Presentazione del libro di Vincenzo Abbate sulla Cappella di San Gandolfo di Polizzi Generosa

Ritratto di Archeoclub d'Italia di Cefalù

15 Febbraio 2015, 16:35 - Archeoclub d'It...   [suoi interventi e commenti]

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“Per la conoscenza e la conservazione della memoria”. E’ questa la motivazione che lo storico Vincenzo Abbate pone alla base della sua più recente pubblicazione, interamente dedicata a “La Venerabile Cappella di San Gandolfo nella Chiesa Madre di Polizzi Generosa” edizioni Amici di Plumelia. Con lo stesso spirito, l’Autore, su invito della sede di Cefalù dell’Archeoclub d’Italia e con il patrocinio della Fondazione Culturale e del Comune di Cefalù, interverrà alla presentazione del suo libro, che verrà curata dall’arch. Angelo Pettineo, sabato 21 febbraio alle 17.00, nella sala conferenze del Museo Mandralisca di Cefalù.

Per introdurre l’importante lavoro realizzato da Vincenzo Abbate riportiamo qui di seguito il testo del risvolto di copertina del libro:
«È ampiamente noto come in Sicilia, ed in particolar modo nelle città demaniali, il culto del Santo Patrono sia stata espressione diretta e concreta del sentimento religioso di un popolo, finendo poi con l’assumere il ruolo fondamentale di identità stessa dell’intera comunità.
Polizzi, Urbs Generosa, città demaniale d’antica data, nutre nel tempo un legame viscerale con Gandolfo da Binasco suo Patrono. [...] Come a Napoli, a Palermo o altrove, l’identità di Polizzi e dei Polizzani passa innanzitutto attraverso la Cappella del Santo in Chiesa Madre, il Sancta Sanctorum, il luogo riservato del culto per eccellenza: scrigno prezioso, protetta da robusta e artistica grata di ferro, ha da sempre accolto l’urna d’argento delle reliquie, un tempo custodita dentro l’Arca marmorea di Domenico Gagini. In essa, oltre ai sacri resti, sarebbero state gelosamente riposte tutte le carte relative all’antichità del culto; le stesse che agli inizi del Seicento, auspici i Vescovi di Cefalù e il clero polizzano, per volontà della Procuratoria della Cappella, forte del cospicuo lascito testamentario di Elisabetta La Farina del 1557, avrebbero costituito prova e fondamento per dare avvio al Processo mirato alla Canonizzazione del Santo in ottemperanza alle specifiche volontà della testatrice.
Nel segno della continuità del culto la Cappella è stata oggetto continuo di interventi strutturali, di nuovi abbellimenti legati al cambiamento del gusto e motivo, spesso, di perdita di precedenti importanti testimonianze d’arte. In quattro secoli, dal Quattrocento al Settecento, quattro radicali rifacimenti; incredibilmente uno per secolo, a prova tangibile delle consistenti disponibilità economiche di cui essa godeva per via della propria autonomia finanziaria.
Di essi abbiamo voluto ripercorrere le tappe in questo studio, dal quale – grazie ad una proficua ricerca d’archivio –  viene fuori uno spaccato di vita di estremo interesse sotto gli aspetti socio-economici e culturali non solo della città ma dell’intero comprensorio, indi del credo religioso e delle devozioni, della committenza artistica e delle scelte in relazione al gusto, del giro delle conoscenze tutt’altro che ristretto. Uno spaccato che ancora una volta dà piena cognizione della vivacità dell’ambiente madonita tra Quattro e Settecento, davvero tutt’altro che provinciale».

Il testo comprende un contributo dello storico collesanese Rosario Termotto, dal titolo “Frammenti di festa: musica sacra e giochi d’artificio nella fera di San Gandolfo nel Seicento e nel Settecento”.
Le pregevoli foto che corredano il libro sono di Luciano e Antonio Schimmenti, mentre i grafici architettonici sono stati realizzati da Dario Tornabene.

Nota biografica sull’Autore

Storico dell’Arte e museologo, Vincenzo Abbate (Polizzi Generosa, 1949) ha diretto il Museo Regionale Agostino Pepoli di Trapani (1979-1999) e la Galleria Regionale della Sicilia, Palazzo Abatellis, di Palermo (1988-2007), di cui ha curato il nuovo ordinamento dell’ala di ampliamento. Ha promosso e organizzato manifestazioni espositive d’ampio respiro culturale, tra le quali si ricordano: a Trapani, L’Arte del corallo in Sicilia (1986), Ori e Argenti di Sicilia (1989), Il Tesoro nascosto (1996); a Palermo: Il restauro del Trionfo della Morte (1989), Pittori del Seicento a Palazzo Abatellis (1990), Pietro Novelli e il suo ambiente (1990), Maestri del Disegno a Palazzo Abatellis (1995), Porto di mare (1999), Wunderkammer siciliana (2001), La Sfera d’oro (2003), Pittura e mito (2006).
Nei numerosi suoi studi ha approfondito temi relativi alla cultura figurativa in Sicilia, con particolari interessi per la pittura del Cinque e del Seicento e le sue connessioni con l’Italia e l’Europa nell’ambito della più vasta problematica legata alla committenza e al collezionismo artistico. Tra i più recenti si ricorda La grande stagione del collezionismo. Mecenati, accademie e mercato dell’arte in Sicilia tra Cinque e Seicento (Palermo, Kalós, 2011). Ha dedicato a Polizzi due monografie promosse dall’Associazione Culturale “Naftolia”: Inventario Polizzano. Arte e società in un centro demaniale del Cinquecento (Palermo, Edizioni Grifo, 1992), Polizzi. I grandi momenti dell’arte (Caltanissetta, Edizioni Lussografica, 1997).
Dal 2008 collabora costantemente con la Fondazione Culturale Mandralisca di Cefalù, per la cura e la valorizzazione  del suo patrimonio museale. Nell’ambito di questa collaborazione ha individuato nei depositi del Museo, riconoscendone la matrice, il capolavoro di Giovanni Antonio Sogliani San Giovanni Battista; nel 2009, per la Biblioteca della Fondazione Mandralisca, ha curato la pubblicazione Giovanni Antonio Sogliani (1492-1544) Il capolavoro nascosto di Mandralisca, (Milano, Silvana Editoriale).

Nota biografica sul Relatore

Angelo Pettineo, architetto, già cultore della materia presso la cattedra di “Storia dell’Architettura” dell’Università di Palermo, del prof. Camillo Filangeri, ha espletato attività di ricerca, di docenza e tutorato per i corsi di specializzazione post lauream promossi dal Dipartimento di Storia e Progetto nell’Architettura della stessa Università. È membro del comitato di redazione della rivista di studi Paleokastro, nella quale ha reso nuovi contributi alla definizione delle arti figurative in età tardo-rinascimentale, manierista e barocca, con particolare riferimento a Baldassarre Massa, agli ultimi Gagini, alla bottega dei Li Volsi e a Vito d’Anna. Ha pubblicato saggi sull’architettura e sull’urbanistica, tra cui vanno menzionati originali apporti per le fabbriche cinquecentesche nel Palazzo Reale di Palermo, per alcune opere inedite di Andrea Gigante e di Venanzio Marvuglia, nonché un puntuale studio sull’emblematica fondazione della nuova città di Santo Stefano ad opera del Duca di Camastra.

 

Cefalù, 15 febbraio 2015                                                                                                                                                           Flora Rizzo