Nella "Giornata della Memoria" immagini e letture per ricordare

Ritratto di M.A.S.C.I. Cefalù

1 Febbraio 2015, 16:16 - M.A.S.C.I. Cefalù   [suoi interventi e commenti]

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Lo scorso Martedi 27 Gennaio, Giornata della Memoria, la Comunità MASCI di Cefalù ha voluto dedicare il consueto incontro settimanale alla Shoah, all'Olocausto. Alla breve proiezione di uno dei tanti filmati presenti sul web, che con forte impatto ha spostato indietro di oltre 70 anni le lancette del tempo, è seguita tutta una serie di riflessioni, di scambio di pensieri, intervallati dalla lettura di alcuni paragrafi di "Se questo è un uomo" di Primo Levi, ma anche di brevi componimenti, predisposti per l'occasione dalle A.S. Alessandra Santoro, Agata Cannizzaro e Melita Glorioso.

Il pensiero è andato ai circa 15.000.000 di esseri umani, di cui circa 6.000.000 ebrei, trucidati nel giro di pochi anni; è andato alle leggi razziali italiane, alla persecuzione italiana dei cittadini ebrei, a quanti hanno subito la deportazione, la prigionia e la morte in quanto oppositori politici, oppositori di quel progetto che la follia nazista aveva denominato "soluzione finale della questione ebraica".

Certamente non è facile per chi "vive sicuro nelle tiepide case, chi trova tornando a sera il cibo caldo e visi amici" provare a immaginare le atrocità di quel genocidio e soltanto chi ha personalmente vissuto gli esecrabili accadimenti potrà averne piena ed imperitura contezza, ma è estremamente importante mantenerne vivo il ricordo affinchè mai più, sul pianeta Terra, abbiano a verificarsi simili eventi.

Diceva Nedo Fiano, scrittore italiano di Firenze, classe 1925, sopravvissuto alla deportazione nazista nel campo di concentramento di Auschwitz: “Non eravamo più quelli che eravamo saliti sul treno, il viaggio ci ha trasformati. Per chi ci ha vissuto, Auschwitz non è un luogo, è una sensazione. Il freddo mi entrava dentro e mi rosicchiava. Ero solo con me stesso. Colui che dimentica diventa complice degli assassini: una società come la nostra non deve trascurare il dolore e dimenticare il passato”.

                                                                          Salvatore Muffoletto