Il bouquet e le ghirlande

Ritratto di Michele Cutaia

8 Febbraio 2015, 16:42 - Michele Cutaia   [suoi interventi e commenti]

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Il bouquet e le ghirlande – 1940 circa

 

Jacu, scavando pozzi in quel paesino montano, s'era fatte delle amicizie. Uno di questi amici, dovendosi sposare la figlia, diede cortesemente un'incombenza a Jacu: se al suo paese, a Termini, poteva procurargli un bouquet che fosse veramente speciale. Ed egli si rivolse ad un rinomato fioraio. Questi, in occasioni importanti, tristi o liete, si rivolse a sua volta, ad una ditta specializzata di Palermo per ottenere i migliori servizi e non deludere i clienti. Per gli stessi tempi, aveva ordinato pure un gruppo di ghirlande per la celebrazione di un funerale che si prevedeva molto impegnativo. Il titolare della ditta palermitana, per non dimenticare il bouquet richiesto e che pervenisse tempestivamente a Termini, telefonò al fioraio avvertendolo di avere agganciato il bouquet ad una delle ghirlande e di non dimenticare di staccarlo appena giunto a Termini. E le ghirlande arrivarono. Senonché il fioraio consegnò le ghirlande per i funerale, dimenticandosi di staccare il bouquet come previsto.

A parte la dolorosa circostanza, le ghirlande erano ricche di fiori e fastose. Il funerale fu mesto e solenne per la morte di un giovane mercante di tessuti, poco più che ventenne. Benvoluto da tutti, per bontà e schiettezza, scomparso per un banale incidente di moto. Aprivano il corteo funebre, alcuni elementi della banda municipale suonando brani relativi al triste evento. Seguivano sei coppie di giovani che tenevano ciascuna una ghirlanda e, abbinate accanto avanzavano con uguale cadenza, lentamente, davanti al feretro, portato in spalla da altri quattro giovani. Dietro, affranti i familiari, seguiti da numerose persone silenziose a cui s'era associato pure Jacu fino al cimitero ma non ne varcò il cancello, ricordandosi che aveva varie cose da sbrigare.

Nel tardo pomeriggio ritornò dal fioraio a ritirare il bouquet ordinato. Il fioraio, all'apparire del cliente, costernato, si diede una violenta manata sulla fronte. “Zzu Jacu, un sacciu comu potti succeriri”, gli disse, e, incalzando sgomento “u sò buchè ca mi mannaru chiddi ri Palermu, l'appizzaru 'nta na ghirlanda e iò mi scurdaiu di livarlu!” E Jacu, in un baleno, ricordò che, tra le ghirlande osservate al funerale, una spiccava tra tutte, per un armonico inserimento di piccole rose rosa di rara soavità. E pensava alla figuraccia che avrebbe fatto con l'amico per l'impegno mancato. Assalito da una frenesia ai piedi, si mise a correre verso il cimitero.

Il cancello era chiuso e intanto s'era fatto buio. Aleggiava un po' di vento che, man mano divenne sempre più forte. Raggiunse circospetto un muro laterale che cingeva parte del cimitero che scavalcò a rischio di farsi male. Il vento soffiava causando fruscii e strani rumori che gli inoculavano qualche brivido. In più, si spargeva dalle tombe una deprimente sensazione: le fiammelle dei lumini a cera, agli imprevedibili colpi di vento, si spegnevano. Solo quelle dei lumini ad olio, agitate, resistevano ai violenti capricci del vento per cui l'insieme delle luci s'affievoliva tristemente. Inoltre la luna faceva capolino tra le nubi e la sua intermittenza gli creava un senso di disagio complicandogli la ricerca della tomba. Finché riuscì a vedere su una lapide, mazzi di fiori freschi e vistose ghirlande deposte con cura. Tra queste trovò la “famigerata” ghirlanda tanto cercata con appeso il prezioso “tesoretto”: troneggiava in alto, infatti, il sospirato bouquet di rose rosa, carezzate da un'argentea luce lunare, che Jacu ghermì delicatamente staccandolo dalla ghirlanda e via, di corsa, a scavalcare con difficoltà quel tratto di muro da cui era saltato prima.

Tornò a casa, raggiante come un bambino, mentre la moglie, scacciata l'ansia d'attesa per il ritardo del marito, lo guardava ora, stupita e sorridente.

Jacu, il mattino dopo, raggiunse con la corriera il non distante paesino montano, in tempo, per consegnare all'inquieto padre della sposa, rasserenato e riconoscente poi, lo splendido bouquet di piccole rose rosa e le nozze della figlia vennero celebrate tra l'esultanza di tutti.

 

Palermo, marzo 2013                                                                                                                                                   Michele Cutaia