Ma che “amore” è...

Ritratto di Pino Lo Presti

31 Luglio 2014, 03:28 - Pino Lo Presti   [suoi interventi e commenti]

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Sicuramente molti fra quelli che dicono che bisogna fare vedere solo le cose belle di Cefalù - altrimenti si è quasi una sorta di rinnegati, traditori della “patria” -, va da sè che siano tra quelli che amano “nascondere la polvere sotto i tappeti”.
Saranno stati loro?

 

 

Certo è stato sconcertante, per qualcuno che avesse creduto che con Lapunzina Sindaco si sarebbe quanto meno arrestata la Barbarie perpetrata sul quel patrimonio storico-umano, architettonico-urbanistico che è il nostro centro storico, ritrovarsi di fronte piuttosto ad un liberalizzazione del “diritto di preda e saccheggio”; autorizzato anche oltre le norme (già di per sè insufficienti o inapplicate) direttamente “a voce” (tanto poi chi controlla? Non certo questa Opposizione).

Non stupisce perciò questo “episodio” - se si vuole - “marginale” ma nello stesso tempo significativo della qualità di un certo “gridato” amore per quel patrimonio umano, naturalistico e storico.
Qui, in questo caso, si tratta solo di un “vicolo” dimenticato. Ciò che colpisce è che affacci proprio nel “nuovo salotto buono” della città, via Bordonaro.
Al pari di un “difetto” irrimediabile del tappeto, resta buono solo per “nascondervi, sotto, la polvere”.

 

 

Parla il Papa di “scarti” riferendosi alla considerazione che una certa mentalità, votata al cieco profitto, ha nei confronti di chi, tra gli esseri umani, risulti fuori dal suo “mercato”, dal suo sistema di valori.
Qui non si tratta di esseri umani ma l’impronta della mentalità è la stessa.

 



 

Che amore è stato, che amore è quello che avrebbe reso “bellissima” via Bordonaro, se non una pura pruriginosa  “passione” commerciale; persino compulsiva, al punto da trascurare ed offendere i diritti degli stessi residenti e la stessa prassi delle norme comunali, oltre che - mi sia consentito sul piano puramente soggettivo -, considerato l’effetto finale, lo stesso senso estetico.
E, d’altra parte, il senso estetico reale, intimo, di ciascuno sempre dice della sua intima morale, della qualità dei suoi pensieri, e della natura del suo amore.

 



 

Che cosa ci si può fare di un tale strettissimo impercorribile vicolo (ad un certo punto ci passa una sola persona messa di fianco)? Non ci va neanche un tavolo “a trampolo”!
E’ naturale - non avendo alcun’altra funzione (dato il tipo di “amore” in questione) se non quella di luogo “da nascondere” - che “funga”, allora, da discarica!

 

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