“I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le mie vie non sono le vostre vie”

Ritratto di Saro Di Paola

30 Giugno 2012, 10:00 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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In una società sempre più disgregata come quella attuale , il Parroco è un punto di riferimento.
Se non il solo,uno dei pochi.
Un punto di riferimento intorno al quale la società della disgregazione si riconosce Comunità ed, in Comunità, si realizza.

La notizia della sostituzione del Parroco è, perciò, di quelle che gettano nello smarrimento.
Ed è, proprio, smarrimento quello che si avverte nelle due comunità parrocchiali di Cefalù che, per ultime in questi giorni, sono state raggiunte dalla notizia.
La più piccola, quella di S.Ambrogio.
La più grande, quella della Cattedrale.
È già accaduto in tante altre Comunità parrocchiali della Diocesi.
Nel mese di luglio del 2010 è accaduto, e lo abbiamo vissuto personalmente, nella Parrocchia di S.Agata, alla Calura.
Accadrà ancora.

“Don Salvatore deve rimanere con noi”
“Vogliamo crescere nella Fede con Don Salvatore”
Così hanno scritto i parrocchiani di S.Ambrogio.
I parrocchiani della Cattedrale stanno, invece, raccogliendo le firme per una “petizione”.
Manifestazioni diverse.
Espressioni diverse di uno stesso sentimento :
LO SMARRIMENTO.

Quando ad una Comunità viene data notizia della sostituzione del suo Parroco si piange.
Anche.
È la debolezza della carne che la vince sulla forza dello Spirito.

Eppure, per “crescere nella Fede”, il lievito lo abbiamo.
O lo dovremmo avere :
 “I MIEI PENSIERI NON SONO I VOSTRI PENSIERI, LE MIE VIE NON SONO LE VOSTRE  VIE”.
Sono le parole dell’Eterno che Isaia ci ha insegnato.

Non saremo Cristiani autentici se, in quelle parole, non avremo saputo attingere la forza per superare, sul piano umano, la tristezza del congedo dal Parroco.
Non saremo autentici cristiani se,sotto la guida di un nuovo Parroco non ci saremo sentiti e non saremo Comunità , come ci siamo sentiti, e siamo stati, Comunità con il Parroco che il Padre, per il tramite del nostro Vescovo Vincenzo, chiama ad altra Comunità.

Solo se così sarà stato, potremo dire di essere riusciti a cogliere, per metterlo in pratica nella sua straordinaria pienezza, uno degli insegnamenti che Gesù, nel PATER NOSTER  impartì ai suoi apostoli quando, gli apostoli, Gli chiesero di insegnarli a pregare, per insegnarci a pregare.

Quell’insegnamento che, per noi Spirito, è il più ascetico.
Quell’insegnamento che, per noi Carne, nelle avversità e nelle occasioni del dolore, è il più difficile da accettare e da mettere in pratica :
PADRE NOSTRO, SIA FATTA LA TUA VOLONTA’!

Saro Di Paola, 30 giugno 2012

Commenti

Così sia. Di  tutta questa vicenda rimane un profondo dispiacere per come essa è stata gestita dai vertici diocesani. Forse sarebbe bastato un semplice intervento chiarificatore del vescovo rivolto alla sua comunità. Ascoltare, comprendere, vale reciprocamente per tutti. Non c’e nulla di trascendentale in tutto questo, lasciamo la Parola al suo posto. L’uomo per sua natura non è infallibile. Però dispiace. Dopo un’accorata lettera di Don Salvatore Panzarella alla Comunità cristiana di Sant’Ambrogio, di cui faccio parte, recante la data del 1/7/12, la Comunità, in segno di profonda stima e rispetto verso il proprio parroco, ha deciso di desistere da ogni ulteriore forma di protesta collettiva.

Lo smarrimento di una Comunità per la sostituzione del suo Parroco è giustificabilissimo.
Sul piano umano.
L'ho vissuto, e lo abbiamo vissuto, nell'estate del 2010 nella Parrocchia di S.Agata V.M., alla Calura.

Tutto il resto, a mio giudizio, non può essere giustificabile.
Giustificarlo sarebbe come dire che quella Comunità non è CHIESA.

Mi sarebbe piaciuto leggere  che la "comunità di S. Ambrogio " ha deciso di desistere da ogni forma di protesta collettiva in segno di profonda stima e rispetto VERSO IL PROPRIO VESCOVO e verso il proprio Parroco".
Il che, a mio giudizio, avrebbe significato RISPETTO VERSO LA CHIESA.