Alcuni consiglieri si auto sfiduciano

Ritratto di Angelo Sciortino

24 Gennaio 2015, 14:13 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

Questa è la nostra Istituzione democratica

 

Giunti a metà percorso, molti consiglieri comunali cominciano a dare prova del loro spessore politico ed etico. Molti di essi, infatti, sebbene abbiano più volte sottolineato gli errori commessi da questa Amministrazione nella gestione della difficile situazione finanziaria, si sono rifiutati di sottoscrivere una mozione di sfiducia al Sindaco. Essa non sarebbe certamente risolutiva, ma servirebbe quantomeno a non rimanere coinvolti nella irresponsabilità e nella incompetenza, che hanno caratterizzato questi trenta mesi di amministrazione. Servirebbe, tra l'altro, ad aprire un dibattito chiarificatore dovuto ai cittadini.

Invece alcuni dei consiglieri, nel momento di rendere consequenziali i loro giudizi verbali, si sono rifiutati di assumersi le loro responsabilità e si sono rifiutati di firmare la mozione di sfiducia proposta dai consiglieri dell'NCD. A sottoscriverla, infatti, sono stati in sette. Si sono rifiutati i quattro consiglieri di FI, che fino a pochi giorni fa avevano stigmatizzato il comportamento di questo Sindaco, e il consigliere di Controvento Giovanni Iuppa. In totale cinque consiglieri, che, aggiunti ai sette proponenti, avrebbero costituito il numero di dodici, superiore ai previsti otto per la presentazione della mozione e inferiori di appena due ai quattordici previsti per la sua approvazione in Consiglio.

Così come stanno i numeri, quindi, la mozione di sfiducia non può essere presentata. In questo modo si è evitato di far assumere una posizione chiara a tutti i consiglieri, ivi compresi quelli che da trenta mesi dichiarano ai quattro venti di essere opposizione, ma che non fanno nulla per impedire che l'Amministrazione continui a condurre il Paese verso il baratro non soltanto finanziario, ma anche politico e culturale.

In questa sede non voglio trattare dell'aspetto finanziario e politico, perché ormai troppo evidente e chiaro a tutti. Preferisco dedicarmi a quello culturale.

Nessuna democrazia potrà mai definirsi governo del popolo, se il potere viene gestito senza una informazione completa dei cittadini. È grazie a questa informazione che potrà aversi una partecipazione alle scelte politiche e amministrative. Senza questa partecipazione ogni democrazia sarà destinata a regredire a forme di tirannia, perché si ridurrà a pura e semplice oligarchia dei più potenti. Potenti, che sono tali soltanto per una delega, che hanno ricevuto dai cittadini, per rappresentarli nelle Istituzioni.

Se questi rappresentanti, e i consiglieri comunali sono tali, non considerano che essi hanno il dovere di informare i loro elettori, tradiscono almeno due secoli di lotte per l'affermazione della democrazia e della cultura, che la sorregge. Essi dimostrano, impedendo il dibattito in Consiglio, di tradire questa cultura e di concedere all'amministrazione attiva di rinchiudersi come un riccio nelle stanze del potere, come facevano i re assoluti nel Medioevo. Quei re assoluti, che una rivoluzione e le morti, che la seguirono, spazzò via. La stessa rivoluzione, che serpeggia ancora come desiderio negli animi dei cittadini, stanchi di essere considerati sudditi di un potere, che li impoverisce ogni giorno di più e che crede di poterli ingannare ancora con i suoi proclami auto referenziali.

In una simile situazione un ruolo importante potrebbe o poteva essere esercitato dai consiglieri d'opposizione, ma purtroppo, a quanto sembra, essi o non vogliono o non sanno esercitarlo. Hanno preferito auto sfiduciarsi!