Riflessioni su Cefalù

Ritratto di Vito Patanella

22 Luglio 2014, 14:25 - Vito Patanella   [suoi interventi e commenti]

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Dare all’untore non è segno di unità ma semplicemente di ricerca del consenso aggredendo chi oggi appare debole agli occhi dei cittadini, ed invece, a mio parere, ha ancora tanto da dire e da dare alla città di Cefalù.

Ciò che ieri poteva apparire come un centrodestra ricompattato a me è sembrato una passerella di futuri consiglieri Lapunzina pronti solo ad indicare ciò che non va e che non è stato fatto, piuttosto che ciò che si debba fare e come si debba fare. Solo quando il centrodestra saprà indicare al suo elettorato una via credibile di risorgimento e rinascimento per la Città di Cefalù e soprattutto dove trovare le risorse per fare tutto ciò, allora potrà vantarsi di essersi riunito. Fino ad allora, con qualche eccezione, assisteremo a passerelle più o meno accorate, fatte di filippiche verso il primo cittadino. Attenzione non è che possa assolversi l’operato del Sindaco ma di certo non lo si aiuta nel ricercare con la città una nuova intesa per il bene comune additandolo quale male assoluto per la città.

Dobbiamo ricercare cinque punti programmatici concreti e con le adeguate coperture finanziare per ripartire e far ripartire Cefalù.

Primo: la gestione delle acque, affidata al comune che dovrà alla bisogna nominare un suo ente di gestione con a capo un manager di chiara esperienza nel settore, prescindendo da lottizzazioni partitiche e spartitorie.

Secondo: una ricognizione dell’evoluzione turistica dei siti oggi emergenti per comprendere dove vanno oggi i nuovi flussi turistici e perché. Ha ragione il consigliere Mauro Lombardo a suggerire al Sindaco di viaggiare low cost, lui che del settore è un operatore attento, offre una ricetta per uscire dal provincialismo in cui Cefalù si è cacciata da due anni in qua. Non si fa offerta turistica con manifestazioni localistiche e di corto respiro. D’accordo è morto lo Sherbet ma io dico viva lo Sherbet o meglio la sua capacità, come manifestazione di volare alto, ed aver portato in Italia e nel mondo il nome di Cefalù per un prodotto diverso dal solito club med per il quale fino ad oggi era conosciuta.

Terzo: basta con la finta partecipazione orientata ed etero diretta. Agorà, consulta delle associazioni, pro loco e quant’altro sono esperienze fallite perché i soliti noti del PD hanno cercato di volta in volta di metterci il cappello imponendo i propri uomini e le proprie donne. Se almeno avessero scelto tra i migliori oggi queste esperienze, benché orientate, sarebbero sopravvissute a se stesse, ma ha prevalso il solito tentativo, salvo rarissime eccezioni, di mettere cervelli etero diretti, yes man privi di spirito critico e di autonomia pensante.

Quarto: o si favoriscono davvero gli investimenti in maniera chiara e alla luce del sole o non si può nel segreto delle stanze incentivare un imprenditore ad investire del suo e subito dopo fiaccarne l’iniziativa con manovre meschine ed ingannevoli. Se qualcuno investe nei parcheggi, nei trasporti, nelle iniziative turistiche, nel proiect financing, deve avere certezza del diritto da parte della P.A. che non può essere ambigua e ondivaga ma chiara e lineare nel suo operato. Soprattutto in un momento di crisi economica quale quello che stiamo attraversando dove un solo euro d’investimento oggi vale come oro.

Quinto: le prossime elezioni saranno uno tsunami per Cefalù. Ne’ destra né sinistra vi resisteranno a meno che, e parlo del centro destra, da subito non parli la stessa lingua. Siete tredici consiglieri fate un gruppo unico. Elaborate un bilancio di previsione e sottoponetelo alla città. Aprite una interlocuzione con la corte dei Conti senza il filtro del sindaco che ormai ha perso ogni credibilità agli occhi della stessa Corte di Controllo.

Alcune di queste parole ieri le ho ascoltate e credo che anche il Sindaco le abbia comprese. Oggi, il bravo consigliere Lapunzina, può dimostrare di farle proprie e lavorare verso questa direzione. Diversamente altri tre anni di supplizio, sms, commenti su fb, telefonate e rimbrotti, attendono i Cefaludesi e ciò non farà di Lapunzina l’uomo del cambiamento – come egli sperava – ma il sindaco del silenzio illiberale e della mancata svolta democratica.

                                                                                                                      Vito Patanella