Lettera aperta all’On. Magda Culotta sul raddoppio ferroviario Fiumetorto-Castelbuono

Ritratto di Salvatore Ilardo

18 Ottobre 2014, 13:41 - Salvatore Ilardo   [suoi interventi e commenti]

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LETTERA APERTA ALL’ON. MAGDA CULOTTA

(in merito alla sua preannunciata interpellanza parlamentare sui lavori di raddoppio della tratta ferroviaria Fiumetorto-Cefalù-Castelbuono)

 

Sappiamo come si svolgono in genere le interpellanze parlamentari. In Aula il deputato legge la sua interrogazione, a cui il ministro competente - dopo aver sentito il dirigente dell’ufficio responsabile che, a sua volta, ha contattato le unità territoriali coinvolte nel progetto - dà una risposta il più delle volte telegrafica, senza fornire magari delle assicurazioni particolari nel merito specifico.

Nel caso che ci riguarda, abbiamo un Progetto di raddoppio di una tratta ferroviaria di 35 Km circa (Fiumetorto-Cefalù-Castelbuono), le cui procedure burocratiche sono iniziate, con la convocazione della Conferenza dei Servizi (Pr. Decr. 724), conclusa il 28 feb. 2003, la quale, in modo del tutto poco chiaro, omette di esprimere delle valutazioni ambientali su un’ampia fascia costiera sottoposta a precisi vincoli paesaggistici.

Sono già passati da allora 11 anni, i lavori sono andati a vanti a rilento, con periodiche sospensioni, ma, soprattutto, con un notevole sconvolgimento ambientale in un’ampia fascia costiera a forte vocazione turistica, e riflessi enormi sulle condizioni di vivibilità dei residenti, nonché sulla viabilità locale.

In questi lunghi anni, ci si deve porre la domanda quale sia stata l’opera di vigilanza del Referente del Progetto  R.F.I.  S.p.A., del Responsabile operativo del Procedimento ITALFERR S.p.A., ma soprattutto degli Amministratori locali, nella fattispecie dei Sindaci dei Comuni maggiormente coinvolti, Campofelice, Lascari, Cefalù.

A proposito di territorio e di paesaggio, vi è, infatti, una legge dello Stato D.L. n. 42 del 22.1.2004, che richiede il parere  vincolante della Soprintendenza per qualsiasi intervento paesaggistico su territori vincolati, come lo sono quelle dei Comuni menzionati. Non ci risulta che la Soprintendenza si sia pronunciata al riguardo, né che lo abbiano fatto i Comuni, come avrebbero dovuto, doverosamente, farlo in alternativa, come previsto espressamente dalla menzionata Legge. Non si tratta di orpelli burocratici, ma di leggi dello Stato che vanno rispettate e fatte rispettare.

Il paesaggio è una risorsa acquisita universalmente dall’Unesco, e non può essere affidata alle negligenze dei vari protagonisti di un’opera pubblica.

Se ritardi e/o violazioni vi sono stati in taluni adempimenti amministrativi, che vadano perseguiti i responsabili, ma soprattutto che siano accelerati tali processi, senza che possano rappresentare comodi alibi.

Violazione degli accordi, mancati adempimenti da parte dei protagonisti di tale Progetto, vadano pertanto denunciati senza alcuna remora, per poter fare ripartire il Progetto in tutta la sua tratta quanto prima, con l’assicurazione di tempi certi circa il suo completamento.

Tra i mancati adempimenti, non possono non essere menzionati, i mancati indennizzi per i tantissimi proprietari di terreni espropriati, asserviti e o occupati temporaneamente. Ciò, nonostante vi sia una legge dello Stato D.P.R. 327/2001, che prevede che gli indennizzi siano fatti nell’arco di qualche mese, dal momento della redazione dei verbali di consistenza e di immissione in possesso.  A tale riguardo una evidente violazione amministrativa è quella che i fondi stanziati a tale riguardo, siano stati dirottati altrove, come pure il fatto che taluni terreni risultino oggi occupati illegalmente, perché R.F.I. non ha provveduto ad emettere le relative ordinanze di proroga e la contestuale quantificazione degli indennizzi.

Infine, va ricordato che l’area interessata dal raddoppio ferroviario è un’area fortemente antropizzata, sviluppatasi particolarmente nell’ultimo decennio, con tantissimi nuovi insediamenti (prime e o seconde case, centri commerciali, strutture ricettive, campeggi, ecc.).  Un’area, in gran parte priva di reti viarie interne, di reti idriche, fognarie.
Se i Sindaci delle Amministrazioni locali chiedono oggi un qualche aggiornamento di quanto previsto nel 2003 come opere complementari di urbanizzazione, e soprattutto di attenuazione dell’impatto ambientale, sembra ragionevole che vi possa essere un confronto sereno e democratico tra Referente del Progetto R.F.I. S.p.A. e rappresentanti di tali Amministrazioni, con un auspicabile coinvolgimento anche di quei comitati di residenti locali che si sono costituiti nel frattempo.

Cefalù, 18 ottobre 2014                                                                                                                                                              Salvatore Ilardo