"... Canta caval che l'erba cresce!..."

Ritratto di Giuseppe Maggiore

20 Febbraio 2015, 15:59 - Giuseppe Maggiore   [suoi interventi e commenti]

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"... CANTA CAVAL CHE L'ERBA CRESCE!..."
("... fontes iam sitiunt..." - le sorgenti ormai hanno sete - Cicerone.)

 

Cambiano gli orchestrali, ma la musica rimane sempre la stessa!

Vorrei ben sperare di no, con l'elezione a Capo dello Stato dell'On.le Prof. Mattarella, uomo colto, preparato e di riconosciuto alto valore morale, al quale porgo i miei più sinceri auguri per una efficiente conduzione del suo mandato.

Debbo ammetterlo: io (e come me, sicuramente, molti altri) vivo proprio nell'attesa che il futuro (prossimo, però) eclatantemente smentisca questo mio radicato pessimismo circa la musica di cui sopra!

Ho nutrito grandi speranze con la scorsa elezione, quella a Primo Ministro dell'altro altrettanto colto e titolato On.le Dr. Renzi, il quale aveva esordito nel suo programma col lungimirante e lusinghiero progetto della diminuzione delle tasse; ma poi, sino ad oggi almeno, non solo il carico fiscale non è stato per niente diminuito (ammenoché non si voglia considerare diminuzione quella "manciata di fave" degli 80,00 euro, dati esclusivamente ad una categoria di lavoratori), ma, anzi, di fatto, è aumentato.

Al di là della constatazione che la Tari è stata adeguatamente impinguata, sono, infatti, recentemente sorti altri due nuovi balzelli: la Tasi e poi, ultima nata ed ancora vagente, l'Imu sui terreni agricoli.

A proposito di questi ultimi, è doloroso constatare che anche quelli che sono da anni incolti e che non producono alcun reddito, ancorché situati oltre il limite dei fatidici 600 metri di altezza sul livello del mare debbono pagare l'Imu sol perché la Casa Comunale nel cui territorio insistono non ne supera i 50!

Non appare una incongruenza, per non dire beffa, questo riferirsi all'altezza della Casa Comunale e non a quella degli stessi terreni? Il fabbricato del Comune può ben elevarsi di soli 30 metri e i terreni di pertinenza a 700! No?

Ed ancora: se la tassa è sul reddito, perché tassare un immobile che, spesso, reddito non ha?

Chiamiamola, allora, col suo vero nome, questa nuova Imu agricola: tassa di proprietà sui terreni! Altro gravame fiscale che, sotto mentite spoglie, impingua quelli che già vi sono!

Aliena vessazione, in ordine di tempo, alla quale il cittadino, impotente, deve sottostare! 

Non si sa più come spremerci! Così, noi poveri tartassati, ci siamo dovuti abituare (obtorto collo) al sofferto concetto che il nostro vernacolo esprime in maniera eccellentemente esplicativa: "... calati iuncu ca passa la china!..."

Circa, poi, la Tasi, il balzello sui servizi indivisibili (illuminazione e manutenzione stradale e delle strutture idrica, elettrica e fognaria), c'è da osservare: in campagna vi sono stradelle interpoderali carrozzabili dissestate che non vengono mai riparate, che le stesse non sono illuminate e che le case circostanti (le più, comunque, la cui fornitura idrica è autonoma, avvalendosi dei pozzi, e quella elettrica viene pagata direttamente all'Ente erogatore dall'utente) non hanno scoli collegati ad un collettore generale; e allora, quali mai servizi indivisibili, relativi a tali immobili, sono da pagare?!

Eppure il tributo va erogato lo stesso, come se le elencate dotazioni fossero presenti ed efficienti!!

E chi ne ha più ne metta!

Assistiamo anche ad un di più: oggi, all'ordine del giorno sul tavolo di chi dirige, stando ai media, non c'é come argomento prioritario la riforma del fisco con conseguente rimodulazione e riduzione del carico fiscale (riforma che favorirebbe in maniera diretta e decisiva la ripresa e la crescita economica della nazione). Bensì, vi sono, S.E.&.O.: la legge elettorale e la riforma del senato o, ancora, altre riforme strutturali, le quali, seppur concorrano alla soluzione dei problemi nazionali, lo fanno in maniera indiretta.

La maniera diretta, invece, sarebbe proprio quella di sollevare il contribuente dallo schiacciante peso degli attuali balzelli in modo da potergli consentire di spendere; il che porterebbe alla tanto richiamata crescita.

A volerci coscienziosamente ragionare, da parte degli inquilini della magione "… ove si puote ciò che si vuole...", le coperture finanziarie ci sono; basterebbe affrontare il problema con radicale decisione, per risolverlo!

Io credo che chi dirige la baracca, appunto, si renda perfettamente conto di quanto superiormente evidenziato; ma, purtroppo, non agisce di conseguenza.

Questo preferire, infatti, certe riforme ad altre, a giudizio comune più impellenti, indurrebbe a pensare che si vogliano prediligere soprattutto quelle innovazioni che tornino più utili a chi governa più che mirare al benessere del popolo sovrano!

Motivi di palazzo, insomma!

Il fatto si è che quando lo Stato ha bisogno di far cassa, le escogita tutte! Non esiste, purtroppo, una legge che ponga un limite a poter mettere le mani nelle tasche degli cittadini.

Non resta, quindi, che aumentare le tasse per far fronte agli impegni!

Italiani: popolo sovrano?

Ridurre la spesa pubblica? Limitare ad un giusto tetto le prebende degli alti burocrati statali? Cancellare certi privilegi? Eliminare gli enti inutili? Macché! Non conviene o non si può! Le congregazioni non lo consentono! I diritti acquisiti col tempo non si toccano! Le caste, le lobbies sanno ben difendersi!

E così, a risentirne sono i poveracci che faticano, a causa della esosità fiscali, ad arrivare alla fine del mese; quando ci arrivano!

E poi, le restrizioni sul magro introito annuale! Si pensi: lo stesso esiguo abbuono del 15% per la determinazione dell'imponibile nei redditi da locazione, per chi li ha, è stato sapientemente ridotto al 5%! Viva la nazione!

E poi, ancora: l'aggiornamento Istat sugli emolumenti annui dei pensionati, oltre un certo tetto è stato congelato! Certamente per aiutarli a far meglio la dieta!

E che dire del cumulo reddituale dal quale deriva l'imponibile?

Se l'appannaggio mensile che proviene al soggetto (stipendio, salario o pensione che sia) è già stato tassato alla fonte, includerlo nella formazione dell'imponibile, cumulandolo ad altri possibili introiti, è come fargli pagare le tasse due volte.

Capisco perfettamente che allo Stato conviene; ma al cittadino no! (La scoperta dell'acqua calda!)

A non voler parlare, inoltre, non tanto del promesso sfoltimento della materia burocratica (annaspante miraggio chimerico!), bensì del suo costante incremento; vedasi, a questo proposito, ciò che condiziona il settore immobiliare nella sua sfera locativa, tanto per portare un esempio.

In caso di vendita o di affitto di un appartamento, infatti, ora bisogna ammannire, oltre ai relativi usuali atti di trasmissione del bene ed al complicato modulo RLI dell'Ufficio delle Entrate, nuovi certificati onde evitare salatissime sanzioni nell'ordine di migliaia di euro: attestato di prestazione energetica (APE), certificato di classe energetica, certificato di funzionamento di impianti termici; documenti da rilasciarsi esclusivamente da parte di Tecnici abilitati (leggasi: 200, 250 euro di parcella a ciascuno, per non dire di più)!

E non basta! Anche quando un appartamento non sia dotato di impianti termici, non sarebbe più semplice ed economico asserirlo in seno all'atto stesso da parte dei contraenti anziché doverlo fare doverosamente asseverare da una perizia tecnica con una sensibile spesa di parcella?

È giustificabile ipotizzare che tali ulteriori statuizioni favoriscano il nero, più che mitigarlo o annullarlo?

E, saltando di palo in frasca in altro settore: quando saranno finalmente regolati i continui numerosi sbarchi di migranti che creano il caos nel nostro paese (a voler allontanare il concetto, espresso dai media, che possano strategicamente rappresentare un modo strategico utile all'Isis), che portano malattie (dell'Ebola che se n'é fatto? Non se ne sente più parlare), disordini e quant'altro, cumulativo fenomeno esiziale, questo, che genera insicurezza e che economicamente e strutturalmente grava interamente sul bilancio nazionale e, quindi, sulle tasche degli Italiani??

Non sarebbe più che opportuno fermamente contrastarli, evitando anche che tanti poveri diavoli siano costretti a lasciare il proprio paese (per fame, paura o vessazioni) per diventare, il più delle volte, oggetto di naufragio?

E chi ci dice che, frammisti a costoro, non vi siano pure dei terroristi che con questo pietoso sistema si infiltrino nel nostro paese?

Senza contare che molti dei nostri alberghi, di montagna e di città, più o meno stellati, eletti a centri di raccolta, rigurgitano di migranti che mangiano e bevono a spese nostre, il più delle volte poltrendo, in attesa che venga la sera per andarsene a letto, tanto da rappresentare, per dirla con l'amico Angelo Sciortino, l'attuale turismo isolano.

Perché non vengono impiegati nel settore agricolo, concedendo loro delle terre demaniali da sfruttare, per esempio, per renderli utili a se stessi ed a noi, e per toglierli dalla sterile inopia che, spesso, li induce al possibile e conseguente reato?

L'ho sostenuto altrove e qui lo ripeto: non è che io sia razzista. Assolutamente no! Ma non lo sono nella misura in cui tale consistente flusso migratorio nel nostro paese non incida sulla nostra sicurezza esistenziale o economica.

E quante altre cose ci sono che non vanno?

I nostri governanti sorridono, si stringono la mano, s'abbracciano e si baciano, si mostrano cuorcontenti, vanno all'estero, s'incontrano con Tizio e con Caio (e, anche, con Sempronio, se vogliamo), parlano, parlano, parlano, promettono e promettono e poi i problemi rimangono sempre allo statu quo!

"...Bisogna che tutto cambi perché tutto rimanga com'é..." diceva Tomasi di Lampedusa attraverso la bocca del personaggio Tancredi, nel mirabile suo libro "Il Gattopardo".

È un po' la nostra attuale situazione sociale, non vi pare?

Ma poi, a pensarci bene, non vi sembra che sia stato costantemente così? Ricordiamoci cosa scriveva Dante a proposito dell'Italia del suo tempo.

Io, comunque, pur trattando la materia in esame per sommi capi, ma con voluto spirito critico, sono del parere che bisogna stare sempre "con la legge, nella legge e per la legge" (dura lex, sed lex!), anche quando questa appaia completamente errata, più frutto di una imposizione lucrativa che assertrice di un equanime diritto sociale!"

Più "Cicero pro domo sua", insomma.

Fra poco qualche mente eccelsa proporrà di tassare anche l'aria che respiriamo; e, a dirla col poeta, avverrà che:
"...a guisa di tassametro
avremo in gola un tubo
e pagheremo il canone
d'un tanto al metro cubo!..."

Non posso che convenire, tuttavia, che l'attuale  prosa si palesi qual panegirico ai punti esclamativi ed interrogativi di cui è ampiamente disseminata; i quali, purtroppo, forse, resteranno inefficienti, seppure determinanti.

"Vox clamans in deserto!", la mia.

 

Cefalù, Febbraio 2015                                                                                                                                        Giuseppe Maggiore