Varato il progetto "Prodotti tipici e Dieta Mediterranea"

Ritratto di Salvatore Ilardo

1 Dicembre 2014, 22:19 - Salvatore Ilardo   [suoi interventi e commenti]

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Nella splendida cornice del complesso storico monumentale  Torre Garbonara, a Campofelice di Roccella, ha avuto luogo sabato 29 novembre u.s. la presentazione del Progetto di Cooperazione transnazionale “Prodotti Tipici e Dieta Mediterranea” (P.S.R. Sicilia 2007-2013 ), finanziato dall’Unione Europea, mirante alla valorizzazione dei prodotti agricoli ed alimentari locali e più in generale della Dieta mediterranea.

Erano presenti  i sindaci di diversi Comuni delle Madonie, rappresentanti della Regione Sicilia, del C.N.R.,  professori universitari, e i coordinatori del  Progetto  affidato al GAL  ISC  Madonie, che ne ha assunto il ruolo di capofila.

Ha aperto i lavori il responsabile del Piano “Prodotti tipici e Dieta Mediterranea” Dario Costanzo.

La dieta mediterranea, che è stata riconosciuta dall’Unesco come patrimonio culturale dell’Umanità, deve intendersi in una accezione molto ampia, come stile di vita. Occorre ritornare ai prodotti naturali, selezionati dalla natura. Con le merendine si appiattisce il gusto dei bambini, e  poi  quello degli adulti.

Gli  obiettivi che il Progetto intende conseguire sono:

  • Rilanciare le produzioni agricole tipiche del territorio;
  • Applicazione di metodi di coltivazione ecosostenibili, rispettose dell’ambiente;
  • Ridare dignità ai produttori, limitando i condizionamenti del mercato e della domanda;
  • Perseguire fini salutistici, con il consumo di prodotti sani e terapeutici, in grado cioè di  limitare alcune patologie.

Per conseguire tali obiettivi, occorre attivarsi su più fronti. Promozione di una dieta mediterranea nelle scuole, ma anche da parte delle famiglie e delle comunità locali. Ampliare le piattaforme logistiche. Promozione di interventi normativi a sostegno della dieta mediterranea.

Per quanto riguarda la sensibilizzazione ad adottare la dieta mediterranea nella comunità scolastica, occorre provare a sensibilizzare i bambini, ma anche le famiglie, le imprese locali, le istituzioni territoriali. Proporre degli orti scolastici all’interno di piccoli appezzamenti. Creare dei laboratori del gusto, nei quali si consumano prodotti tipici, ma in cui si fanno anche dei raffronti, insieme alle mamme, per poi proseguire anche a casa. Coinvolgere anche i sindaci, referenti dell’ASP, con periodiche visite alle mense scolastiche.

A sua volta, la promozione della dieta mediterranea a livello locale, deve far leva sulle famiglie, sulla ristorazione, sulle strutture turistiche ricettive.

Tutto ciò deve avere un supporto nella disponibilità di maggiori spazi dove fare lo stoccaggio, il condizionamento e confezionamento dei prodotti agricoli ed alimentari locali, per i ristoratori, per i servizi di catering, per le botteghe.

Occorre anche predisporre degli interventi normativi a sostegno della dieta mediterranea. Nella fattispecie, approvare regolamenti comunali, leggi regionali che facilitino l’impiego delle produzioni locali. È notorio  che la qualità dei prodotti alimentari offerti nei mercatini settimanali presenta un livello piuttosto basso dal punto di vista salutistico. Occorrerà promuovere un disegno di legge di iniziativa popolare, per coniugare area di produzione con area di consumo. A tale riguardo si dovrà  poter contare sull’adesione degli amministratori comunali, dei dirigenti scolastici, dei responsabili ASP, delle famiglie.

Ad occuparsi degli interventi normativi, sarà il Gruppo di lavoro coordinato dal presidente di So.Svi.Ma Alessandro Ficile, e di cui fanno parte anche i Sindaci di Geraci (Bartolo Vienna), di Resuttana (Rosario Carapezza), di Collesano (Giovanni Meli).

Saranno necessarie indicazioni e proposte per arrivare a modificare i regolamenti comunali, al fine di disporre di spazi dedicati e o riservati ai produttori locali, sempre nell’ambito dei mercatini settimanali. Ciò al fine di mettere in risalto che proprio in quegli spazi vengono commercializzate produzioni di qualità, produzioni ottenute con tecniche specifiche tradizionali, tipiche del mondo rurale locale. Occorrerà nel contempo predisporre dei disciplinari di produzione ed assicurarsi che siano rispettati. Prevedere  tariffe di esposizione agevolate, al fine di contenere i prezzi delle produzioni di qualità. Contemplare anche  modalità di gestione collettiva di tali spazi riservati da parte di produttori locali.

A Collesano si è attivata una mensa scolastica comunale con obbligo utilizzo prodotti a Km zero. Nel contempo, sempre a  Collesano, è in fase di realizzazione un’area attrezzata per la esposizione e la vendita durante  tutta la settimana di produzioni locali, che sarà autogestita da un consorzio che raggruppa produttori di tutto il territorio madonita.

L’introduzione della dieta mediterranea negli ospedali risolverebbe non pochi problemi delle eccedenze alimentari locali. L’Assessorato regionale alla Sanità, con il progetto F.E.D. (Formazione, Educazione, Dieta) dovrebbe codificare un linguaggio per portare la dieta mediterranea nelle strutture ospedaliere, nelle mense scolastiche, nella ristorazione collettiva. Prevedere anche qualche premialità per gli alberghi che utilizzino prodotti della dieta mediterranea.

Nel varare  tali misure, occorrerà comunque procedere  con particolare attenzione, per  non andare incontro a possibili  contrasti con le normative europee in tema di concorrenza.

Infine, occorre sviluppare una “Offerta Rurale Integrata”  della Sicilia (O.R.I.), cioè stimolare il “Turismo Rurale Relazionale”, che è molto diverso da quello di massa. Occorrerà procedere attraverso tre percorsi:  mappatura del territorio  dei club di prodotti e di strutture ricettive; azioni di promo-commercializzazione; elaborazione di modelli organizzativi di offerta (U.R.T. - Unità di Ricerche presso Terzi).

In conclusione, occorre ricordare che nel Quadro di Europa 2020, i programmi di intervento proposti disegnano una imprescindibile relazione tra agricoltura ed alimentazione, ed investono di un ruolo decisivo tutti gli attori coinvolti.

Agricoltura ed alimentazione sono protagoniste della crescita economica e sociale dell’Europa, ma sono anche garanti della sostenibilità nell’uso delle proprie risorse.

La Denominazione Comunale (De.Co.) è  a sua volta una opportunità per salvaguardare l’identità di un territorio legato ad una produzione specifica, rispetto al fenomeno della globalizzazione.

                                                               Salvatore Ilardo