La ribellione dei controllori

Ritratto di Angelo Sciortino

15 Gennaio 2013, 19:35 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Sembra che i controllori si siano stancati di essere controllati dal controllato: ai consiglieri d'opposizione si sono aggiunti quelli che avevano scelto di credere nelle capacità politiche e amministrative del Sindaco e della sua maggioranza.

Il conto è presto fatto: 8 più 5 fa 13. E tredici è sicuramente una nuova maggioranza, che vuole votare il dissesto. Soltanto il dissesto, forse, perché la nuova legge sugli enti locali vieta di sfiduciare un sindaco, se prima non sono passati due anni dalla sua elezione.

Il Sindaco, certamente uomo d'esperienza e preparato, ha commesso l'errore, che in passato, anche ad altri livelli, ha reso traballanti governi e amministrazioni, quando questi hanno voluto godere in sede parlamentare o consiliare di quell'appoggio, che il popolo non aveva dato. Da qui accordi non sui programmi, che già erano spesso inconciliabili prima delle elezioni, ma soltanto soddisfazioni di ambizioni più o meno ideali. Già Berlusconi e poi Prodi, tra i tanti, avevano dimostrato quanto fosse politicamente sciocco pensare di poter governare in forza di accordi di tal genere.

La lezione si è ripetuta a Cefalù. In un momento tra i più difficili dal Dopoguerra. Un momento che si appresta a ritornare con tutta la fame di allora, ma senza le speranze di tempi migliori, il cui avveramento, allora, politici di altra tempra e di altro spessore favorirono, diffondendo con l'esempio delle loro capacità la fiducia indispensabile.

Questi politici non erano arroganti, ma umili come lo sono i grandi; non erano sofisti arzigogolanti, ma uomini che dicevano soltanto ciò di cui erano consapevoli; non furono mai avventurieri, ma prudenti e saggi amministratori; questi politici, quando i giochi del piccolo e misero potere tentarono di fermarne l'azione, non temettero di lasciare la decisione all'elettorato, come fece il mai dimenticato Giuseppe Giardina, che sfidò con successo la Chiesa stessa.

Quella Chiesa di fronte alla quale questa Amministrazione mostra troppo servilismo, che risulta stranamente accettato da essa, visto il valore di chi lo offre. Ma, come dice l'adagio, a caval donato non si guarda in bocca. Sì, ma la sella o la soma gli si mettono, per costringerlo a fare il suo dovere, come dovrebbe fare la Chiesa di Cefalù con questa Amministrazione.

Forse, però, mi sono fatto prendere la mano. La verità è che non riesco ad accettare che questo Paese, che amo, sia finito nel baratro o tra l'indifferenza di tanti o per la responsabilità di altri, vecchi e nuovi cosiddetti politici, o per l'incompetenza allegra di altri ancora.

Me ne tornerò in campagna e là, in solitudine, sfogherò la mia rabbia, tagliando erbacce e liberando il terreno dalle erbe infestanti, come dovrebbe farsi a Cefalù. Ma sarebbe difficile, considerando che questi infestanti parassiti si nascondono dietro i paraventi di una fantasiosa cultura, ingannevole più delle infami menzogne.

Ormai, però, sembra che la minaccia di correità in eventuali nuovi danni erariali ha spinto al ravvedimento molti consiglieri. Se sapranno “fare squadra” e soprattutto se la faranno per Cefalù, allora qualche speranza rimane ancora.

Nell'allegato potete leggere il documento firmato dai consiglieri Cassata, Cortina, Di Chiara, Messina e Riggio ( clicca per scaricare)

Commenti

Adesso che gli eventi sembra stiano precipitando, ecco che qualcuno si prepara a saltare giù dal carro del vincitore. Me lo aspettavo. Il Sindaco se lo aspettava? Eppure Lei nutre in costoro qualche speranza per Cefalù…