Via Carlo Ortolani Barone di Bordonaro: trasparenza Zero - Parte 2°

Ritratto di Pino Lo Presti

14 Luglio 2014, 19:17 - Pino Lo Presti   [suoi interventi e commenti]

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Wikipedia: "Dittatura":

"La dittatura è una forma autoritaria di governo in cui il potere è accentrato in un solo organo, se non addirittura nelle mani del solo dittatore, non limitato da leggi, costituzioni, o altri fattori politici e sociali interni allo Stato.

In senso lato, dittatura ha quindi il significato di predominio assoluto e per lo più incontrastabile di un individuo (o di un ristretto gruppo di persone) che detiene un potere imposto con la forza (non è però fortunatamente  questo il caso cefaludese n.d.r.). In questo senso la dittatura coincide spesso con l'autoritarismo e con il totalitarismo. Sua caratteristica è anche la negazione della libertà di espressione e di stampa. La dittatura è considerata il contrario della democrazia. Va inoltre detto che il dittatore può giungere al potere anche democraticamente e senza violenza. ..."
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ACCESSO AGLI ATTI DEL COMUNE DI CEFALU’

“Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate. Queste parole di colore oscuro vid’io  scritte al sommo di una porta...”

Cap. 2

- il comune cittadino prova a rivolgersi a dei consiglieri comunali -


L’obiettivo che adesso quel comune cittadino si pone è dimostrare che, per via Bordonaro,  ci si trovi davanti ad un eclatante caso di occupazione di fatto “abusiva” di suolo pubblico, in quanto a renderla regolare - ritiene - non possa bastare di certo la sola parola di un qualsiasi Sindaco, forse - in altri tempi - lo poteva quella del Podestà!

D’altra parte, in quella strada, già nel tempo, sono accadute cose poco trasparenti; lo testimonia una strana lettera, del 31 luglio 2011, dell’Ing. N. Torcivia - allora Assessore della Giunta Guercio - indirizzata al Comando dei VV.UU e p.c. al Sindaco, al Vice-Sindaco e alla Dott.ssa Di fatta, Responsabile al Patrimonio, avente come oggetto: “Occupazione suolo pubblico lungo la via Bordonaro (lato numeri civici pari)”, di cui si consiglia la lettura:
 



Non sappiamo se si sia poi operato per gli accertamenti richiesti e cosa eventualmente sia emerso ma l’impressione è che in quella strada vi sia da tempo un gruppo - diciamo - “di pressione” di un certo notevole peso, quantomeno elettorale!

Come fare dunque?
Abbiamo visto che non ci si può accontentare di una risposta verbale; per raggiungere lo scopo si ha bisogno di una risposta dell’ufficio dei VV.UU. in cui sia scritto: “alla data di ... non è stata rilasciata alcuna autorizzazione”!
Per ottenere questo il comune cittadino dovrebbe presentare una Richiesta scritta secondo l’art. 6 del Regolamento per l’accesso ai documenti amministrativi del Comune, il quale però, all’art. 7 stabilisce che: “(l’Ufficio) comunica all’interessato, nel termine di trenta giorni dalla ricezione, l’accoglimento della richiesta, indicando il luogo ed il termine, comunque non inferiore a quindici giorni, nel quale può prendere visione del documento od estrarne copia ...”.
Non meno di quarantacinque giorni dunque per avere la risposta. E se poi non ti rispondono, che si fa: causa al Comune?
In ogni caso, sono troppi; una Autorizzazione “prèt-à-porter” sarebbe potuto spuntare dal cilindro anche il giorno dopo la presentazione di una tale richiesta scritta!

L’irrequieto cittadino dunque si rivolge ad un consigliere di Maggioranza con cui nel tempo aveva avuto una certa confidenza; gli spiega che l’Autorizzazione non c’è e che pertanto dovrebbe farsi rilasciare una dichiarazione scritta che, a quella data, ne certifichi appunto l’assenza

L’ingenuità si sa è propria dei comuni cittadini.
Il consigliere di Maggioranza - di cui non faccio il nome - tagliò corto seccato affermando che se non c’è un documento è inutile richiederlo e che l’Ufficio non è tenuto a rilasciare alcuna dichiarazione al riguardo.
Come “non è tenuto a rilasciare alcuna dichiarazione al riguardo”?

Resosi conto infine della propria ingenuità, il nostro decide di rivolgersi ad un consigliere di Opposizione, spiegandogli la situazione e chiedendogli esplicitamente di andarci di persona e di - in forza del “potere ispettivo” riconosciuto ad ogni singolo consigliere comunale - farsi rilasciare contestualmente una dichiarazione nella quale fosse scritto che, alla data di quel giorno, tale procedimento di Concessione, fosse quantomeno “in itinere”.
Ma, pare che le cose non stiano così; infatti per ottenere una simile dichiarazione scritta sembra che anche il consigliere comunale debba presentare a sua volta una richiesta scritta; cosa che il consigliere in questione, l’avv. Giovanni Iuppa del Movimento Controvento, presentò alcuni giorni dopo, esattamente il 4 giugno scorso:

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All’Ufficio di Polizia Municipale
Comune di Cefalù


Cefalù lì 04/06/2014

OGGETTO: Richiesta documentazione sulla concessione utilizzo suolo pubblico in via C.O. Di Bordonaro

Il sottoscritto consigliere Avv. Giovanni Iuppa, con la presente chiede copia della richiesta di concessione di utilizzo suolo pubblico nella via C.O. Di Bordonaro per l’arredo urbano (vasi e fioriere) con relativo progetto nonché la copia della concessione rilasciata da codesto Ufficio di P.M.

Con Osservanza
                                                                                                                                                                   Il Consigliere comunale
                                                                                                                                                                    Avv. Giovanni Iuppa


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La questione se un consigliere comunale abbia diritto o meno, in base ai suoi poteri ispettivi, di farsi rilasciare quel tipo di dichiarazione scritta, dietro semplice richiesta verbale, rimase e rimane per il comune cittadino ancora aperta.
Da una parte, il presidente del Consiglio, prof. Antonio Franco, gli confermava telefonicamente che certamente una tale dichiarazione dovesse essere rilasciata ad un consigliere, dall’altra, un altro consigliere di Opposizione, l’avv. G. Cassata, ribadiva che questa poteva essere rilasciata solo dietro presentazione di domanda scritta dello stesso consigliere.
E’ stato inutile per il comune cittadino cercare nel Sito del Comune una copia on-line del regolamento del Consiglio Comunale in cui queste cose dovrebbero essere stabilite; tale Regolamento infatti non vi si trova pubblicato!

Giunti alla fine del mese di giugno senza che al consigliere Iuppa fosse giunta risposta alcuna da parte dell’Ufficio dei VV.UU., il comune cittadino tentò una nuova carta, confidando questa volta in un qualche vincolo di parentela, con un altro consigliere, Vincenzo Terrasi, benchè di Maggioranza.
Questi però si mostrò più ligio (come in fondo era più giusto e corretto che fosse) ai vincoli di lealtà alla propria appartenenza politica, e, tagliando subito corto, disse che prima voleva “vedere le carte”; “ma, quali”? aggiunse  - con un pò di delusione -  il comune cittadino.
“Domani abbiamo una riunione di Maggioranza e voglio capire come stanno le cose”, rispose il primo.

La riunione di Maggioranza avvenne nel pomeriggio del trascorso 4 luglio.
Il giorno dopo, Enzo telefonò al cugino Pino per riferirgli su quanto aveva accertato.
In quella telefonata, del 5 luglio, Terrasi riferisce che il Sindaco avrebbe detto che non c’è bisogno di alcuna autorizzazione per quanto realizzato in via Bordonaro in quanto c’è una Ordinanza che dice che in quella strada non si può parcheggiare, e - aggiunge - che il Sindaco lo ha anche assicurato che, in questo senso, presto avrebbe risposto al consigliere Iuppa.

Il comune cittadino Pino esprime al cugino consigliere Enzo tutto il suo stupore al riguardo della esistenza di una simile Ordinanza; non era la prima volta che il Sindaco uscisse dal cappello delle ordinanze fantasma. Era già accaduto il 21 maggio, ma ne parleremo un’altra volta per “non allungare troppo il sugo”.
Pino fece presente ad Enzo che non esisteva alcuna Ordinanza che dicesse che in via Bordonaro non si potesse parcheggiare, e perciò gli chiese conferma di quanto gli riferiva e quindi se lo autorizzava a riferirlo, a propria volta, in forma scritta sul blog (QualeCefalu ovviamente).
Avuta la conferma e l’autorizzazione verbale richieste, il comune cittadino Pino decise di attendere tuttavia ancora qualche giorno prima di scrivere di tutta questa strana faccenda.

Martedì, 8 luglio, il consigliere Iuppa presenta al Comando dei VV.UU. una formale diffida ad avere la documentazione richiesta per via Bordonaro, entro 48 ore!

Nei giorni seguenti uno o più commercianti (non ho capito bene) della via Bordonaro chiedono al consigliere Iuppa (non ho capito in quale contesto), con sua sorpresa, come mai ce l’abbia con loro o quantomeno con quanto loro hanno realizzato in quella strada!
Strano, il consigliere Iuppa non ce l’ha affatto con i commercianti di via Bordonaro, nè tantomeno è tra coloro che non apprezzano la sistemazione da loro disposta; vuole soltanto - su richiesta di un cittadino comune - accertare la regolarità delle procedure seguite; tanto strano che il consigliere Iuppa, sul finire della settimana, decide di usare il telefono per “sentire” il Sindaco al riguardo di queste voci sul proprio conto.

Cosa si siano esattamente detti attraverso i numerosi sms è giusto che rimanga, tra loro, privato.
Ciò che però, alla fine il Sindaco, al riguardo di tutta la questione, ha detto al Consigliere Iuppa sono autorizzato, dallo stesso, a riferirlo: i commercianti faranno dono dei vasi al Comune, il quale con apposita Delibera di Giunta farà suo il Progetto! Siamo al 13 luglio.

Lunedì 14 luglio, mattina, al consigliere Iuppa arriva una telefonata dal Comando dei VV.UU. con la quale lo si avvisa che gli Atti richiesti sono pronti per essere ritirati.
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Vedremo domani se sarà possibile pubblicarli. In quella sede trarremo le conclusione di questa inusuale vicenda.

 

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Intervento correlato: Via Carlo Ortolani Barone di Bordonaro: trasparenza Zero - Pino Lo Presti - 14 luglio 2014 (http://www.qualecefalu.it/node/13104)

Commenti

Brutta storia...... ed è gravissimo che "terzi" siano a conoscenza di attività ispettive poste in essere, nell'espletamento del proprio mandato, da parte di un consigliere comunale.  Certo, se fosse successo ai tempi della Vicari e di Guercio ne sarebbe derivato un pandemonio.... ma oggi non è più così

Caro Saro Di Paola....sono ben consapevole che siamo "ai tempi di Lapunzina"....eccome se ne sono consapevole, ahimè !

Quanto alle "fughe di notizie controllate" è una tecnica ben consolidata in taluni ambienti......  ;)

... può averla chi è avvezzo a commuovrsi innanzi al bello. Questa sensibilità la dimostrano i Giapponesi shintoisti, che definiscono "kami" tutto ciò che è bello e lo rispettano così tanto, da considerare dissacrante semplicemente tentare di cambiarlo per prosaici vantaggi. A Cefalù, purtroppo, non ci sono shintoisti, ma persone insensibili al bello, a meno che non possono utilizzarlo per "creare posti di lavoro e guadagni". Con simile opinione pubblica insensibile è già tanto che non si sia ancora conclusa la storia di Cefalù, anche se questa Amministrazione sta impegnandosi in questo senso.

Vi assicuro, via Bordnaro è proprio così, con la sua pavimeazione, i colori dele sue case illuminate dalla luce del tramonto e in fondo il mare, ma come tutti i gioielli andrebbe varolizzata adeguatamnte. Del resto anche un diamante non vive solo di luce propria ma anche di luce riflessa.

La parola "valorizzare" è pericolosissima, e purtroppo viene usata per giustificare qualsiasi manomissione messa in atto da questo o quello senza averne la necessaria competenza, o, e questo è ancora peggio, da chi - pur avendo la competenza - si presta a "pressioni" eterogenee.

Aiutarla ad esprimere il "proprio valore" (avendolo prima individuato, studiato, compreso) o “dargli un valore”?
"Valorizzare" un figlio significa aiutarlo a crescere nel rispetto della sua natura, e delle qualità sue proprie o vedere come meglio “impacchettarlo” per collocarlo nel mercato, seppur della vita?
Valorizzare - nel nostro caso cefaludese - significa “truccare” la nostra città con orpelli di dubbio gusto (o spot ingannevoli) per meglio collocarla in un mercato peraltro indifferenziato (che ha, e che poco cerca, qualità, cioè verità) mentre si lasciano deperire le naturali (per storia ed ambiente) qualità, essenza della sua “verità” da cui, una volta, scaturiva la luce, non riflessa ne artificiale ma propria (che ha attratto a Cefalù, nella storia, tanta gente): è la differenza tra una “cosa” viva (qualità-verità) e una cosa ridotta ad “oggetto” cioè morta (innaturalità-inganno) data in pasto, sulla banchina di un porto, al primo che passa.
E’ su questa strada che ormai irreversibilmente viene condotta Cefalù.