IMU antidemocratica e ingiusta

Ritratto di Angelo Sciortino

6 Dicembre 2012, 13:41 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Nel lontano 1946, subito dopo la II Guerra Mondiale e quando era governatore della Banca d'Italia, a proposito della patrimoniale così scriveva Luigi Einaudi:

Il miracolo che l’imposta straordinaria patrimoniale è chiamata a compiere in Italia è davvero grande: nientemeno che mutare a fondo la psicologia del contribuente. [...] Essa infatti gli dice: “Vivi sicuro e fidente. Io vengo fuori ad intervalli rarissimi, dopo una grande guerra, nel 1920 e poi, forse di nuovo, nel 1946, per mettere una pietra tombale sul passato e liquidare il grosso delle spese derivanti dalla guerra. Per l’avvenire tu pagherai solo le imposte ordinarie che tu stesso, per mezzo dei tuoi mandatari in parlamento, avrai deliberato per far fronte alle spese correnti dello Stato. Saranno alte o basse a seconda tu vorrai. Se tu amministrerai bene le cose tue non saranno mai gravose”. [...] Il miracolo che essa [la straordinaria patrimoniale] deve compiere [...] è dare per la prima volta ai contribuenti italiani, coi fatti e non con le prediche di noialtri economisti, la sensazione precisa che si vuol mutare rotta [...] che è finita l’era lunga (1860-1945) dell’incremento continuo ed esasperante delle imposte ordinarie sul reddito. Gli aumenti [saranno d’ora in poi riservati] ai momenti di pericolo, alle grandi opere trasformatrici [...]. Anche gli italiani sono disposti a veder raddoppiate, triplicate le aliquote delle imposte sul reddito quando la patria fa ad essi appello per una causa giusta. [...] Ma perciò occorre che il peso dell’insieme delle molte inspiegabili imposte sul reddito sia ridotto ad un limite ragionevole.”

Poi così concludeva:“Giustizia in materia di imposta vuol dire uguaglianza di trattamento per persone le quali si trovino in condizioni uguali. Ma giustizia non si fa ricorrendo soltanto all’imposta patrimoniale ovvero a quella sul reddito; ma si fa, in ambo le ipotesi, guardando all’insieme delle situazioni complessive dei contribuenti. In qualità di «mito», la imposta patrimoniale per se stessa non è atta a far giustizia; ossia non è per se stessa «democratica»

Le condizioni dell’Italia nel 2012 sono molto diverse da quelle che Einaudi riteneva giustificassero un’imposta patrimoniale. Quante volte questa classe politica ha annunciato di voler “cambiare rotta”? Quante volte ha promesso che le tasse d’ora in poi sarebbero state “alte o basse a seconda che tu vorrai [e comunque] mai gravose” e che “è finita l’era lunga dell’incremento continuo ed esasperante delle imposte”. Qual è stata la guerra, quali le grandi opere trasformatrici, che stanno a fronte del nostro debito, salito dal 60 per cento del Pil nel 1980 al 120 dieci anni più tardi? Negli anni Novanta le privatizzazioni ridussero il debito di dieci punti in rapporto al Pil, abbassandolo in poco più di un quinquennio dal 117 al 107 per cento. Ma quel beneficio ce lo siamo divorato nel decennio successivo e il debito è oggi tornato a più del 120 per cento. Altro che mutare rotta e por fine all’era lunga dell’incremento continuo ed esasperante delle imposte: venduti i gioielli di maggior valore, la spesa al netto degli interessi ha ricominciato a crescere (sale dal 41 al 46 per cento del Pil nel decennio successivo alle privatizzazioni) e cresce di un punto (dal 45 al 46 per cento) anche la pressione fiscale.

So già che in pochi vogliono seguire queste riflessioni e meno che mai l'Amministrazione, gli albergatori e tutti quelli che protestano contro il Governo Monti e tutta la classe politica, dimenticando di essere essi stessi colpevoli dell'attuale situazione, per essere stati così creduloni di fronte alle dementi promesse populistiche dei decenni passati e aver dato la loro fiducia a uomini che non la meritavano per la loro incompetenza e la loro ignoranza. Armati di queste “qualità” che altro potevano fare, se non appagare il loro ego e cercare applausi acritici per mezzo di mezzucci?

E poiché dall'esperienza s'impara più e meglio che dalla teoria, coloro che hanno avuto la pazienza di leggere fino a questo punto, diano un'occhiata alla odierna situazione di Cefalù e su di essa riflettano, per stabilire se le recenti decisioni del Consiglio comunale a proposito dei bilanci, le decisioni sull'IMU e la TARSU, le polemiche con gli albergatori – che saranno morosi, ma sono pur sempre creatori di posti di lavoro e di ricchezza; per stabilire, in una parola, se non si tratta di azioni simili a quelle che hanno finito con il fermare l'economia: lì dell'Italia, qui di Cefalù.