Il sonno a Cefalù.

Ritratto di Angelo Sciortino

27 Novembre 2012, 13:11 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

"Il sonno, caro Chevalley, il sonno è ciò che i Siciliani vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare, sia pure per portar loro i più bei regali; e, sia detto fra noi, ho i miei forti dubbi che il nuovo regno abbia molti regali per noi nel bagagliaio. Tutte le manifestazioni siciliane sono manifestazioni oniriche, anche le più violente: la nostra sensualità è desiderio di oblio, le schioppettate e le coltellate nostre, desiderio di morte; desiderio di immobilità voluttuosa, cioè ancora di morte, la nostra pigrizia, i nostri sorbetti di scorzonera o di cannella; il nostro aspetto meditativo è quello del nulla che voglia scrutare gli enigmi del nirvana. Da ciò proviene il prepotere da noi di certe persone, di coloro che sono semi-desti; da ciò il famoso ritardo di un secolo delle manifestazioni artistiche ed intellettuali siciliane: le novità ci attraggono soltanto quando le sentiamo defunte, incapaci di dar luogo a correnti vitali; da ciò l'incredibile fenomeno della formazione attuale, contemporanea a noi, di miti che sarebbero venerabili se fossero antichi sul serio, ma che non sono altro che sinistri tentativi di rituffarsi in un passato che ci attrae appunto perché è morto."

A parlare così è il Principe di Lampedusa nel Gattopardo. Provate a sostituire “i Siciliani” con “i Cefalutani” e scoprirete, se siete intellettualmente onesti, quanto le parole del Principe valgano ancor di più.

Proprio le recenti vicende relative al quasi dissesto ne sono un esempio lampante. Il pre-dissesto costituisce il (quasi) neonato strumento attraverso il quale i Comuni in difficoltà economico-finanziaria potranno tentare un risanamento delle loro casse, accedendo ad un finanziamento pari a 200 euro a cittadino ivi residente. In quanto tale sta registrando una particolare attenzione da parte dei sindaci, alcuni dei quali sono però molto delusi dalla lettera che si presume definitiva del D.L. n. 174/2012 (all’esame del Senato), soprattutto quelli preposti a gestire Comuni medio-piccoli.

Al di là degli aspetti che certamente saranno analizzati criticamente dai costituzionalisti - considerata la palese discriminazione che il medesimo legislatore, che ha inteso revisionare la Costituzione nel senso di prevedere il concorso obbligatorio di tutte le pubbliche amministrazioni al conseguimento dell’equilibrio dei bilanci e della sostenibilità del debito pubblico, secondo le condizioni individuate nel più recente Trattato UE, meglio noto come Fiscal compact -, è da sottolineare la più che evidente irragionevolezza dell’assunto, tanto da palesare una violazione costituzionale riferita agli artt. 3, 5, 81 (c. 1 e 5), 97 (c. 1) e 119 (c. 1 e 6) della Carta.

Se da una parte, infatti, si pretende di approntare misure agevolative nei confronti dell’universo locale, al fine di consentire ai Comuni e alle Province - non in grado di superare ordinariamente gli squilibri strutturali di bilancio evidenziate - di risanare le loro finanze attraverso il ricorso ad una sorta di piano di rientro, dall’altra si discriminano la gran parte di essi (il 93,62%), come se dal loro consistente insieme istituzionale non derivasse il più che ventilato pericolo di un più generale default del sistema autonomistico locale. Equivale a dire che anche in questo caso il legislatore parlamentare ha finito per “specializzare” l’intervento riservandolo in favore dei grandi Comuni ove sono, rispettivamente, più “rumorose” le pretese dei relativi sindaci e maggiore la visibilità dell’intervento, nonché accattivante lo spazio del consenso elettorale da potere ivi racimolare.

Così non deve essere, attesa la garanzia costituzionale di dovere garantire, ovunque (inteso come tutto il territorio nazionale), i livelli essenziali delle prestazioni afferenti ai diritti civili e sociali, pena la violazione dell’art. 117, comma 2, lettera m, della Costituzione.

Purtroppo i semi svegli preferiscono non lottare e sperano che il sonno continui a tenere nell'ignoranza delle loro responsabilità i cittadini. Che cosa accadrà, però, quando si sveglieranno per la fame?

Scusate la lunghezza, che non mi è abituale, e buon risveglio.