentire agli enti di poter intervenire al risanamento.

La gestione del debito e della attività finanziaria, del resto, gioca oggi giorno, un ruolo di primissimo piano nella pianificazione e nella gestione della amministrazione pubblica locale. Ed è un ruolo destinato, anche alla luce del contesto macro economico nel quale le PA si trovano a convivere, destinato inesorabilmente a crescere di importanza.

La logica, quindi, della responsabilizzazione e della immediata azione di intervento da parte degli amministratori locali, che trovassero il proprio ente in una situazione di dissesto, risponde pertanto in tutto e per tutto a questa crescente importanza con la quale gli amministratori locali dovranno giocoforza confrontarsi.

Ecco perché la Corte dei Conti ha scritto: di procedere autonomamente e immediatamente alla dichiarazione di dissesto finanziario, evitando il prodursi di ulteriori danni alle finanze comunali, che potrebbero esporre i soggetti coinvolti a responsabilità erariale.Il resto, secondo me, sono chiacchiere.